Stories

Pieces of life, moments, encounters, events that have inspired and still inspire Professor Lorenzetti's work. Important moments experienced and recounted in the first person by the plastic surgeon that have contributed to shaping the experience of the professional and the conscience of the man. Because, in a job as delicate as that of the plastic surgeon, the integration between the professional's technical skills and his or her extra-occupational qualities is fundamental. Being able to listen to the patient is not something one learns in books but is a quality entrusted to personal sensitivity that a plastic surgeon must absolutely bear in mind when assessing each individual patient.

Gli uomini e il desiderio di scoplire il proprio fisico

Le pratiche da evitare e i rischi per la salute

L'immagine corporea non è solo un pensiero femminile, ma è ormai un cruccio anche per i giovani maschi. L'allarme arriva come sempre dagli Stati Uniti, il Paese dove tutto inizia, il precursore di tendenze e comportamenti. Insomma, è successo che i pediatri americani sono in allarme giacché hanno constatato una serie di comportamenti dannosi per la salute messi in atto da giovani liceali e universitari. Oltre ad un aumento delle ore trascorse in palestra o impegnati in sport e allenamenti i medici hanno verificato un incremento esponenziale nell'uso di barrette proteiche e frullati di aminoacidi per aumentare più velocemente o mantenere la massa muscolare. Fin qui poco male, se non fosse che i giovani maschi, forse influenzati dai modelli dominanti alla 'commesso di Abercrombie', hanno focalizzato il proprio interesse anche su preparati a base di steroidi che rendono il prezzo della prestanza fisica sempre più caro. In uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics più del 40% degli studenti di scuola media e superiore fa regolare esercizio fisico con l'obiettivo di aumentare la propria massa muscolare, ma il 38% di essi assume supplementi proteici e il 6% ha ammesso di aver utilizzato prodotti a base di steroidi. Si tratta di numeri importanti a cui si aggiunga che oltre il 90% dei maschi americani (ma in Europa i dati sono abbastanza simili) fa esercizio fisico almeno occasionalmente. L'immagine corporea è cambiata negli ultimi 30 anni, anche i maschi sono molto più attenti alla forma fisica e a combattere con tenacia i chili di troppo sottoponendosi a diete ferree già durante le scuole medie. Il sovrappeso è uno stigma. Lo specchio deformante che sta negli occhi degli adolescenti li porta a comportamenti non controllati come prodotti a base di steroidi anabolizzanti in dosaggi non controllabili, senza alcun controllo professionale, e soprattutto all'acquisto di prodotti su internet dei quali è impossibile stabilire la sicurezza per la salute. Gli steroidi sono particolarmente dannosi in un organismo in via di sviluppo in quanto interferiscono con la produzione di testosterone e quindi a lungo termine con la salute riproduttiva. I giovani atleti si sottopongono ad allenamenti massacranti, dai quali non di rado diventano dipendenti sviluppando ad esempio vere e proprie patologie come l'anoressia. Come tutti i comportamenti in eccesso anche il fitness può diventare controproducente e così l'assunzione di un eccesso di proteine o le diete fai da te, suggerite dagli amici o copiate dal web che possono determinare gravi squilibri nutrizionali. I ragazzi cercano spesso stratagemmi per ottenere risultati più veloci o più evidenti e a questo meccanismo di performance non sono estranee nemmeno le ragazze. La magrezza infatti non basta più, oltre che magre le giovani donne desiderano essere sode, toniche e atletiche, il che implica un certo sacrificio in termini di sudore. Tutto bello e sano sino a che non diventa un obiettivo da raggiungere ad ogni costo. Nel mio lavoro sono un osservatore privilegiato di questi fenomeni e già da qualche anno ho avuto modo di parlare con uomini sempre più giovani che richiedono un modellamento corporeo. Chiedono in primis che io elimini la cosiddetta 'pancetta' e piccoli interventi di liposcultura possono essere molto motivanti per proseguire un processo di controllo del peso nei soggetti con chili di troppo. La richiesta di addome e torace scolpito non ha davvero età e gli uomini soffrono moltissimo tutti gli inestetismi legati ad un aspetto femminilizzato che vivono in contrasto con la propria virilità: ecco quindi che la ginecomastia è uno degli interventi più richiesti da tutte le fasce di età. Meno interesse si riscontra nei riguardi del viso a meno che non siano presenti aspetti che danno disagio come un naso eccessivamente grande, aquilino o lungo oppure le orecchie 'a sventola' che i giovani maschi chiedono di eliminare appena possibile. Dopo questi interventi l'uomo si giudica più spesso a figura intera. Pietro Lorenzetti

