Speciale calvizie

Chirurgia della calvizie


La chirurgia della calvizie permette di risolvere il problema della calvizie nell'uomo e spesso anche nella donna. Le tecniche di intervento in questo ambito della chirurgia plastica permettono oggi di ottenere importanti risultati duraturi nel tempo.

Il Professor Pietro Lorenzetti è Incoming President della ISHR - Italian Society for Hair Restoration (Società Italiana per la Cura e Chirurgia della Calvzie) ed effettua interventi di chirurgia della calvizie per uomini e donne.
In questa sezione verranno presentate dettagliatamente le cause della calvizie, le diverse tipologie di intervento e pubblicati degli speciali sul trattamento specifico di alcune patologie.

 

La perdita di capelli nelle donne

Cause e rimedi alla caduta di capelli nelle donne

La caduta dei capelli nelle donne è vissuta in maniera più invalidante che negli uomini. La perdita dei capelli è causata da diversi fattori e cause che possono anche sovrapporsi e alterare il quadro clinico. È necessario effettuare una sere di indagini volte a scoprire se la perdita di capelli è di natura transitoria o permanente. L’ecografia pelvica, associata all’esame dei dosaggi ormonali, può essere utile quando, in aggiunta alla caduta dei capelli sono presenti uno o più di questi fattori: irregolarità mestruali; ovaio poli cistico; obesità; irsutismo. Pillole anticoncezionali e caduta dei capelli nelle donne Quando viene effettuata la diagnosi è di routine chiedere alle pazienti se assumono pillole anticoncezionali e il loro nome commerciale. Infatti, alcune pillole anticoncezionali possono migliorare ed arrestare la caduta dei capelli, altre invece possono essere le responsabili della loro caduta. In tutte le pillole è contenuto “etinilestradiolo”, un estrogeno che fa bene ai capelli ma l’aggiunta di alcuni progestinici, che derivano dal nor-testosterone, esplicano un’azione androgenizzante e, quindi, possono essere le responsabili della caduta dei capelli. Fra questi progestinici, il Gestodene, il Desogestrel e il levonorgestrel sono presenti nelle composizioni di alcune pillole anticoncezionali. Alopecia androgenetica nelle donne Nelle donne l'alopecia androgenetica è molto rara e si verifica in seguito a gravi squilibri ormonali o tumori testosterone-secernenti. Il testosterone viene trasformato in deidrosterone (DHT) da un enzima (la 5 alfa reduttasi). Il DHT è responsabile della miniaturizzazione del follicolo, quindi produrrà un capello sempre più sottile che si superficializzerà fino a cadere. Le zone colpite da diradamento nella la donna sono quelle a ridosso della prima linea frontale nella parte centrale del capo. Le donne che soffrono di squilibri ormonali e presentano una forma di alopecia androgenetica possono trovare un netto miglioramento con l’assunzione orale della pillola anticoncezionale che contiene di ciproterone acetato ad azione antiandrogenizzante e l’etinilestradiolo, un estrogeno. Anche le terapie topiche seguono lo stesso criterio, infatti insieme a classici e indiscussi medicinali vengono aggiunti antiandrogeni ed estrone. Le alopecie androgenetiche nelle donne, che sono causa di defluvio in telogen, possono essere inoltre classificate come segue: alopecia androgenetica ereditaria; alopecia androgenetica da anoressia nervosa; alopecia androgenetica da deficit enzimatico surrenalico; alopecia androgenetica da ovaio poli cistico; alopecia androgenetica da iperprolattinemia;al opecia androgenetica da tumore secernente androgeni.

