Press review

Prof. Pietro Lorenzetti and the press. His speeches on current topics, his advice on beauty, his experiences at national and international congresses.

Trattamenti estetici o chirurgia plastica? Cosa scegliere

Lorenzetti risponde alla domanda di una lettrice di Di Lei

La rivista Di Lei pubblica la risposta del Professor Lorenzetti alla domanda di una lettrice su come risolvere il problema delle borse sotto gli occhi. DOMANDA Ho un problema che mi assilla: le borse sotto gli occhi. Ho 46 anni e una pelle ancora discreta. Posso risolverlo con trattamenti ‘esterni’ o è necessario ricorrere alla chirurgia estetica? In questo secondo caso, i risultati sarebbero definitivi? Sabrina M., Milano ​RISPOSTA​ Le cosiddette ‘borse’ sono un problema che insorge orientativamente dopo i 40 anni ma in alcuni casi a causa dell’ereditarietà o di fattori anatomici e costituzionali possono fare la loro comparsa a partire già dai 25-30 anni. Certamente si tratta di un inestetismo piuttosto evidente che contribuisce a dare allo sguardo e al volto un aspetto invecchiato. Per capire cosa sono possiamo dire che sono come una piccola ‘ernia’ in cui il grasso depositato nella parte inferiore dell’occhio non è più contenuto adeguatamente dai tessuti sottostanti e quindi diventa visibile all’esterno. Sino ad alcuni anni fa, l’approccio era di eliminarle rimuovendo il grasso ma il risultato era quello di un occhio ancora più incavato e tutt’altro che giovanile. Oggi il grasso viene spostato nel solco naso-palpebrale in modo da avere un aspetto dell’occhio pianeggiante. Non parliamo più di blefaroplastica inferiore ma di un riposizionamento usando lo stesso grasso del paziente. Il risultato appare estremamente gradevole e naturale con uno sforzo minimo. Si tratta infatti di un intervento che dura tre quarti d’ora circa e che può essere eseguito scegliendo tra due accessi: all’interno della congiuntiva, quando non ci sia pelle in eccesso da eliminare, oppure esterno se contestualmente è necessario eliminare una piccola porzione di tessuto. L’incisione esterna viene eseguita lungo una piega cutanea naturale e quindi la minuscola cicatrice risulta completamente invisibile. I risultati sono di lunga durata, ma non è corretto dire che siano ‘definitivi’. Più correttamente possiamo dire che la paziente può godere dei benefici per alcuni decenni. Pietro Lorenzetti Fonte: DiLei.it