Immagine di 796b95a4-c5cc-4e2f-8ef3-435d553506ef

Il volto non è un puzzle

Scegliere tra un risultato duraturo e la moda del momento

Una delle cose più complicate da fare capire alle persone è che il volto non è un puzzle e che indossare un cappotto visto su un'altra persona è ben diverso dall''indossare' un naso o un paio di labbra. E mentre alcuni dedicano tempo e pazienza a spiegare ancora ignote regole della anatomia del viso e del corpo, altri trovano più semplice e redditizio 'attaccare' il pezzo desiderato sulla paziente e pazienza se questa solo dopo si rende conto che non le sta bene. C'è sempre il 'ritocco' l'assicurazione che ci si può operare di nuovo, che si possono fare correzioni ulteriori. In realtà un paziente insoddisfatto non è mai un buon investimento sia per il medico sia per il paziente, perchè gli interventi secondari 'successivi ad un primo' sono sempre molto più complessi. Insomma, nella chirurgia dovrebbe valere la regola del 'buona la prima'. Spieghiamo allora le regole dell'armonia, delle proporzioni, spendiamo del tempo a spiegare e illustrare alternative che il paziente può non conoscere. Cerchiamo una mediazione virtuosa, ragioniamo con intelligenza estetica e insegniamo queste regole ai pazienti. Ma soprattutto, sappiamo dire di no ad una richiesta assurda e quando sappiamo che il risultato di una richiesta scorretta sarà deludente e porterà una lunga serie di problemi. Una quinta misura su una ragazza di un metro e settanta? Tendo a dire un no deciso, apparirebbe più goffa e bassa. Ipercorreggiamo solo quando sappiamo che poi il risultato definitivo sarà naturale, come ad esempio nel lipofilling in cui il grasso della paziente sarà in un 20-30% riassorbito dall'organismo. Negli altri casi abbiamo il coraggio di proporre delle valide alternative, e di gusto. Il mio criterio è che quello che ho fatto mi deve piacere anche a distanza di tempo. Vale ancora il criterio di chiedere al chirurgo di mostrare i suoi lavori sulla stessa parte del corpo: se ci piace quello che ha fatto sugli altri probabilmente accontenterà anche noi. Ma ricordiamo che i canoni di gusto estetico influiscono anche sul medico. A chi piacciono donnoni procaci tenderà forse a ripetere quel modello e ad attrarre quel tipo di pazienti. Chi predilige risultati naturali e armonici avrà probabilmente quel tipo di clientela. Per la maggior parte dei professionisti seri in circolazione comunque, la reazione di fronte alla foto di un vip e alla richiesta 'vorrei un naso come questo' sarà una reazione allergica acuta. Pietro Lorenzetti

Immagine di 33ef15a1-3f40-40f9-b14d-976466825ef5

Chirurgia plastica e integrazione culturale

La storia di una paziente

L'evoluzione umana e culturale non è mai stata così veloce. Come se la tecnologia avesse preso il sopravvento sui propri creatori e li avesse costretti ad una repentina accelerazione, sconvolgendo costumi e comportamenti, sradicando valori. I cambiamenti che avvenivano in centinaia di anni ora si sviluppano in poche decine. Un esempio lampante è l’azzeramento delle distanze geografiche e la nascita dell’ambiente ‘virtuale’, una dimensione 'altra‘' impensabile sino a 30 anni fa che oggi coinvolge tutti. Anche chi ha solo 40 anni oggi non può che provare un senso di vertigine e straniamento rispetto a quando la TV era in bianco e nero. Dall’avvento del colore in poi è come se avessimo vissuto in un ‘acceleratore’ che ci ha catapultati nel mondo del globale ed infinitamente più piccolo. Un’apertura che porta nelle nostre case l’intera gamma di realtà culturali, umane e, perché no, estetiche. Proprio la televisione ha portato a conoscenza dei popoli più poveri di un mondo occidentale ricco e vissuto come ‘terra promessa’, terra delle occasioni. Ecco quindi enormi masse di popolazioni migranti che hanno reso il mondo un melting pot colorato e ricco. Se da un lato questa migrazione giova ai paesi ospiti (la natalità italiana è dovuta all’apporto delle famiglie straniere), dall’altro non è rose e fiori per chi decide di stabilirsi in un paese straniero. Il rischio dell’emarginazione e la tendenza a distinguere tra ‘noi e loro’ è sempre in agguato. In parte si tratta di un meccanismo protettivo delle culture, dall’altro la differenza atavica verso ciò che è diverso. È il peso di questa distanza che ha portato da me una ragazza. Figlia di cinesi è nata in Italia e lavora in una azienda internazionale. Quando viaggia si sente a suo agio, ma in Italia percepisce lo stigma indotto dal proprio aspetto. È combattuta ma mi chiede quali sono i margini di riuscita di un intervento che minimizzi i suoi tratti orientali, dal taglio degli occhi alla rotondità del volto. Mi chiede tutto questo con timidezza, quasi timore. Si sente ‘sbagliata’ e fuori posto. Le dico che con qualche intervento potrei limitare l’impatto dei tratti orientali ma che ritengo che il problema sia altrove. Le consiglio un colloquio con una consulente psicologa e le do un nuovo appuntamento. Un mese dopo quando torna da me ha deciso di non operarsi più e sembra più sicura e consapevole. Mi spiega di aver scoperto che il disagio derivava da un atteggiamento velatamente razzista della sua famiglia che aveva sempre criticato gli usi e i costumi italiani e che rimasta arroccata in una realtà ancestrale. Avevano vissuto il dover venire in Italia come una sconfitta di cui dolersi e non come una opportunità. E avevano proiettato su questa figlia che parla un italiano perfetto la metafora della non appartenenza lasciano Lyn in una terra di nessuno psicologica: accettata a casa quando parla cinese ma criticata nel suo essere culturalmente impregnata di cultura occidentale. Un interessante esempio di come la cultura spinga sulla psiche con modalità singolari. Pietro Lorenzetti

