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Garanzia e sicurezza in chirurgia plastica

Il Prof. Lorenzetti ospite di Medicina 33

Quali garanzie deve chiedere un paziente che si rivolge al chirurgo plastico? Quali sono i materiali sicuri da utilizzare in chirurgia estetica? Quali sono i requisiti che deve avere una struttura e un chirurgo plastico per assicurare la massima e migliore assistenza possibile ad una persona che si sottopone ad un intervento di chirurgia plastica? La sicurezza è senza dubbio uno degli argomenti più discussi in questo periodo in chirurgia plastica e uno dei principali punti di interesse del Professor Pietro Lorenzetti, sempre orientato a garantire, innanzitutto, la tranquillità dei propri pazienti. Su questi argomenti il chirurgo plastico ha discusso con Luciano Onder nel corso di Medicina 33. Lorenzetti sottolinea immediatamente che è importante utilizzare materiali sicuri perché si tratta di sostanze che il chirurgo plastico inserisce nel corpo del paziente per limare dei difetti o, nel caso di protesi, per migliorare la forma di seni e glutei, ad esempio. In particolare, le protesi mammarie devono essere assolutamente certificate e prodotte da aziende che siano autorizzate a distribuirle in Europa ed in Italia. Al giorno d'oggi le protesi che offrono migliori risultati in termini estetici e di durata sono quelle anatomiche, costituite da un gel altamente coesivo, compatto, che in caso di rottura non genera la fuoriuscita di alcun tipo di liquido. Anche per i filler che vengono iniettati in medicina estetica, come ad esempio il botulino, è importante la certificazione: è fondamentale che il medico rilasci al paziente una garanzia di ciò che ha impiantato. I filler migliori sono a base di acido ialuronico, tutti completamente riassorbibili dall'organismo. Anche la tossina botulinica, che oggi offre risultati eccellenti, deve assolutamente essere certificata e autorizzata all'utilizzo in Italia: capita spesso che materiali a basso costo di importazione vengano impiantati generando spesso risultati pericolosi per la salute dei pazienti. Parlando di strutture in cui sottoporsi all'intervento, il Professor Lorenzetti sottolinea con decisione che si sta parlando di interventi chirurgici che, sebbene di superficie, devono assolutamente essere effettuati in ambienti qualificati alla presenza di un anestesista e con un post-operatorio adeguato in cui i pazienti devono essere seguiti: non può trattarsi di una chirurgia "mordi e fuggi" in cui ci si opera e subito dopo si scappa a casa. Il rispetto dei parametri di sicurezza tipici di un intervento chirurgico, anche se poco invasivo, garantiscono la salute del paziente durante e dopo l'operazione. La professionalità del chirurgo plastico rappresenta un'altra delle garanzie che il paziente deve chiedere prima di operarsi: è importante chiedere informazioni al medico, mettersi a conoscenza del suo curriculum, informarsi sulle fasi pre e post-operatorie. E' quindi fondamentale mettersi nelle mani di uno specialista in chirurgia plastica, ancora meglio se con comprovata esperienza. Per vedere l'intervento del Professor Lorenzetti a Medicina 33, posiziona il cursore del filmato di seguito al minuto 09.20.

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Essere belle al giorno d'oggi

Cosa significa la bellezza nella società moderna?