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L'imenoplastica

Lorenzetti ne parla su Benessere.com

Nella sua rubrica su Benessere.com il Professor Lorenzetti ha parlato della labioplastica. Riportiamo di seguito l'articolo. L’imene è una sottile membrana elastica posizionata nella porzione posteriore della vagina ed il vestibolo. Può presentare diverse forme che variano da una superficie con numerose piccole aperture a una superficie con un’unica apertura. Le aperture sono necessarie per la normale fuoriuscita delle secrezioni e del flusso mestruale. La membrana presenta una faccia interna costituita da un epitelio simile a quello vaginale mentre la faccia esterna è ricoperta da sottile epidermide. In alcune donne l’imene può essere quasi inesistente. Quando l’imene è presente si lacera generalmente con il primo rapporto sessuale e al suo posto rimangono dei piccoli lembi di tessuto. La sua lacerazione può essere accompagnata da sanguinamento. Altri eventi che possono determinarne la lacerazione possono avvenire anche durante l’attività sportiva o per un trauma fisico. L’imenoplastica è un intervento di chirurgia plastica effettuato per ripristinare l'imene lacerato. Può essere richiesto in alcune culture in cui è data estrema importanza alla verginità prima del matrimonio. Alcune donne lo hanno richiesto in occasione del loro 25° anniversario di matrimonio. Vista la delicatezza dell’argomento non è un intervento di cui si parla spesso e, allo stesso modo, la letteratura scientifica non ha mai dato molta risonanza al tema in oggetto. L’intervento di imenoplastica può essere effettuato in anestesia locale con sedazione o, meglio, in anestesia spinale o generale in quanto queste ultime garantiscono un maggior rilassamento muscolare e un maggior comfort per la paziente. In seguito alla lacerazione si possono ritrovare nell’orifizio vaginale i resti dell’imene lacerato. Generalmente, se la lacerazione è recente, sono sempre presenti due o tre lembi di dimensioni idonee che vengono risuturati insieme utilizzando delle suture riassorbibili intrecciate quali Vicryl 5/0 rispettando lo strato interno ed esterno dell’imene. In tutti gli altri casi vengono sollevati dalla parete vaginali quattro lembi di cui due dalla parete superiore e due dalla parete inferiore che vengono successivamente suturati insieme lasciando un piccolo orifizio per la fuoriuscita delle normali secrezioni. Le aree donatrici vengono chiuse con una sutura diretta. In qualche caso le due tecniche possono esser combinate insieme, ossia i lembi neoformati dalla parete vaginale possono essere suturati ai lembi dell’imene lacerato ancora presenti al fine di ripristinare la normale anatomia dell’imene. La membrana ricostruita deve essere abbastanza resistenza da sostenere i normali movimenti quotidiani del corpo ma anche abbastanza sottile in modo tale da poter essere lacerata durante un normale rapporto sessuale. Alla fine dell’intervento, dopo accurata detersione, viene applicata una pomata antibiotica. Il paziente deve continuare a casa un’accurata pulizia della regione con acqua calda con disinfettanti idonei per la regione ed all’applicazione della pomata antibiotica. L’intervento di imenoplastica non è particolarmente doloroso; generalmente vengono somministrati nel post operatorio antidolorifici di uso comune. Il valore della verginità sostenuto da forti convenzioni religiose e culturali è alla base della richiesta da parte di molte donne di questa particolare tipologia di intervento di chirurgia plastica genitale. Il Corano afferma che una sposa deve essere vergine, il sospetto o la certezza della mancanza della verginità rappresenta motivo di imbarazzo per la famiglia di origine della sposa. Queste motivazioni possono portare alcune categorie di donne a richiedere un intervento di imenoplastica. Per tante altre donne bisogna sottolineare che l’intervento di Imenoplastica è una loro libera scelta di cui sono a conoscenza anche i loro futuri mariti. Ad oggi il ruolo o la necessità di un intervento di imenoplastica è oggetto di discussione. Vi è la necessità di modificare l’educazione sessuale e la cultura di alcune società che danno un’eccessiva importanza al ruolo della verginità nella donna. Indipendentemente dalle discussioni etiche e scientifiche i dati indicano che l’intervento di imenoplastica è in continuo aumento nel mondo. Fonte: Benessere.com.

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Quando la chirurgia estetica stravolge l’aspetto

Lorenzetti risponde alla domanda di una lettrice di Di Lei

Il magazine Di Lei pubblica la risposta del Professor Lorenzetti alla domanda di una lettrice sul tema degli eccessi in chirurgia plastica. DOMANDA Vedo in giro tanti “mostri”, soprattutto donne, e mi chiedo come facciano a piacersi. Secondo lei quando la chirurgia estetica diviene invasiva? Quando anzichè migliorare l’aspetto lo stravolge? Le confesso che – visti certi risultati – sono profondamente indecisa se sottopormi o no a una blefaroplastica. Lei cosa consiglia alle sue pazienti, impone dei limiti alle loro richieste? Lulu 65, Milano RISPOSTA Cara Lulu, vent’anni fa si diceva che il risultato di un intervento di chirurgia plastica doveva essere intuito e non troppo visibile, poi l’ingresso sul mercato di operatori non sempre adeguatamente preparati ha portato a risultati che devono essere considerati interventi mal consigliati e mal eseguiti. Fortunatamente il trend attuale è quello di ritocchi e interventi improntati alla naturalezza e ad accompagnare l’età in modo dolce e raffinato. Un intervento chirurgico ben fatto che valorizza e non penalizza è il risultato di un colloquio che trovi il perfetto accordo tra le richieste del paziente, le possibilità della tecnica chirurgica, il senso estetico del medico e la sua capacità di eseguire l’intervento (che aumenta con il numero di procedure eseguite). Per ciò che riguarda il suo desiderio di fare una blefaroplastica la posso rassicurare, è abbastanza difficile fare degli errori eclatanti che stravolgano l’aspetto e la mimica, l’unico errore potrebbe essere quello, nel caso di una palpebra pesante, di eliminare troppa pelle e quindi rendere innaturale il tutto. Rischio che può essere scongiurato con un accurata visita preoperatoria in cui potrà specificare al chirurgo quanta pelle eliminare e il suo desiderio di un risultato naturale. Che altresì potrebbe perfezionare con un mini lifting del sopracciglio per aprire lo sguardo e dargli una nuova luminosità. Pietro Lorenzetti Fonte: DiLei.it