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Domande frequenti sul trapianto di capelli

Le risposte del Professor Lorenzetti e del suo staff

Il successo dell'intervento di autotrapianto follicolare è anche legato all'osservanza, da parte del paziente, di alcune indicazioni offerte dal chirurgo plastico per non compromettere il buon esito dell'operazione. Di seguito, vengono riportate alcune delle domande che più frequentemente il Professor Lorenzetti si è sentito rivolgere dai suoi pazienti che si sono sottoposti ad un intervento di chirurgia della calvizie. Inoltre, alcune informazioni su tecniche e terapie possono risultare utili ai pazienti per capire come rapportarsi con questa operazione. Cosa fare subito dopo l’intervento di trapianto di capelli? Assumete la terapia prescritta. Evitate movimenti bruschi. Muovetevi con calma e tranquillità quando vi rivestite e quando allacciate le scarpe. Prestate massima attenzione quando sfilate dalla testa un indumento o lo indossate. Indossate capi d’abbigliamento che si infilano dalle maniche, come: camice, cardigan, ecc... Relax: optate per un pomeriggio o una serata tranquilla; l’intervento vi ha costretti a restare immobili sul lettino per diverse ore, potreste quindi, avvertire qualche fastidio alla schiena o sentirvi un po' spossati e con la sensazione di avere un “casco” sulla testa. Alimentazione: dopo l'intervento, potete mangiare e bere quello che preferite; fanno eccezione le bevande alcoliche, che dovete evitare almeno la sera dell’intervento. Riposo notturno: la posizione da mantenere la prima notte dell'intervento è quella semi-seduta; aiutatevi con dei cuscini da posizionare dietro la schiena, per arrivare ad avere il tronco più in alto rispetto alle gambe; per immobilizzare la testa ed evitare che le unità follicolari fuoriescano, potete utilizzare o un cuscino da viaggio (quelli a ciambella che si appoggiano intorno al collo) oppure formare, con un telo da bagno, un rotolo da posizionare sotto il collo. Come effettuare lo shampoo dopo l'intervento di trapianto di capelli? Dopo 24 ore dall'intervento, è importante effettuare il primo shampoo seguendo scrupolosamente le indicazioni che seguono. Utilizzate lo shampoo opportunamente prescritto dallo staff medico al momento della dimissione tutti i giorni per 15 giorni. Lavate i capelli in un lavandino, non sotto il getto diretto della doccia. Regolate la temperatura dell’acqua: deve essere tiepida e avere un flusso leggero. Bagnate tutta la testa. Diluite un po' di shampoo nel palmo della mano in modo da formare una leggera schiuma e massaggiate delicatamente la zona trapiantata. Massaggiate con i polpastrelli la zona donatrice in corrispondenza dei punti di sutura. In questa zona il massaggio deve essere un po' più deciso e un leggero fastidio, dolore o insensibilità è normale, non preoccupatevi. Risciacquate tutta la testa, con acqua tiepida. Tamponate delicatamente con un asciugamano di cotone. L’uso dell’asciugacapelli va limitato ma, se proprio si deve, va sempre utilizzato al minimo della potenza, con aria tiepida e mantenendolo ad una distanza di almeno 15 cm. Stendete un velo sottile di una pomata prescritta dallo staff medico sulla cicatrice, in corrispondenza dei punti di sutura. Lo shampoo deve essere eseguito tutti i giorni fino alla rimozione dei punti di sutura. Apposita pomata va applicata dopo ogni shampoo solo sulla cicatrice; il suo uso deve essere sospeso il giorno prima della rimozione dei punti. Dopo 5/6 giorni è importante durante i lavaggi aumentare progressivamente l’intensità del massaggio del cuoio capelluto al fine di ammorbidire le crosticine, per