Lo SPREAD della bellezza è in rialzo, ma serve più alla carriera che al matrimonio. Le bionde guadagnano il 7% in più l'anno e sposano uomini più ricchi (6%) e in tempi di crisi investono in ritocchi per combattere la crisi. Gli uomini preferiscono le belle... ma sposano le 'carine'. Gli uomini corteggiano e collezionano flirt con le bellissime, che aumentano il loro status e la loro autostima, ma sposano ragazze gradevoli ma più rassicuranti. La bellezza della partner infatti, specie se vistosa, è motivo di insicurezza per l'uomo. Tenerla legata a sé e lottare continuamente con eventuali rivali è molto faticoso. La bellezza femminile e quindi è una caratteristica desiderabile che ha un rovescio della medaglia. Le donne molto belle, rifatte o meno, collezionano molte conquiste e sono gratificate dai corteggiatori, ma hanno maggiori difficoltà a costruire una relazione stabile o matrimonio felice. “Nella mia esperienza, che gode di un punto di vista privilegiato, più che nelle relazioni la bellezza oggi è qualcosa che viene ricercata perché può aiutare nel mondo del lavoro" spiega il professor Pietro Lorenzetti, "diverse ricerche e molti studi di psicologia sociale sostengono che le persone attraenti siano avvantaggiate nel percorso scolastico e nel lavoro". Uno studio dell'Università del Queensland, a Brisbane, ad esempio, ha rilevato che le donne bionde guadagnano circa il 7% in più (sino a 2mila euro l'anno in media) rispetto alle signore con chiome di altri colori e si sposano con uomini più ricchi delle altre (circa il 6% in più). La letteratura scientifica si è concentrata nel verificare l'esattezza dello stereotipo bello uguale buono, ossia il pregiudizio secondo il quale alla bellezza si accompagnano tratti psicologici positivi. I risultati sono molto interessanti: la bellezza fisica funziona come segno di status, alla pari con la razza e le capacità economiche. Già nel 1974 Landy e Sigall fecero leggere un saggio a degli studenti divisi in tre gruppi: il primo era indotto a credere che l'autrice fosse bella, il secondo che fosse brutta mentre al terzo non era fornita alcuna indicazione. I giudici uomini giudicarono la bella come più dotata e diedero un voto più alto mentre i giudici donne valutarono il saggio negativamente. È solo una delle numerose ricerche che dimostrano come un aspetto attraente abbia un potere persuasivo che viene ricercato e "speso" nelle relazioni. La bellezza non ci protegge dal dolore e dalle delusioni, ma in un momento di crisi economica può essere un fattore di competitività nel mondo del lavoro”. In una indagine americana su cui capi del personale di un gruppo di aziende si è verificato che i selezionatori collocano la bellezza al terzo posto dopo esperienza e sicurezza ma prima del curriculum scolastico. Ad essere premiato non è l'aspetto in sé ma caratteristiche come la sicurezza e l'autostima che l'essere attraenti sembra offrire. Va detto inoltre che le persone scelte sono quelle più gradevoli, curate e che si prendono cura di sé in modo naturale. Gli eccessi, nel trucco, nel look o nei ritocchi, sono spesso la spia di un disagio. “La chirurgia estetica e plastica devono tendere al risultato soft, poco evidente, ancora di più sul lavoro dove il ricorso continuo al ritocco può essere controproducente” sottolinea l'autore del saggio 'Il Chirurgo dell'anima' da poco uscito per Baldini e Castoldi “botulino, filler, liposuzione e mastoplastica non sono più da tempo appannaggio solo di attrici e donne dello spettacolo, ma sono ormai strumenti per fare carriera, apparire giovani, efficienti e grintose". Le bruttine stagionate, quelle che rinunciano a truccarsi e che tentano di sfondare solo grazie al cervello faranno molta più fatica. Esiste infatti nel cervello umano una sorta di 'recettore' della bellezza che alla vista di qualcosa di esteticamente gradevole risponde con una emozione piacevole, che dal nervo ottico raggiunge il nucleo accumbens, zona del cervello che elabora le sensazioni di ricompensa e di piacere. Un meccanismo che in parte spiega come mai la bellezza sia così ricercata e sia tutt'altro che un elemento futile.

