News

Capezzoli rovesciati e segni di cancro al seno

Aspetti estetici, funzionali relativi alla salute dei capezzoli

Seconda parte dell’articolo di Cosmopolitan.com a firma di Hannah Smothers sulla morfologia dei capezzoli. Capezzoli rovesciati Alcune donne (circa il 10%, come dimostrato dagli studi) hanno capezzoli che non sporgono, ma anzi sono molto piatti o tendenti a ricadere sul petto. Questo fenomeno è detto “capezzoli rovesciati”, e se non è proprio bello esteticamente, di certo non è dannoso o indicatore di qualche patologia. I capezzoli rovesciati derivano dal fatto che il tessuto che collega il capezzolo al seno è leggermente più corto. Le donne possono rivolgersi alla chirurgia plastica affinché i capezzoli rovesciati vengano ricollocati nella giusta posizione verso l’esterno, ma essi sono comunque perfettamente funzionali. Questo vuol dire che è possibile allattare con i capezzoli rovesciati ed avere sensibilità se vengono stimolati. La scelta di rivolgersi alla chirurgia plastica per modificarli è solamente una questione estetica. Alcune donne hanno entrambi i capezzoli rovesciati, altre ne hanno solo uno. Non esistono due seni (o due capezzoli) perfettamente uguali, anche quando appartengono alla stessa donna. È però necessario prestare molta attenzione allo stato dei capezzoli perché può, in alcuni casi, indicare un cancro al seno. Se il capezzolo è già venuto completamente fuori e comincia a rovesciarsi o ad affondare verso l’interno, può trattarsi di un segnale che indica che sarebbe opportuno rivolgersi al medico. Quando i capezzoli potrebbero segnalare la presenza del cancro Almeno una volta al mese sarebbe necessario effettuare una autopalpazione della mammella, ma un veloce controllo può essere fatto anche ogni giorno sotto la doccia. Oltre ai noduli al seno, si possono cercare altri indicatori di un possibile cancro. Secchezza e screpolature della pelle con sanguinamento possono essere indicativi di un cancro al seno, conosciuto come Paget. Altro segnale da monitorare in questo senso è la secrezione spontanea da un solo capezzolo. Anche se l’età media della diagnosi di cancro al seno è di 61 anni, anche le donne più giovani possono giungervi: i segnali che mandano i capezzoli non vanno trascurati. Per riassumere. Se i capezzoli sono sempre stati come sono ora, non preoccupatevi: sono del tutto normali. Se sono cambiati molto di recente, o solo uno si è modificato, questo non è normale e sarebbe opportuno rivolgersi ad un medico. Fonte: Cosmopolitan.com

Come rimediare ad errori e ad eccessi in chirurgia plastica?