facilitarne la loro rimozione. In nessun caso le crosticine devono essere “grattate” staccate o rimosse a secco. Se gli shampoo sono stati effettuati con regolarità, seguendo le indicazioni sopra citate, le crosticine scompariranno entro 7 giorni. Se dopo una settimana le crosticine permangono, vi consigliamo di acquistare in erboristeria l’olio di mandorle dolci, oppure in farmacia, un olio spray arricchito con vitamina E e di utilizzarlo in questo modo: tamponate o spruzzate l’olio sulla zona dove permangono le crosticine; massaggiate delicatamente il cuoio capelluto e lasciate agire l’olio per un paio di minuti; effettuate lo shampoo massaggiando bene il cuoio capelluto per rimuovere l’olio. La presenza di uno o più capelli nelle crosticine che cadono, è normale e non deve preoccuparvi, i bulbi sono attecchiti, ricresceranno nel giro di un paio di mesi. Quando è possibile effettuare il taglio e la tinta dei capelli? Dopo la rimozione dei punti, potete regolare il taglio di capelli dal vostro barbiere/parrucchiere di fiducia. Dopo un mese dall’intervento, potete riprendere a fare la tinta. Cosa è vietato per i primi 30 giorni dopo il trapianto di capelli? Esporsi al sole senza cappellino. L’esposizione diretta al sole favorisce, sopratutto nei pazienti calvi, la formazione di antiestetiche discromie (macchioline) sul cuoio capelluto. Vi raccomandiamo, quindi, di proteggervi dagli effetti dannosi dei raggi solari con un cappellino di cotone. Esistono in commercio speciali cappellini certificati UPF 50+ che filtrano il 98% dei raggi U.V.A e U.V.B. Nuotare al mare o in piscina. La salsedine al mare ed il cloro contenuto nelle piscine disidratano ed irritano il film idro lipidico del cuoio capelluto, compromettendone la guarigione. Praticare attività sportive. Le flessioni addominali, con estensione del capo (portando le mani dietro la nuca) compromettono il buon esito della cicatrizzazione nell’area di prelievo. Informateci sul tipo di sport che praticate, chiariremo ogni vostro dubbio e stabiliremo insieme i tempi giusti per praticarli. Utilizzare il casco da motocicletta. Il casco esercita uno stress meccanico sulla cicatrice e sul cuoio capelluto, compromettendone la guarigione. Trascorsi questi 30 giorni dall’intervento, potete nuovamente indossare il casco con un sotto casco di cotone per proteggere il cuoio capelluto. Cosa è vietato per i primi 90 giorni dopo il trapianto di capelli? Esporsi in modo diretto al sole. Per i primi 90 giorni, è obbligatorio l'uso del cappellino. Trascorsi 90 giorni dall’intervento, vi consigliamo di utilizzare uno spray ad alta protezione, in sostituzione del cappellino. Gli spray ad alta protezione, specifici per cuoio capelluto creano uno schermo invisibile e lo proteggono dagli effetti dannosi del sole. Che cos’è la sutura tricofitica? È una tecnica chirurgica speciale che lascia una piccola cicatrice sullo scalpo. Con questa tecnica i follicoli piliferi possono anche crescere sul tessuto cicatrizzato mascherando cosi i punti di sutura. Che cosa è la “Dense Packing”? È il nome dato all’intervento che presume il trapianto delle unità follicolari con una densità maggiore di 35 per centimetro quadrato (35 UF/cm2). In ogni caso, la maggior parte dei chirurghi tricologhi non vuole superare le 25 unità follicolari per centimetro quadrato (25 UF/cm2) a causa delle difficoltà tecniche e rate di successo inferiori. Che cosa è la terapia laser a basso livello (Low Level Laser Therapy)? Si tratta di una terapia di supporto che accelera la guarigione della ferita dopo il trapianto di capelli. Stabilizzando la circolazione sanguigna aiuta a ridurre l’infiammazione.

