L’innesto di grasso rappresenta una procedura che può essere utilizzata per migliorare i risultati del lifting del viso. La misura in cui i chirurghi plastici utilizzano l’innesto di grasso nelle loro pratiche di lifting è, però, sconosciuta. Uno studio svolto tra i membri dell’American Society of Plastic Surgeons (ASPS) ha puntato a comprendere l’attuale utilizzo della procedura di innesto di grasso durante la chirurgia di ringiovanimento del viso e ad individuare le tecniche più comuni adoperate.
È stato formulato un questionario in 28 punti poi distribuito ad un gruppo ristretto composto in maniera casuale da membri dell’American Society of Plastic Surgeons. I dati sono stati raccolti e analizzati statisticamente utilizzando i test chi-quadro di Pearson e di Fisher.
Sono stati raccolti un totale di 309 questionari. I dati hanno rivelato che l'85,2 per cento degli intervistati utilizza l’innesto di grasso durante lifting. Attualmente, le tecniche più comuni utilizzate comprendono il prelievo del grasso nei fianchi o negli arti inferiori, l’elaborazione centrifuga, l’iniezione tramite cannula smussa senza pretunneling, e l’iniezione meno di 0.1 cc per volta. Le aree maggiormente trattate con l’iniezione di grasso sono il malare profondo centrale, la giunzione tra la palpebra inferiore e la guancia e i solchi naso-labiali.
La combinazione del riposizionamento chirurgico del grasso con l’innesto di grasso consente ai chirurghi un maggior grado di controllo estetico per la correzione del profilo nell’invecchiamento del volto. Pur essendo aperto il dibattito rispetto al metodo migliore per riposizionare chirurgicamente il grasso, vi è un crescente consenso sul fatto che l’aumento del volume sia preferito dalla maggior parte dei chirurghi che realizzano un lifting al volto.
Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti
(Fonte: PRS Journal)