Lorenzetti ne parla a Pomeriggio 5

Eccessi e chirurgia plastica low cost, questi gli argomenti di cui si è parlato a Pomeriggio 5 del 5 maggio 2016. Tra i diversi ospiti invitati da Barbara d'Urso, il Professor Lorenzetti ha colto l'occasione per sottolineare nuovamente la sua posizione su questi argomenti sempre di attualità nel mondo della chirurgia estetica con la testimonianza di una paziente che si è rivolta a lui dopo aver subito dei danni in precedenti interventi. Alcuni servizi introducono l'argomento, evidenziando quanto sia facile trovare sul web offerte di chirurgia a bassissimo costo all'estero e in Italia con promozioni e last minute e mostrando i casi di donne che hanno deciso di farsi impiantare delle protesi per avere un seno enorme. Lorenzetti evidenzia subito la pericolosità di avere un seno del genere: molto spesso per avere un seno enorme non bastano protesi che sono commissionate appositamente alle aziende produttrici, ma vengono anche iniettati dei materiali che possono generare dei gravissimi problemi, oltre a mostrare un risultato estetico decisamente inguardabile. Al riguardo, il Professor Lorenzetti sottolinea nuovamente un concetto a lui molto caro: "quando si vedono questi mostri in giro, la prima responsabilità è della classe medica". Lorenzetti racconta poi la storia di Jacqueline una sua paziente che si era sottoposta con un altro chirurgo ad un intervento di mastoplastica additiva a seguito del quale si era generata un'infezione. In quella circostanza, sarebbe stato sufficiente togliere immediatamente le protesi, aspettare 2-3 mesi e reimpiantarle senza nessun problema. Invece di procedere in questo modo, è stata lasciata correre l'infezione per alcuni mesi, portando alla distruzione di una buona parte del tessuto mammario. A quel punto, è stato deciso di prelevare del grasso dall'addome e dalle cosce e ricollocarlo nella regione mammaria con risultati del tutto modesti. A seguito di questi interventi andati male, la signora ha avuto rovinato non solo il seno, ma anche la pancia e le cosce con una serie di buchi ed ondulazioni. Si tratta di un, purtroppo, tipico esempio di errata gestione di un intervento di chirurgia plastica: può succedere che si verifichino dei problemi dopo un'operazione, ma se affrontati con criterio, possono essere superati. La paziente, invece, è andata incontro ad un vero e proprio calvario che l'ha distrutta anche dal punto di vista psicologica. Jacqueline si è quindi affidata al Professor Lorenzetti, non senza timore dopo il percorso difficile e travagliato che aveva sostenuto. E' stato eseguito un intervento di mastoplastica additiva ridando forma e naturalezza al seno e di addominoplastica per sistemare i danni residui. A quel punto, con del grasso prelevato da alcune regioni delle gambe, si è cercato di coprire le alterazioni ancora presenti, ottenendo dei buoni risultati. Jacqueline è finalmente giunta al termine di un percorso molto travagliato tornando ad essere serena. Per vedere l'intervento del Professor Lorenzetti a Pomeriggio5 del 5 maggio 2016, clicca qui e posiziona il cursore al minuto 43.

Immagine di 29318e41-f0c0-4c46-b6fd-e28cb87f0f26

L'etica del chirurgo plastico

Il Prof. Lorenzetti ospite di Medicina 33

Negli ultimi anni si sta assistendo ad un aumento considerevole di richieste di interventi di chirurgia plastica. Come si deve porre il chirurgo plastico davanti alle richieste dei pazienti? Quali regole deve seguire e quale etica deve adottorare? A queste domande ha risposto il Professor Pietro Lorenzetti, ospite di Luciano Onder a Medicina 33. Il chirurgo estetico deve avere delle regole estremamente rigide perché, con l'aumento delle richieste, ci si confronta sempre di più con pazienti che richiedono interventi di chirurgia plastica sulla scia di condizioni personali particolari e non per bisogni oggettivi. E' necessaria, quindi, una grande professionalità da parte del chirurgo plastico, che oltre ad essere estremamente preparato, deve sapere in come trattare pazienti che non sono mossi da bisogni profondi. Il chirurgo deve essere dotato, quindi, non solo di una preparazione tecnica di primo livello, ma deve anche interpretare a pieno il ruolo del medico, capendo le esigenze dei pazienti ed indirizzandoli verso la scelta più giusta. Parlando di etica nella professione, Lorenzetti sottolinea come in questo aspetto sia da includere il contesto nel quale il chirurgo estetico opera: esercitare in strutture altamente attrezzate è una garanzia di qualità e sicurezza per il paziente oltre che di alta professionalità del chirurgo. Troppo spesso, infatti, capita di venire a sapere di interventi andati male perché eseguiti da personale non esperto e/o in strutture non adeguate. Lorenzetti sostiene che il chirurgo plastico deve anche essere capace di dire no ad alcune richieste dei pazienti. Nella sua esperienza professionale, il Professor Lorenzetti si trova nel 35-40% delle volte a sconsigliare l'intervento proprio perché questo non è supportato da ragioni profonde nel paziente: "spesso i pazienti non comprendono che non sarà l'intervento a cambiare la loro vita, che non sarà l'intervento a renderli più felici". A questo punto subentra l'etica del chirurgo plastico che sa esattamente quale risultato estetico è ottenibile e di conseguenza deve consigliare il paziente nel migliore dei modi: bisogna sapersi fermare se il risultato che si otterrà non è quello che il paziente si aspetta.