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Trapianto di capelli: post-operatorio e risultati

Accortezze dopo l'operazioni e risultati nel breve e lungo periodo

Cosa fare dopo il trapianto di capelli Dopo il trapianto di capelli, nel post-operatorio verranno prescritti antibiotici ed analgesici al bisogno e si darà appuntamento dopo 15 giorni per la rimozione della sutura. La posizione da mantenere la prima notte sarà quella semiseduta, aiutandosi con dei cuscini dietro la schiena per arrivare ad avere il tronco più in alto rispetto alle gambe. Per immobilizzare la testa ed evitare che le unità follicolari fuoriescano si potrà utilizzare un telo da bagno arrotolato da posizionare sotto il collo. Il paziente dovrà lavare i capelli il giorno dopo l’intervento e tutti i giorni a seguire, fino alla rimozione dei punti di sutura. Sulla zona donatrice a partire dal giorno dopo l’intervento il paziente applicherà una pomata prescritta dallo staff medico e la sospenderà il giorno prima della rimozione dei punti. La presenza di crosticine nella zona trattata è normale, se gli shampoo vengono eseguiti correttamente queste cadono spontaneamente nel giro di 6-8 giorni. Qualora le crosticine tardino a cadere è consigliabile l'utilizzo di un olio arricchito di vitamina E (VEA oil) da posizionare sul capo prima del consueto shampoo giornaliero. I follicoli trapiantati cominceranno a ricrescere dopo circa 10-12 settimane, dopodiché la velocità di crescita sarà mediamente 1 cm. al mese. Un vero beneficio estetico si avrà solamente a distanza di 6-8 mesi. Al fine di ottenere un ottimo risultato, è vietato fare bagni in piscina o al mare per un mese, esporsi direttamente al sole per i primi 2-3 mesi, l'uso del casco da motocicletta per 1 mese e praticare sport per 1 mese. I risultati del trapianto di capelli I primi risultati apprezzabili, compaiono tra il 6° e il 9° mese dall'intervento, mentre è possibile valutare il risultato finale dopo 12 mesi. L’intervento di autotrapianto garantisce un rinfoltimento delle aree diradate ma non si sostituisce alle terapie che, invece, curano la caduta dei capelli. È importante, quindi, seguire una terapia dermatologica che curi e arresti la caduta dei capelli e conservi nel tempo i risultati ottenuti con l’intervento di autotrapianto.

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Tecnica Strip o FUE per il trapianto di capelli