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Il ritocchino per lui: la chirurgia plastica per l'uomo

Lorenzetti interviene su PiuBenessere.it

Quando si parla di chirurgia estetica si pensa immediatamente alla donna, agli interventi di mastoplastica al seno o magari al lifting del viso. Il ricorso alla chirurgia e alla medicina estetica da parte degli uomini è sempre più frequente a cresce, annualmente, con percentuali a due cifre in Italia come all’estero. E nonostante la crisi! E che dire dell’età? Fino a qualche anno fa l’uomo che si rivolgeva al chirurgo aveva tra i 45 e i 55 anni: era il maschio maturo, quello col capello brizzolato, sposato, con un buon lavoro e una vita pressoché stabile. Queste indicazioni socio-culturali non valgono più. Oggi l’uomo si rivolge al chirurgo plastico molto prima e lo fa soprattutto per ottenere un naso più armonioso, un infoltimento dei capelli, un volto più giovane o, magari, un torace e un addome più tonici. Aumentano le richieste di addominoplastica, ovvero la rimozione di cute e di grasso in eccesso dalla parte superiore dell’addome; di liposcultura, con la riduzione di depositi di grasso da fianchi, glutei, ginocchia, arti superiori e altre zone corporee; di rinoplastica e, molto più spesso di quanto si possa pensare, falloplastica, sia per quanto riguarda l’allungamento che l’ingrossamento. Ma anche ginecomastia (riduzione del volume della mammella dell’uomo), lifting e trattamenti riguardanti la medicina estetica. Insomma, non c’è quasi parte del corpo maschile che non venga interessata dalle richieste che ricevo tutti i giorni. Spesso si tratta di interventi che potremmo definire più leggeri, il cosiddetto ritocchino. Anche in questi casi, il trend è in crescita e gli uomini si rivolgono al chirurgo plastico e al medico estetico non solo per correggere, ma soprattutto per prevenire. Oggi circa il 30% delle operazioni di chirurgia estetica è richiesto da uomini, un dato molto alto se si pensa agli anni passati. Ciò che è comune alla maggior parte di loro è la richiesta di interventi molto rapidi con decorsi post-operatori altrettanto celeri e segni poco riconoscibili. Ma da dove arriva quest’esigenza del ritocchino sempre più sentita anche dall’uomo? In realtà non c’è un’unica risposta. Credo che ogni situazione vada considerata a sé, non generalizzando un fenomeno che, pur restituendo un trend dell’intera società, varia necessariamente da soggetto a soggetto. Forse si punta all’immagine dei cosiddetti sex symbol che vediamo in tv e sul grande schermo, o magari agli stereotipi che dipingono il playboy di turno con pettorali e addominali scolpiti. O più semplicemente si punta a limare un difetto fisico che proprio non ci va giù. Ogni paziente che si rivolge al chirurgo plastico, uomo o donna che sia, è unico. Unico è il motivo che lo spinge a farlo. E unico è il trattamento che il chirurgo plastico deve riservargli. Pietro Lorenzetti Fonte: PiuBenessere.it