Immagine di 1e301f29-6b51-4141-8a35-54e3b5fd0d4a

Grandezza, colore e peluria intorno ai capezzoli

Un articolo di Cosmopolitan risponde ad alcune domande sui capezzoli

La giornalista Hannah Smothers di Cosmopolitan.com presenta un articolo su un argomento davvero poco dibattuto: la forma e le dimensioni dei capezzoli. La grandezza e il colore dei capezzoli Il capezzolo è la parte più vicina al centro del seno dove i dotti mammari si collegano alla superficie della pelle. L’areola, spesso inclusa nella definizione di capezzolo, è invece la porzione di pelle rosa-marrone intorno ad esso. Capezzoli e areola possono essere di diversi tipi e forme, nessuna delle quali è anormale. Per cui, se si pensa che i propri capezzoli non sono normali, si sappia che non è vero: semplicemente i capezzoli si sono sviluppati così sul corpo della paziente. Non esiste alcuna ragione medica per provare disagio rispetto alla dimensione dei capezzoli. L’unica ragione per la quale preoccuparsi della dimensione o della forma dei capezzoli è se diventano asimmetrici nel corso del tempo. Una asimmetria a lungo termine è meno preoccupante di una acuta. Quindi, bisogna rivolgersi ad un dottore se si nota un improvviso cambiamento nella corrispondenza tra i due capezzoli. Chi è profondamente preoccupata per le dimensioni dei capezzoli (per motivi puramente estetici), sappia che esiste una procedura chirurgica per ridimensionarli: eliminando o aggiungendo del tessuto al capezzolo si può sgonfiarlo o ritirarlo su. Per rendere l'areola più piccola, invece, si può incidere intorno ad essa e poi effettuare un taglio verso il basso. Per far apparire un’areola più grande, viene solitamente realizzato un tatuaggio. Alle pazienti in grado di sottoporsi ad un trapianto di pelle, invece, viene prelevata la cute dall’interno della bocca o dalle labbra vaginali, ma si tratta di un’opzione piuttosto rara. Per quanto riguarda il colore, tutto ciò che chiaramente non è frutto di irritazione, è da considerarsi normale: di solito i capezzoli e l’areola sono un po’ più scuri rispetto al resto della pelle. Durante l’inverno si potrebbero verificare degli eczemi sui capezzoli, ma se questi sono incrinati o arrossati e chiaramente irritati, si dovrebbe vedere un medico. Protuberanze e peli intorno ai capezzoli Intorno all’areola ci sono quelle piccole protuberanze che quasi tutte le donne hanno. Non si tratta dei capezzoli ovviamente, ma di piccole protuberanze intorno al capezzolo simili a dei brufoli, chiamate ghiandole areolari, o ghiandole di Montgomery. La loro funzione è quella di effettuare delle piccole secrezioni oleose che mantengono l’areola e il capezzolo lubrificati e protetti. Quando il capezzolo è stimolato potrebbero sorgere come la pelle d’oca. La maggior parte delle donne ha, solitamente, tra 4 e 28 di queste ghiandole intorno ai loro capezzoli e areola. Nonostante la diceria secondo la quale le donne sono naturalmente senza peli, circa il 30% ha anche alcuni piccoli peli intorno alla propria areola. Questi peli sono del tutto normali e molte donne possono soffrire la loro presenza la prima volta nella quale si mettono a nudo in un gruppo di persone di sesso femminile. continua… Fonte: Cosmopolitan.com