Immagine di d72164a0-30c1-46e0-b352-79e8361b284d

L'eccesso in chirurgia plastica

Una riflessione sul servizio de "Le Iene"

Dopo la puntata de “Le Iene” del 20 gennaio ho ricevuto molte telefonate di pazienti e amici che volevano commentare con me il contenuto dell'ampio servizio della Iena Enrico Lucci. Il servizio sulla chirurgia plastica, per chi non lo avesse visto, proponeva una lunga serie di interviste e ragazze e donne talmente favorevoli alla chirurgia da sottoporsi ad interventi esagerati o ripetuti. Una ragazza alta poco più di un metro e sessanta sfoggiava una quinta misura di reggiseno e una donna rivelava con malcelato orgoglio di essersi fatta operare circa 15 volte in ogni distretto corporeo immaginabile. Le mie pazienti mi hanno chiamato per raccontare che non si riconoscono in questo modello e lo capisco. Al di là della necessità di fotografare un fenomeno, questi casi sono ormai abbastanza comuni ma non sono la normalità. Le persone che si rivolgono a me sono persone normalissime che desiderano sentirsi meglio con loro stesse armonizzando una parte del loro corpo. Possono tornare, dopo qualche anno, per un ritocco, per rinfrescare il viso, ma di solito non hanno un atteggiamento di 'dipendenza' nei confronti del proprio aspetto, non ne sono ossessionate. Tra le mie pazienti ci sono anche persone dello spettacolo che nonostante abbiano la necessità professionale di apparire al meglio desiderano interventi leggeri e naturali. Sono persone che hanno carriere lunghe e stabili e che hanno capito da tempo che è meglio andare sui giornali per la qualità del proprio lavoro che per l'esagerazione del seno o del lato B. Il mondo dello spettacolo ha le sue regole che talora sono male interpretate. Ed è anche cinico per cui segue con occhio morboso l'eccesso ma lo abbandona presto, giudicandolo, senza dargli una ulteriore possibilità di riscatto. Chi lavora in questo mondo è bene che lo impari presto. L'aspetto è importante, ma chi punta solo sull'aspetto ha vita brevissima. Una regola impietosa ma ben chiara ad esempio nel mondo della moda in cui la cura maniacale dell'estetica deve essere accompagnata ad una mentalità lucida e imprenditoriale. Le modelle più belle del mondo di successo sono diventate a fine carriera imprenditrici, mentre quelle che hanno puntato solo sulla bellezza sono finite a fare le commentatrici in qualche trasmissione di secondo ordine. Come ho sempre detto e ribadito nel mio libro 'Il chirurgo dell'anima', il medico può intervenire sulla carne, sui muscoli, sullo sguardo, ma sbaglia chi pensa che il volto sia una tavola piatta su cui poter scrivere. Il volto e lo sguardo fanno trasparire, quando c'è una bellezza interiore, una potenzialità interna, un pensiero acuto. E per farli emergere, è bene che i muscoli si muovano ancora e non siano paralizzati da lifting grotteschi e botulino ad alte dosi. Nonostante il coraggio di andare davanti alle telecamere mentre ci si sottopone ad un trattamento, queste persone dimostrano di vergognarsi di essere loro stesse, con la loro ossessione per la bellezza falsa e ingannevole e ingannano loro stesse quando per salvare le apparenze chiedono di essere valutate per la loro intelligenza. Un controsenso stridente. Cliccate qui per vedere il servizio di Enrico Lucci a "Le Iene". Pietro Lorenzetti

Immagine di b845db0e-beca-4c20-bc9b-21cf44453feb
Totale: 14
Book now Icona biscotto Le tue preferenze relative alla cookie policy