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Quando l'intervento può trasformarsi in tragedia

Il parere del Prof. Lorenzetti sulla morte di Claudia Aderotimi

Il caso della studentessa nigeriana Claudia Aderotimi deceduta a Londra per un arresto cardiaco dopo una iniezione di silicone ai glutei per aumentarne il volume ha innescato una polemica internazionale su cosa le persone sono disposte a fare per il proprio aspetto fisico. “Innanzitutto voglio precisare che le iniezioni di silicone non sono un trattamento effettuato in Italia e che tale sostanza in forma liquida è vietata nella maggior parte del mondo, Stati Uniti compresi” afferma il Prof. Pietro Lorenzetti. “Non sappiamo in realtà cosa abbia causato il decesso della povera ragazza, lo stabilirà l'autopsia. Al momento quindi possiamo riflettere unicamente sul fatto che qualsiasi ritocco 'estetico' e quindi non necessario a ristabilire uno stato di salute, prima di tutto è un atto medico e in secondo luogo può presentare complicazioni. Questo aspetto va valutato. Troppo spesso le donne pensano che un intervento di plastica al viso o al corpo come ad una 'passeggiata' in maniera eccessivamente superficiale. E' ruolo dello specialista presentare con estrema chiarezza gli eventuali rischi, valutare le possibilità e anche la reale necessità dell'operazione che comunque è un vero e proprio intervento chirurgico”. Sbaglia chi pensa che anche i 'ritocchi' siano procedure da effettuare a cuor leggero. Anche le iniezioni con il filler più sicuro, se fatte con imperizia, dalle mani sbagliate, in persone che magari hanno patologie pregresse, possono dare sgradevoli effetti collaterali. “Personalmente opero un discreto numero di persone di 'gluteoplastica', ossia l'intervento che prevede l'inserimento di una protesi in gel coesivo nella parte superiore dei glutei per armonizzarne il profilo e ristabilirne i volumi” prosegue Lorenzetti. “Nonostante sia un intervento semplice prevede comunque una lieve sedazione, analgesia, una incisione che poi andrà incontro a cicatrizzazione. Non ho mai avuto problemi, ma la selezione dei pazienti è molto attenta proprio perchè la medicina non può e non deve essere trattata con superficialità”.

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Primo congresso in Europa sulla gluteoplastica

Il Prof. Pietro Lorenzetti tra i relatori italiani

Sabato 27 novembre si è tenuto a Roma presso l'Hotel Aran Mantegna il primo congresso in Europa sulla gluteoplastica. Il Prof. Pietro Lorenzetti, è stato tra i relatori dell'importante meeting dedicato alla chirurgia estetica dei glutei. La giornata è stata patrocinata dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, dalla Società Italiana di Dermatologia Estetica e Correttiva e dall'Associazione dei Chirurghi Plastici dell'Italia Centrale. L'importante appuntamento è stato suddiviso in tre sessioni di lavoro, all'interno delle quali si sono susseguiti interventi di relatori italiani e stranieri. In particolare, il Prof. Lorenzetti ha stimolato la discussione con un intervento sull'esperienza italiana della gluteoplastica con protesi. Il meeting, primo congresso scientifico sulla gluteoplastica in Europa, si è rivelato un'importante occasione di confronto tra i maggiori esperti del settore. “Il primo congresso europeo sulla gluteoplastica (Lato B dalla a alla z) ha riscosso un grande successo con la partecipazione di tanti chirurghi desiderosi di apprendere le novità su questo tipo di chirurgia che sta venendo alla ribalta", dichiara il Professor Pietro Lorenzetti. "Dalle relazioni è emerso che l’impianto di protesi con tecnica intramuscolare (la protesi viene collocata all’interno delle fibre del muscolo del grande gluteo) è senz’altro la tecnica più moderna, che garantisce risultati eccellenti sia in termini di volumi che di proiezione. Se perfettamente eseguita, la protesi non è riconoscibile né visivamente, né alla palpazione. L’intervento richiede una tecnica estremamente raffinata e può essere eseguito solo da un chirurgo esperto. In alcuni casi è possibile utilizzare dei riempitivi (filler) a base di acido ialuronico per ottenere un risultato accettabile. Altre volte, - conclude Lorenzetti - ai pazienti che necessitano di asportare grandi quantitativi di grasso con la liposcultura, è possibile eseguire un riempimento dei glutei con il grasso asportato (lipofilling)”.