Mastopessi per il seno cadente dopo il dimagrimento

Lorenzetti parla del lifting al seno a Medicina 33

A Medicina 33 del 19 aprile 2016 si parla dell'intervento di mastopessi praticato a seguito di una importante perdita di peso. Testimone di una esperienza di questo tipo è Miriam, paziente del Professor Lorenzetti, il quale spiega in un servizio la tecnica operatoria e i risultati che la mastopessi può offrire. Dopo aver perso molti chili a seguito di un percorso di dimagrimento, Miriam ha verificato una diminuzione della taglia del seno che è diventato cadente e fonte di disagio soprattutto per la giovane età della paziente. Miriam si è quindi sottoposta con il Professor Lorenzetti ad un intervento di mastopessi, lifting del seno, per risollevare e rimodellare il seno cadente. Le donne vanno incontro a questo problema a causa di un forte dimagrimento o dopo l'allattamento al seno. Si registra una sproporzione tra il contenitore, la pelle, e il contenuto, la ghiandola mammaria e il tessuto adiposo, dichiara Lorenzetti. Per questo motivo il seno tende a scendere, rendendo necessario un intervento di mastopessi. A seguito di una visita accurata, il chirurgo plastico decide come intervenire in base alla gravità della situazione nella quale si ritrova la paziente. Infatti, si passa da casi in cui la mammella è in posizione normale, e si può procedere al solo impianto di protesi per una mastoplastica additiva, a situazioni in cui ghiandola mammaria e capezzolo sono cadenti. In quest'ultimo caso, con la mastopessi è possibile ricollocare la ghiandola mammaria e l'areola ed asportare la cute in eccesso. Miriam si dice consapevole del fatto che si tratti comunque di un intervento chirurgico che prevede dovute precauzioni ed ha degli inevitabili rischi, ma che la sua motivazione è stata più forte delle sue paure, tanto da portarla ad affrontare l'operazione con serenità. Nel caso di pazienti giovani come Miriam, viene spesso consigliato l'inserimento di una protesi che si abbina all'intervento di mastopessi. Le protesi mammarie moderne, sostiene Lorenzetti, sono costituite di gel coesivo di silicone, compatto, ed hanno una forma anatomica a goccia. Queste caratteristiche permettono di dare una forma stabile al seno, con risultati estremamente validi dal punto di vista estetico e duraturi nel tempo. Sia per gli interventi di mastopessi, sia per quelli di mastoplastica additiva, è consigliabile collocare la protesi in sede sottomuscolare. Questa posizione garantisce un migliore risultato estetico ed una migliore copertura della protesi, che non sarà né palpabile né visibile. Inoltre la paziente potrà studiare bene la ghiandola mammaria in futuro con l'ecografia fino ai 40 anni e con l'aggiunta della mammografia dopo questa età per effettuare tutti gli screening oncologici per le patologie tumorali. L'operazione dura circa 1 ora e 30 minuti in anestesia generale. Le cicatrici vengono nascoste da un esperto chirurgo plastico. Alcune volte, sostiene Lorenzetti, è sufficiente un'incisione solo attorno all'areola (tecnica periareolare), in altre circostanze è necessario eliminare pelle da tutta la ghiandola mammaria con la realizzazione di una cicatrice verticale, mentre nei casi più complicati con molta pelle in eccesso, bisogna proesguire nell'incisione anche nel solco sottomammario, sede dove la cicatrice si nasconde molto bene. In conclusione del servizio, Miriam dichiara di stare bene con se stessa e che il suo rapporto con gli altri è migliorato alla luce dell'equilibrio personale ritrovato. Per vedere il servizio con il Professor Lorenzetti a Medicina 33 del 19 aprile, clicca qui.

Immagine di dfea0c6d-a259-43e5-baf5-3eddad5c112c
Totale: 251
Prenota una visita Icona biscotto Le tue preferenze relative alla cookie policy