Principali differenze, vantaggi e svantaggi

L’intervento di autotrapianto, può essere eseguito utilizzando due tecniche. Tecnica STRIP. Prevede ilprelievo di una losanga di cute dalla zona nucale. La losanga viene sezionata e si dividono le unità follicolari che verranno poi reinserite nelle aree diradate. Tecnica FUE. Prevede l’estrazione di singole unità dalla zona nucale, le quali verranno poi reinserite nelle aree diradate. In entrambe le tecniche si raggiunge l’obiettivo di ripristinare le aree colpite da diradamento o calvizie. La sostanziale differenza tra le due tecniche risiede, appunto, nella modalità di prelievo delle unità follicolari. La STRIP o FUT (Follicolar Unit Transplantation) è una tecnica di impianto che utilizza le unità follicolari provenienti dal prelievo di una losanga di cuoio capelluto prelevata dalla zona nucale (area donatrice). La FUE (Follicolar Unit Extraction) è una tecnica di impianto che utilizza unità follicolari estratte direttamente dalla zona nucale con un punch circolare. La scelta del diametro del punch dipende dallo spessore delle unità follicolari da prelevare e può essere di 0,7 mm, 0,8 mm o 0,9mm, 1 mm. Con la tecnica STRIP è possibile prelevare in un’unica seduta fino ad un massimo di 4.000-5.000 unità follicolari se la densità dell’area donatrice lo consente. Con la tecnica FUE è possibile prelevare in una seduta fino ad un massimo di 2.000 unità follicolari. La scelta dell’una o dell’altra tecnica è influenzata dalla densità dell’area donatrice e dal numero di cm quadrati dell’area da rinfolitire. Vantaggi e svantaggi della tecnica STRIP Vantaggi Ottimizza l’area di prelievo consentendo di asportare fino ad un massimo di 4.000-5.000 unità follicolari per seduta. Non ci sono limiti riguardo alla natura del capello (lisci, ricci, mossi o bianchi). Il prelievo della losanga riduce al minimo il rischio di trauma delle unità follicolari prelevate. Asportata la losanga, i margini vengono suturati e l’esito del prelievo consistono in una sottilissima cicatrice della larghezza di 1 mm che viene mascherata sotto i capelli. Qualora ci fosse la necessità di intervenire nuovamente, la cicatrice può essere riutilizzata per i prelievi dei successivi interventi rimanendo ugualmente sottile. Con la tecnica STRIP la separazione delle unità follicolari è effettuata grazie all'utilizzo di ingranditori che permettono di rispettare la loro morfologia e conservare le guaine che le rivestono, garantendo l’attecchimento di tutte le unita follicolari inserite. Svantaggi Se il paziente dovesse decidere in un futuro di radersi tutti i capelli sarebbe visibile seppur piccola, la cicatrice lineare del post-intervento. Vantaggi e svantaggi della tecnica FUE Vantaggi Assenza di cicatrice lineare nella zona donatrice. Piccole aree alopeciche o cicatriziali da rinfoltire. Svantaggi Si possono prelevare un massimo di 1.500/2.000 unità follicolari al giorno a seconda dei casi. Per ottenere lo stesso risultato della tecnica STRIP (3.000 – 3.500 unità follicolari impiantate in una seduta) sono necessarie DUE sedute. Il prelievo con i punch può danneggiare le unità follicolari contigue a quelle del prelievo. La tecnica Fue è sconsigliata ai pazienti con capelli mossi o ricci. Esecuzione dell’intervento con tecnica STRIP L’intervento viene eseguito in anestesia locale. Per rilassare il paziente un’ora prima dell'intervento viene somministrata una premedicazione. In sala operatoria, poi, si procede come segue: anestesia della zona donatrice; prelievo della losanga; sutura della zona di prelievo; slivering della losangadi cuoio capelluto; separazione delle unità follicolari; classificazione per tipologia delle unità follicolari (mono, bi, tri o quadribulbari) a seconda del numero di capelli in essi contenuta; anestesia della zona da rinfoltire; creazione dei siti di ricezione con l’ausilio di microbisturi di grandezza variabile; inserimento delle unità follicolari; revisione per verificare che tutte le unità follicolari siano orientate nel giusto verso; congedo finale con istruzioni post-intervento e terapia farmacologica. Impianto delle unità follicolari Le incisioni vengono effettuate tenendo conto del calibro e della profondità delle diverse unità follicolari (mono, bi, tri, quadri) e dell’inclinazione, nel rispetto della disposizione dei capelli vicini. Si utilizzano microbisturi che variano da 0,7mm fino ad un massimo di 1,25mm a seconda del calibro e della tipologia delle unità follicolari. Le unità follicolari vengono separate, contate e immerse in soluzione di ringer lattato a +4° per garantire l’idratazione necessaria fino al momento del loro inserimento. Le incisioni vengono colorate con blu di metilene per essere meglio visualizzate e questo permette di intervenire in quelle zone che si mostrano immediatamente disomogenee per densità. L’inserimento, fase molto delicata dell’intervento, è effettuato da 2 tecnici che con molta delicatezza e con l’aiuto di pinzette affilatissime collocano le unità follicolari nei siti riceventi garantendo che non subiscano nessun trauma che possa compromettere la loro sopravvivenza una volta inserite. La revisione finale, terminato l’intervento, garantisce che tutte le unità follicolari inserite abbiano la stessa direzione dei capelli preesistenti e che tutte le incisioni abbiano la loro unità follicolare.