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Il riutilizzo del grasso in chirurgia estetica

Il Prof. Lorenzetti ne parla a Medicina 33

Negli ultimi anni si sta affermando sempre di più la tendenza di riutilizzare il grasso in eccesso nel paziente per eseguire interventi più o meno importanti di chirurgia plastica. Il Professor Pietro Lorenzetti è stato ospite di Medicina 33 proprio per parlare in studio con Luciano Onder dei vantaggi legati all'utilizzo di questa tecnica in chirurgia estetica. Il grasso che viene asportato negli intercenti di chirurgia plastica, come ad esempio la liposcultura, può essere utilizzato in diverse parti del corpo: dal viso, al corpo e, in alcuni casi, anche nel seno. In pratica, il grasso asportato viene rilavorato, viene eliminata la parte meno utile e successivamente riutilizzato per colmare vari difetti estetici. L'utilizzo del grasso asportato dal paziente offre particolari vantaggi soprattutto nella piccola chirurgia del viso. Il grasso aspirato può essere utilizzato sul viso per risolvere alcuni problemi estetici legati al naso, per riempire le rughe, per dare un contorno migliore al volto. L'utilizzo del grasso ha anche il considerevole vantaggio di non dover impiegare i cosiddetti filler per eseguire queste operazioni. Il grasso può essere utilizzato anche nella mammella, ma con molta attazione, perché si tratta di un organo molto delicato che deve essere sempre possibile studiare attraverso mammografie ed ecografie. Per questo motivo, è importante che ad effettuare queste infiltrazioni sia un chirurgo plastico esperto che sappia esattamente dove sta mettendo le mani. Esistono, inoltre, anche limiti sui volumi che possono essere raggiunti, perché spesso non si raccoglie il grasso sufficiente per dare al seno le dimensioni desiderate. Si tratta di una nuova tendenza da studiare con attenzione e da tenere in considerazione. Come sempre, Lorenzetti non manca di sottolineare che in questo caso, come in tutti gli interventi di chirurgia plastica e medicina estetica, bisogna rivolgersi a strutture e medici qualificati. Nello specifico, inoltre, è importante che il grasso asportato venga trattato e preparato in maniera corretta in un ambiente sterile. Per ascoltare l'intervista completa del Professor Lorenzetti a Medicina 33, posiziona il cursore del filmato di seguito al minuto 10.35.

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Cinquanta anni di protesi al seno