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Panorama parla dell'allarme botulino

Il settimanale riporta l'opinione del Prof. Lorenzetti

Il settimanale Panorama ha dedicato qualche giorno fa ampio spazio alla tossina botulinica, dedicando la copertina al mercato nero che si muove intorno a questo sostanza sempre più richiesta in medicina estetica. Il periodico fornisce alcuni dati resi noti dalla Sicpre (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva): la durata del trattamente varia dai 4 ai 6 mesi e va ripetuto, non essendo permanente. Circa l'85% dei pazienti è di sesso femminile, anche se le richieste degli uomini sono in continuo aumento. L'età media di chi si sottopone alle iniezioni di botulino per uso cosmetico va dai 35 ai 50 anni. Ma, come riporta anche il settimanale, l'uso scellerato del botulino è in continuo e drammatico aumento. E' sempre più facile, infatti, imbattersi in mani non esperte che per pochi euro si offrono di iniettare sostanze comprate su internet sui mercati esteri a prezzi stracciati. Panorama ricorda che, nonostante spopoli la moda del botulino a costi contenuti, in Italia sono solo tre i prodotti autorizzati dall'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco. Sull'argomento il settimanale ha chiesto un parere al Prof. Pietro Lorenzetti. "Qualche collega tiene in mostra nel frigo il Vistabex - evidenzia Lorenzetti - e poi inietta il botulino indiano che ha comprato a 50 euro a fiala su internet. Il paziente dovrebbe sempre chiedere la certificazione del prodotto, lotto della fiala compreso". Lorenzetti aggiunge che “la tossina botulinica deve essere eseguita da mani esperte, meglio se specilisti in chirurgia plastica o dermatologia. È importantissimo che vengano utilizzati prodotti autorizzati in Italia. Infatti, - ricorda il Direttore Scientifico del VBI - possono nascere dei problemi se i trattamenti vengono eseguiti da mani non esperte e se viene utilizzato materiale non qualificato. Inolte, è importante sottolineare che se tutte le condizioni di sicurezza vengono esaudite, i risultati finali sono dipendenti dall’operatore: la naturalezza dell’intervento dipende da chi esegue l’impianto. Invito con convinzione tutti i pazienti a cui viene impiantata la tossina botulinica - conclude Lorenzetti - a chiedere al medico di visionare il prodotto che verrà utilizzato prima di procedere all’intervento”.

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Obesità, epidemia del terzo millennio

Il 9 aprile convegno a Catania con il Prof. Pietro Lorenzetti

Negli ultimi 10 anni le problematiche inerenti a sovrappeso e obesità sono aumentate esponenzialmente. Basti pensare che in Italia è obeso il 9% della popolazione adulta, con una crescita del 2,5% l’anno dal 2002, e che negli Usa lo è il 25% della popolazione, con aumenti in 39 stati su 50. Il paragone non deve far tirare un sospire di sollievo per la popolazione italiana, poiché il trend di sovrappeso e obesità infantile (32%, dato 2010) fa intravedere un futuro picco di giovani e adulti grassi e malati. L’obesità è una condizione soprattutto medica che apre la strada a molteplici patologie collegate, come sindromi metaboliche, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, problemi alle articolazioni, ecc. Oltre ai diversi metodi per perdere peso è necessario mettere a punto percorsi rieducativi per non riacquistare massa grassa e selezionare con grande attenzione i candidati alle diverse tecniche di chirurgia bariatrica. A seguito della perdita di peso poi, si presentano problematiche di tipo estetico e psicologico che sono di competenza del chirurgo plastico. Proprio in questo contesto, il Prof. Pietro Lorenzetti sostiene che in caso di considerevoli perdite di peso la persona "è più magra ma il suo aspetto spogliata non è accettabile né gradevole. E' come se la pelle fosse diventata un abito di molte taglie più grandi che pende da ogni lato e forma grinze e lembi". E' quindi necessario un intervento di chirugia plastica che può essere utile "anche in via preventiva, quando la perdita di peso non sia rilevante per 'motivare' il paziente. Mi spiego: un sovrappeso con ampi accumuli di grasso localizzato può essere trattato con una liposuzione o una addominoplastica che mostrerà dei rapidi miglioramenti. Abbiamo riscontrato che vedersi meglio, vedere dei miglioramenti è motiva i pazienti e da una spinta psicologica molto forte a seguire la dieta, fare esercizio fisico, cambiare le proprie abitudini. In questo senso la chirurgia plastica può avere una sorta di scopo preventivo". Il Prof. Pietro Lorenzetti ha organizzato il convegno scientifico “Obesità dalla A alla Z” rivolto ad un selezionato numero di medici del settore. L’incontro si è tenuto lo scorso 9 aprile a bordo del Veliero Signora del Vento, ormeggiato a Catania. Oltre al Prof. Lorenzetti sono stati relatori del convegno il Professor Sergio Castorina, Specialista in Chirurgia Generale e Laparoscopia, il Dottor Salvo Mazzarino, specialista in Endocrinologia, il Professor Giuseppe Giuffrida, Specialista in Ginecologia e Ostetricia e il Dottor Luciano Onder, Direttore del TG2 Salute. Il dibattito è stato moderato dalla nota conduttirce Sky, Paola Saluzzi.