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Cosa fare prima del trapianto di capelli

Visita pre operatoria, esami e confronto con il chirurgo prima dell'operazione

La parte più delicata dell’intervento è quella che consiste nel valutarne la progettazione e lo stato attuale della zona donatrice, tenendo conto dell’eventuale perdita di capelli nel decennio successivo. Con interventi ripetuti può essere possibile aumentare la densità già esistente o compensare la potenziale perdita di capelli in futuro. L’autotrapianto è un intervento e come tale ha la necessità di essere “programmato” per garantirne la buona riuscita. Il paziente potrà manifestare la sua preferenza sulla tecnica da eseguire ma è il chirurgo che decide quale delle due tecniche oggi a disposizione è quella più indicata per il suo caso. Solo il chirurgo è in grado di valutare in visita se esistono impedimenti alla fattibilità dell’autotrapianto. I collaboratori, una volta concordata con il chirurgo ed il paziente la tecnica da eseguire, dovranno provvedere ad effettuare 4 foto: difronte testa diritta; difronte testa piegata in avanti; di profilo a destra; di profilo a sinistra. Il confronto pre operatorio Presupposto fondamentale per ottenere la massima compliance è il colloquio, o meglio ancora i colloqui preliminari con il paziente, durante i quali sarà importante comprendere le aspettative, spiegando realisticamente i risultati ottenibili con le diverse tecniche di impianto. Chi si occupa di autotrapianto di capelli sa che: è un intervento che solo apparentemente può risultare semplice e di facile realizzazione, ma che, per riuscire bene, deve essere svolto scrupolosamente in ogni sua fase; eseguito, da mani esperte e da seri professionisti, produce un risultato sempre soddisfacente; la costituzione di un affiatato team è sicuramente un’arma vincente, ogni figura è chiamata a fare del proprio meglio per far si che il paziente sia adeguatamente motivato e consapevole di vivere il momento chirurgico come un tramite per il proprio miglioramento. Consigli da fornire ai pazienti per gestire al meglio i giorni che precedono il trapianto di capelli Sospendere le terapie topiche a base di minoxidil 14 giorni prima dell'intervento. Evitare aspirine o antiinfiammatori per i 7 giorni che precedono l’intervento. Non bere alcool o preparati multivitaminici nei 7 giorni che precedono l’intervento. Lavare i capelli la sera prima del trapianto ed il mattino stesso, non usare lacche o gel. Indossare abiti comodi, evitare qualsiasi abito che possa infastidire il capo o che richieda il passaggio dal capo mentre lo si indossa (es. maglioni stretti). Ideali sono camice e giacche comode. Portare gli esami originali. Portare un cappellino di cotone, scegliendo un modello con visiera regolabile nella parte posteriore oppure un cappello morbido e di cotone modello da pescatore. Organizzare al meglio il trasporto verso il luogo dell’intervento e il ritorno a casa. Il ruolo del chirurgo e dello staff L’autotrapianto di capelli è un intervento che richiede: abilità chirurgica; manualità e conoscenza delle unità follicolari da parte degli operatori che si occupano della loro separazione; profonda conoscenza della cute e delle sue patologie; gusto estetico che rispetti le caratteristiche del viso e dell'età dei pazienti. Il chirurgo è l’unica figura che è in grado di fare una diagnosi precisa ed individuare lo stadio di una forma clinica evolutiva. I seguenti parametri sono studiati prima dell’intervento e determinano il caso specifico di ogni paziente. La qualità del lavoro da realizzare dipende dalla strategiadi intervento utilizzata. Bisogna sapere che la zona donatrice per il trapianto di capelli è limitata. Una persona che ha subito una vasta perdita di capelli che comprende la zona dell’alta corona (Norwood VI e VII), ha subito una perdita di circa 30.000 follicoli piliferi. Ma la capacità di innesti prelevabili da una zona donatrice tipica è limitato a circa 7.000 – 8.000 totali in 2-3 sedute. Bisogna gestire con parsimonia questo capitale evitando tutti gli sprechi. Un risultato esteticamente riuscito deve rimanere tale negli anni a venire. Bisogna che ogni sequenza di trapianto possa essere l'ultima. Il risultato ottenuto deve raggiungere il massimo grado di soddisfazione del paziente.

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