Panorama intervista Lorenzetti

A cinquanta anni dal primo utilizzo delle protesi al seno, Panorama dedica uno sepciale all'evoluzione della chirurgia plastica, interpellando al riguardo il Professor Pietro Lorenzetti. Molto è cambiato dalle prime protesi al silicone impiantate nel 1962 dai chirurghi americani Thomas Cronin e Franck Gerow su Timmie Jean Lindsey, operaia texana madre di 6 figli. Ma oggi la mastoplastica additiva rimane l’intervento estetico più richiesto in Italia e il secondo più praticato al mondo. Un sondaggio eseguito dall’International Society of Aesthetic Plastic Surgeons ha appurato che nel 2010 l’Italia era il settimo paese al mondo per numero di procedure estetiche e, con oltre 75.000 interventi nel corso dell’anno, la mastoplastica additiva è il “ritocco” in assoluto più praticato, seguito a ruota da interventi di lipoplastica (liposuzione, liposcultura) per rimodellare alcune parti del corpo. La parola d’ordine è naturalezza, in controtendenza con gli interventi che si facevano negli anni Ottanta e Novanta. Assicura Pietro Lorenzetti, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica che opera a Milano, Roma e Catania: “Le protesi a goccia danno un risultato naturale. Il segreto dell’intervento sta nella scelta del volume. Tutto quello che si vede di finto e innaturale è legato a scelte di volumi esagerate e sproporzionate rispetto alla struttura della paziente”. Le nuove protesi con silicone in gel consentono interventi più personalizzati. “Se la paziente ha un seno con base di impianto di 10 cm (da ascella a sterno) non posso mettere una protesi larga 12, perché questa non sarà coperta dal tessuto lateralmente e si vedranno i bordi. Per un risultato corretto la scelta deve cadere su un impianto moderato, interamente coperto dal volume mammario”. Anche perché il gel solido, rispetto al silicone liquido, aumenta la visibilità, quindi è ancor più importante non esagerare. “La taglia più richiesta è la terza”, assicura Omar Fogliadini, fondatore e managing director di La Clinique, che opera con i propri chirurghi appoggiandosi a strutture private in una ventina di città. “L’aumento più richiesto è di una o due taglie, perché il traguardo è un seno armonioso, appena un po’ più pieno”. A richiedere l’intervento sono donne che appartengono a due fasce d’età con motivazioni molto diverse. “Dai 18 ai 26 anni, la fascia giovanile vive il disagio di un seno piccolo rispetto ai propri modelli di riferimento, che di solito sono seni già rifatti”, racconta Francesco D’Andrea, professore ordinario di chirurgia plastica alla Seconda Università di Napoli. L’altra fascia importante è quella dai 35 ai 45 anni. “Sono le donne che hanno allattato, il cui seno è sciupato, ha perso volume e si è rilassato. Vogliono recuperare la forma di un tempo e stare meglio con se stesse”. Ma come la mettiamo con l’allattamento e con gli esami di controllo periodici come la mammografia? Con le protesi cambia qualcosa? “Se metto la protesi nel solco sottomammario”, spiega Lorenzetti, “la paziente ha la totale certezza di poter allattare perché non viene toccata l’integrità dell’areola né dei dotti galattofori”. Per lo stesso motivo anche la mammografia non presenta problemi, perché la ghiandola rimane ben visibile, non è coperta dalla protesi. Il costo di un intervento di mastoplastica additiva semplice oscilla “da un minimo di 6.000 euro, al Sud, a un massimo di 8.000-10.000 al Nord”. “Le protesi non possono costare meno di 800-900 euro la coppia”, sostiene D’Andrea. “Le migliori costano intorno ai 1.000-1.500 a coppia”, secondo Lorenzetti. Ma il prezzo dell’intervento è dato da tre fattori: le protesi, il chirurgo e la struttura in cui si opera (comprensiva o meno di degenza), e spesso la paziente non sa quanto sta pagando per le protesi perché le viene dato il prezzo totale dell’intervento. In ogni caso, spiega D’Andrea, “meglio diffidare di interventi a basso costo che probabilmente offrono scarsa qualità in uno o più di questi fattori”. Se c’è qualcosa che il caso Pip ha insegnato è che sulla qualità non si può soprassedere. C’è voluto il caso eclatante delle protesi riempite con silicone industriale per dare nuovo impulso all’idea del Registro delle protesi, che è finalmente entrato in vigore all’inizio di marzo e prevede l’obbligo per il chirurgo di segnalare ogni intervento svolto. “Rappresenta una sicurezza per le pazienti ma anche una garanzia per i chirurghi seri”, spiegano Lorenzetti e D’Andrea, perché l’obbligo di dichiarazione implica l’obbligo di fatturazione e perciò fa emergere il sottobosco di quelli, e sono tanti, che lavorano in nero. Quanto durano le protesi al gel di silicone? Difficile a dirsi, potenzialmente moltissimi anni, ma essendo in commercio da poco più di 10 anni, non c’è ancora uno “storico” a cui fare riferimento. La paziente comunque, consiglia D’Andrea, “oltre a fare i normali controlli senologici, dovrebbe vedere il chirurgo che l’ha operata almeno una volta all’anno”. L’ultima frontiera è costituita dal lipofilling arricchito con cellule staminali. “In alcuni casi si può ottenere il riempimento di una mammella svuotata con un trapianto di grasso autologo”, spiega Antonio Montone, docente della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica Università “Tor Vergata” di Roma, che adopera questa tecnica su alcune pazienti. “Si preleva il tessuto adiposo da addome, fianchi, cosce o glutei della paziente con una liposuzione e, dopo adeguato trattamento, lo si arricchisce con le cellule staminali adipose autologhe prima di trapiantarlo nel seno”. Il grasso ha la tendenza a essere riassorbito dal corpo, ma la presenza delle staminali limita questo processo naturale dal 60-70% al 30%. “Arricchendo infatti questo tessuto adiposo con altre staminali prelevate dal soggetto stesso otteniamo un maggior attecchimento del grasso introdotto, e un miglioramento della vascolarizzazione dell’impianto”. Può comunque rendersi necessario un secondo intervento per ottenere il risultato desiderato. Per sottoporsi al lipofilling, parecchio più caro di una normale mastoplastica additiva, occorre avere sufficiente grasso da prelevare e accontentarsi di un aumento del seno contenuto. Tratto da blog.panorama.it.