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Obesità dalla A alla Z

Intervista al Prof. Pietro Lorenzetti

Dopo un dimagrimento importante, a seguito di una terapia nutrizionale o come effetto di un intervento di chirurgia bariatrica, la perdita di peso ha come effetto sgradito il rilassamento della pelle. Esageratamente tirata, la pelle non recupera la sua elasticità e rimane sul corpo più magro come un vestito troppo grande e svuotato. Si è perso peso, quindi ma non è possibile esporsi con vestiti corti o in costume da bagno. L'aspetto generale infatti è estremamente sgradevole con pliche di pelle che pendono da ogni lato su addome, petto, braccia e gambe. Abbiamo chiesto quindi al Prof. Pietro Lorenzetti appena tornato dal Convegno “Obesità dalla A alla Z” che si è svolto a Catania, quali sono le principali indicazioni alla chirurgia plastica post-dimagrimento, un intervento di vera e propria “sartoria” del corpo. A partire da quanti chili persi è possibile pensare ad una chirurgia post-dimagrimento? Sino a 20 chili è possibile che la pelle recuperi la sua elasticità e si adegui alla nuova forma del corpo, ma oltre questa perdita di peso le fibre elastiche sono sfibrate e difficilmente tornano alla normalità. La figura appare quindi smagrita ma con ampi lembi di pelle che calano con un aspetto a 'sacco vuoto' molto antiestetico. Il soggetto quindi vestito ha un aspetto accettabile ma ha problemi a spogliarsi al mare, dove indossa sempre magliette e pantaloncini e nell'intimità, alla quale spesso rinuncia per pudore e vergogna. Per intervenire il peso deve essere stabile? E da quanti mesi? E' meglio intervenire quando si ritiene che il paziente abbia raggiunto il suo obiettivo definitivo in modo che l'intervento sia efficace. Se vuole perdere altro peso è meglio attendere per evitare di dover intervenire più volte. Il peso si considera stabile quando non subisce variazioni in più o in meno per 6, 8, 10 mesi successivi. Quali sono le zone del corpo che più soffrono la perdita di peso? Addome e petto negli uomini che hanno un accumulo maggiore sulla pancia, gambe, braccia e seno nelle donne che si svuotano proprio in queste zone. Insomma, il paziente ha un aspetto magro se vestito ma una volta spogliato non è accettabile. Che tipo di selezione si fa all'intervento? Una selezione anestesiologica molto accurata e una valutazione dei parametri ematochimici per valutare lo stato di buona salute. Si tratta infatti di interventi massivi in cui avviene una forte asportazione di tessuti e di una certa durata. Cosa potrebbe succedere se il paziente prendesse di nuovo peso dopo essere stato operato? La pelle rimane un tessuto elastico ma se viene espansa oltremisura le sue fibre si rompono creando smagliature e limitando il suo potere di recupero. Proprio per questo motivo vogliamo essere sicuri che il paziente abbia raggiunto il risultato desiderato. Su quante zone si può intervenire in una sessione operatoria? Generalmente io preferisco effettuare quello che viene definito un “lifting circonferenziale” ossia una sutura intorno alla vita da cui si tira la pelle della parte bassa e dell'addome. Nella stessa sessione possiamo fare una ginecomastia nell'uomo eliminando l'eccesso di pelle e grasso del petto oppure una mastopessi con protesi nelle donne. Infine, le braccia, il punto più critico perché in questo lifting le cicatrici sono visibili e lunghe per cui ne va valutata attentamente l'opportunità. Quali sono le cicatrici che rimangono più visibili? Quelle delle braccia come dicevo poco fa, mentre il lifting delle gambe viene praticato