Piacersi a Natale

di Pietro Lorenzetti

26 November 2013

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Quest’anno mi faccio un regalo, e investo su me stesso. Le nostre case sono piene di oggetti spesso superflui e la crisi economica ha diminuito i consumi. La gente normale si chiede: “mi serve davvero?” e anche nelle famiglie più abbienti i consumi sono più meditati.

Sarà un Natale più sobrio, meno ristoranti e più cene in casa con la famiglia e gli amici. Un intimismo che porta a prediligere i rapporti rispetto ai consumi. Gli italiani non rinunceranno alla tradizione di un cenone con prodotti di qualità e si concederanno comunque un dono personale per gratificarsi.

È noto anche negli studi economici che nei momenti di crisi e durante i conflitti la gente non rinuncia a piccole spese che valorizzano la propria persona. Le difficoltà incombono? Aumentano le spese per cosmetici ed estetica. Oggi ai desideri legati a bellezza e benessere si sono aggiunti i ritocchi eseguiti dal chirurgo plastico e gli interventi di chirurgia. Tra l’altro l’inverno è la stagione più adatta e diversi sondaggi hanno rivelato che tre italiani su quattro sono favorevoli alla chirurgia e per la metà di essi il ritocco potrebbe essere una idea regalo ideale. Fare un makeover per sentirsi meglio con se stessi è un desiderio per la metà degli italiani che lo considera uno strumento per piacersi di più ed essere più sicuri con gli altri. Va detto anche che i ritocchi sono sempre più all’italiana e si ispirano all’estetica naturale e armonica delle dive nostrane.

Sono le single tra i 35 e i 50 anni le più interessante a migliorarsi: sentirsi più belle le rende più competitive nella ricerca di un partner ma anche nella carriera. Le donne più attraenti infatti guadagnano il 6% in più l’anno e sposano uomini più ricchi.

Già nel 1974 Landy e Sigall fecero leggere un saggio a degli studenti divisi in tre gruppi: il primo era indotto a credere che l’autrice fosse bella, il secondo che fosse brutta mentre al terzo non era fornita alcuna indicazione. I giudici uomini giudicarono la bella come più dotata e diedero un voto più alto mentre i giudici donne valutarono il saggio negativamente. E’ solo una delle numerose ricerche che dimostrano come un aspetto attraente abbia un potere persuasivo che viene ricercato e “speso” nelle relazioni.

La bellezza non ci protegge dal dolore e dalle delusioni, ma in un momento di crisi economica può essere un fattore di competitività nel mondo del lavoro. In una indagine americana su cui  capi del personale di un gruppo di aziende  si è verificato che i selezionatori collocano la bellezza al terzo posto dopo esperienza e sicurezza ma prima del curriculum scolastico. Ad essere premiato non è l’aspetto in sé ma caratteristiche come la sicurezza e l’autostima che l’essere attraenti sembra offrire.
Va detto inoltre che le persone scelte sono quelle più gradevoli, curate e che si prendono cura di sé in modo naturale. Gli eccessi, nel trucco, nel look o nei ritocchi, sono spesso la spia di un disagio.

La chirurgia estetica e plastica deve tendere al risultato soft, poco evidente, ancora di più sul lavoro dove il ricorso continuo al ritocco può essere controproducente. Esiste infatti nel cervello umano una sorta di “recettore” della bellezza che alla vista di qualcosa di esteticamente gradevole risponde con una emozione piacevole, che dal nervo ottico raggiunge il nucleo accumbens, zona del cervello che elabora le sensazioni di ricompensa e di piacere. Un meccanismo che in parte spiega come mai la bellezza sia così ricercata e sia tutt’altro che un elemento futile.

Di sicuro sono le donne a vedere il bisturi e siringhe come alleate: desiderio condiviso dal 46% delle donne contro un misero 14% degli uomini (comunque in progressiva crescita giacché sono triplicati in pochi anni).

Insomma, si investe più su di sé e meno su oggetti di status. Ritengo che investire su di sé e sulla propria autostima sia sempre una buona idea purché non diventi l’unico ambito di miglioramento e l’unica fonte di benessere interiore. Le persone che ci circondano ci guardano sì, ma ci valutano per le nostre azioni e i nostri pensieri che non possiamo “truccare”.

E voi, cosa ne pensate? Ditemelo commentando quì sul blog!

Buon Natale a tutti.

Pietro Lorenzetti

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