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La labioplastica

Lorenzetti ne parla su Benessere.com

Nella sua rubrica su Benessere.com il Professor Lorenzetti ha parlato della labioplastica. Riportiamo di seguito l'articolo. La labioplastica è un intervento chirurgico effettuato per la correzione di problemi funzionali, estetici o entrambi, associati alla protrusione delle piccole labbra dei genitali femminili. Descritta per la prima volta nel 1984 in riviste scientifiche di Chirurgia Plastica questa procedura, nota come circoncisione delle piccole labbra, era già conosciuta nel passato in quanto costume sociale in alcune culture. Nel corso degli anni ha incrementato la sua popolarità tanto che solo nel 2015, secondo i dati statistici della Società americana di Chirurgia Plastica (ASAPS), l’incidenza dell’intervento di labioplastica è aumentata di oltre il 48%. La crescente popolarità della procedura è stata attribuita ad una maggiore esposizione dei genitali femminili attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e tutto questo ha contribuito ad affermare un modello di perfezione dei genitali femminili ed una maggiore consapevolezza nella donna. I motivi che portano le donne ad effettuare questa procedura sono diversi e vanno dall’estetica pura al disagio funzionale e al dolore, o ad entrambi variamente associati. Un’ipertrofia delle piccole labbra può determinare vari disturbi tra cui interferenza con lo sport, difficoltà alla pulizia con infezioni esterne ricorrenti, infezioni croniche delle vie urinarie, disagio psicologico e difficoltà durante il rapporto sessuale. I pazienti che effettuano un intervento di labioplastica hanno un elevato tasso di soddisfazione tra il 95 e il 100%. La normale anatomia della regione genitale prevede, con la dovuta variabilità individuale, che le piccole labbra debbano avere una larghezza media di circa 2,5 cm e non sporgere dalle grandi labbra. Tecnicamente si parla di ipertrofia delle piccole labbra quando la distanza tra la linea mediana e il bordo libero laterale delle piccole labbra è maggiore o uguale a 5 cm. Un’altra classificazione (Franco 1993) divide l’ipertrofia labiale in quattro stadi di gravità crescente, dallo Stadio 1, la cui larghezza delle piccole labbra è inferiore ai 2 cm allo stadio 4 in cui le piccole labbra hanno una larghezza superiore a 6 cm. La distanza è misurata dalla base delle piccole labbra (il canale vaginale) alla punta più distale. L’intervento di labioplastica si esegue in regime di Day-Hospital ed in anestesia locale con eventualmente una leggera sedazione. Le tecniche chirurgiche sono numerose e comprendono la disepitelizzazione di una parte delle piccole labbra e la loro successiva sutura, l’escissione diretta, tecniche di resezione come la W–plastica e la Z–plastica, l’escissione di un cuneo di mucosa centrale o inferiore e successiva chiusura. Tutte determinano una riduzione delle piccole labbra in modo da evitare la loro protrusione al di fuori delle grandi labbra. Vengono generalmente effettuate delle suture con materiali riassorbibili che non necessitano di essere rimossi. Le suture possono essere continue o a punti staccati. Tutte le tecniche hanno dei pro e dei contro, per cui ogni caso va valutato singolarmente durante la prima visita da un Chirurgo Plastico con esperienza nel settore per definire la tecnica più adatta senza standardizzare le procedure. È necessaria una terapia antibiotica post operatoria sia per bocca che mediante unguento locale ed un’interruzione dell’attività sessuale per almeno trenta giorni. Una meticolosa igiene perineale e genitale, l’utilizzo di tamponi assorbenti le prime settimane e l’ausilio di farmaci antinfiammatori ed antidolorifici sono raccomandati. Un gonfiore genitale i primi giorni dopo l’intervento è da considerarsi normale. Complicazioni post operatorie sono rappresentate da deiscenza della ferita, piccoli ematomi, sofferenza della mucosa, infezioni, cicatrice visibile (rara). Nonostante queste rare complicazioni l’intervento di labioplastica è sicuro, permette la risoluzione immediata e permanente di un disagio importante di alcune donne e il tasso di soddisfazione delle pazienti è estremamente elevato. L’intervento di labioplastica può essere variamente associato ad altri interventi volti al ringiovanimento vaginale a carico delle grandi labbra o dell’area sovra pubica. Fonte: Benessere.com

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