tramite incisioni a livello dell'inguine che rimangono completamente nascoste nelle pieghe della pelle. Qualche cicatrice residua invece nella mastopessi che prevede la classica incisione a T rovesciata e il riposizionamento del capezzolo. Va detto quindi che quando effettuiamo un intervento 'ricostruttivo' dobbiamo mettere in conto che non può avere lo stesso risultato di quello estetico. E' una faccenda più complessa e di tratta di un aspetto che va discusso con il paziente. Quanto può durare un intervento? Dipende: diciamo due ore per un lifting circonferenziale, più un'ora e mezza per una mastopessi e un'ora per il lifting braccia che se il paziente è giovane e in buona salute si possono effettuare in un'unica seduta operatoria. Quello che prende molto tempo sono, ovviamente le suture che devono essere fatte a regola d'arte e il più possibile nelle pieghe della pelle per mimetizzarsi. Quante persone ricorrono in media alla ricostruzione post-dimagrimento? Direi un 20% di chi ha un importante dimagrimento. Non è ancora un intervento di routine mentre ritengo che andrebbe valutato più spesso per ridare una qualità di vita ottimale a questi pazienti. Il problema oltre che estetico è relazionale, sociale e investe l'autostima. Noi viviamo dentro a questo involucro di pelle e con esso ci poniamo in relazione con il mondo esterno, per questo lo curiamo e vogliamo essere esteticamente gradevoli. Lei sostiene che alcuni interventi di chirurgia plastica estetica possano dare una motivazione ad un programma di perdita di peso. Nelle persone in sovrappeso che abbiamo degli accumuli di grasso localizzato, abbastanza tipici nel sesso femminile, effettuare una addominoplastica o una liposuzione su cosce e glutei può essere lo stimolo a continuare un regime alimentare controllato, cambiare la propria alimentazione e le abitudini di vita, insomma, vedersi meglio è molto motivante, molte persone abbandonano la dieta perché a fronte di grandi sforzi i risultati sono lenti a manifestarsi. Questo tipo di chirurgia estetica, in alcuni, selezionati casi, può essere un forte incentivo. Ovviamente va prima effettuata una corretta anamnesi endocrinologica e devo precisare che funziona per soggetti in sovrappeso mentre per l'obesità i risultati non sarebbero apprezzabili. L'obesità inoltre è una vera e propria condizione clinica che va valutata prima di tetto in senso internistico. Il chirurgo plastico arriva solo dopo. Ci sono nuove opzioni nel trattamento dell'obesità? Dove la terapia nutrizionale fallisce è possibile prendere in considerazione la più imegnativa chirurgia bariatrica. La tecnica più avanzata, per casi che solo lo specialista può valutare tenendo conto di peso da perdere, età e condizioni fisiche del paziente, è l'utilizzo di un programma chiamato BIB ™ che prevede la valutazione di uno staff medico multidisciplinare che segue il paziente in tutto il percorso e si avvale di un “palloncino intragastrico” che, inserito nello stomaco viene riempito di soluzione fisiologica e rimane circa sei mesi in loco. Il palloncino gonfio provoca una sensazione di sazietà e favorisce la perdita di peso insieme ad un programma alimentare mirato. Inoltre nei sei mesi di trattamento il paziente viene seguito dallo staff che lo aiuta ad acquisire i principi della corretta alimentazione e lo sostiene dal punto di vista psicologico con training motivazionali. Gli studi scientifici condotti in Italia (Genco), in Belgio e nei Paesi Bassi hanno mostrato su circa 1000 pazienti un dimagrimento medio di 21 kg.

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