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Quanto ne sai della chirurgia plastica?

Parte il concorso sulla pagina Facebook del Prof. Lorenzetti

Nella società moderna la chirurgia plastica sta acquisendo notorietà, ritagliandosi nuovi spazi non solo nello star system e nella classe abbiente, ma soprattutto nella vita di persone comuni appartenenti ai ceti borghesi. Fino a qualche anno fa, infatti, nell’immaginario comune la chirurgia e la medicina estetica erano avvicinate alle bizzarrie del vip di turno che desiderava un seno più grande solo per mettersi in mostra. Oggi, invece, sono sempre di più le persone che ricorrono alla chirurgia plastica e questo per varie ragioni. Innanzitutto, negli ultimi anni è molto cresciuta la considerazione di questo settore anche nell’ambito medico. La chirurgia plastica viene sempre più usata per rimediare a malformazioni o per ricostruire parti del corpo menomate in seguito ad incidenti o interventi chirurgici invasivi, ad esempio per la rimozione di tumori. La chirurgia plastica oggi rappresenta anche un importante aiuto per chi ha difficoltà ad accettare un difetto fisico che spesso ci si porta dietro per anni, creando problemi relazionali e psicologici alla persona che ne soffre. Inoltre, a seguito dello scandalo PIP in Francia, è di recente approvazione da parte del Senato il disegno di legge che regolamenta l’impianto di protesi: un ulteriore segnale della presa di coscienza del "fenomeno chirurgia plastica" anche da parte delle istituzioni. Allo stesso tempo, apparire belli, in forma e sani è diventato un requisito della società contemporanea. Ovviamente si può essere più o meno d’accordo, ma questa considerazione è decisamente evidente nella vita professionale di un chirurgo plastico. Il chirurgo plastico è chiamato a lavorare sul corpo del paziente per offrire un risultato che deve essere gradevole, fosse solo perché il suo operato genera una modificazione spesso visibile del corpo. Questa considerazione comporta una importante responsabilità per il chirurgo che deve informare il paziente dettagliatamente dei risultati dell’intervento e dei rischi a cui va incontro e approfondire le motivazioni che inducono a sottoporsi all’operazione. Purtroppo con l’aumento delle richieste di interventi, sono aumentati anche coloro che effettuano prestazioni di chirurgia estetica senza averne le competenze ed in strutture assolutamente non attrezzate. Per questa ragione, è fondamentale promuovere una conoscenza approfondita degli interventi di chirurgia estetica anche sui mezzi e con gli strumenti messi a disposizione dai moderni canali di comunicazione. A partire dal 26 aprile verrà chiesto ai fan della pagina Facebook del Professor Lorenzetti (https://www.facebook.com/pages/Pietro-Lorenzetti-chirurgo-plastico/259781254048362) di rispondere a delle domande relative agli interventi di chirurgia plastica e medicina estetica, proprio per sensibilizzare i follower del chirurgo plastico sull'importanza dell'informazione su questi temi. I fan dovranno reperire le informazioni per rispondere correttamente alle domande consultando i materiali presenti sul sito internet www.pietrolorenzetti.it, come testi, video, articoli ecc. I primi a rispondere nella maniera più completa e corretta alla domanda del Professor Lorenzetti riceveranno in omaggio a casa una copia autografata de “Intelligenza estetica” o de “Il chirurgo dell’anima”. I follower che hanno già vinto una copia del libro non potranno vincerne una seconda. Per partecipare al concorso basta collegarsi alla pagina Facebook del Professor Lorenzetti, cliccare su "Mi piace" ed essere pronti a rispondere correttamente alle domande che il chirurgo plastico pubblicherà.

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