Aggiornamenti scientifici

Aggiornamenti scientifici Prof. Pietro Lorenzetti


Una sezione dedicata agli studi di settore e agli aggiornamenti scientifici in chirurgia plastica e medicina estetica. Dalla sperimentazione di nuovi interventi alla condivisione di tecniche d'avanguardia passando per le applicazioni delle sostanze più utilizzate in medicina estetica.
Gli studi di settore esposti vengono scelti in base alla loro rilevanza scientifica e all'interesse per la comunità e gli esperti del settore. Tra questi ci sono anche approfondimenti su tematiche di attualità scientifica a cura del Professor Lorenzetti e del suo staff.

 

L’innesto di grasso autologo per aumentare il volume del seno

La soddisfazione delle pazienti nell’aumento del seno

L’innesto di grasso autologo per l’aumento del seno ha registrato buoni livelli di mantenimento del volume e buoni tassi di soddisfazione in alcuni studi, come riportato recentemente dalla letteratura scientifica pubblicata sull’Aesthetic Surgery Journal. "L’innesto di grasso autologo è sempre più utilizzato nella chirurgia estetica", scrivono i ricercatori. "In ogni caso l’efficacia e la sicurezza di queste tecniche sono ancora ambigue". Alcuni ricercatori hanno utilizzato le linee guida PRISMA per condurre una revisione sistematica della letteratura sull’innesto di grasso autologo utilizzato per l’aumento del seno femminile. Sono stati analizzati diversi siti internet e banche dati per verificare gli studi pubblicati tra il gennaio 1996 e il febbraio 2016. Sono stati inclusi nei criteri di ricerca gli studi con almeno 10 pazienti e un periodo di follow-up medio di almeno 1 anno. Sono stati rintracciati 22 articoli che riportano i casi di 3.565 pazienti, con un follow-up medio di 28,8 mesi. 10 di questi studi hanno anche riportato le modalità di gestione della fase post-operatoria. In 17 studi, è stata riscontrata una percentuale complessiva di complicazioni pari al 17,2%. Le complicazioni più frequentemente riscontrate sono state l’indurimento (33%), dolore persistente (25% in uno studio), ematoma (16,4%) e nuovi moduli (11%). In 11 studi sono state utilizzate mammografie pre e post-operatorie per verificare che, attraverso immagini radiologiche, sono visibili micro-calcificazioni (9%) e macro-calcificazioni (7%). Nell’analisi che ha valutato la conservazione del volume dopo l’intervento sono stati inclusi 8 studi con 523 pazienti, registrando una mantenimento medio del volume pari al 62,4%. 6 studi hanno valutato la soddisfazione, con un tasso del 92% tra i pazienti e dell’89% tra i chirurghi. "Anche se le prove sono ancora poche, l’innesto di grasso autologo sembra essere un metodo promettente per realizzare l’aumento del seno, con un mantenimento di volume incoraggiante e tassi di soddisfazione valutati solo in pochi studi", hanno scritto i ricercatori. "I tassi di complicanze basati su immagini radiologiche sono paragonabili a quelli che si registrano a seguito dell’aumento attraverso l’impianto di protesi. Tuttavia, sono necessari studi clinici più approfonditi per confrontare tecniche di aumento, metodi di innesto, e utilizzo di metodi ausiliari e valutare ulteriormente la sicurezza, identificando quali fattori influenzano i risultati". Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: Healio.com)

Un metodo per valutare i risultati di iniezioni di tossina botulinica

Il FACE-Q e il beneficio percepito dai pazienti nelle procedure estetiche per il viso

Ci sono numerosi metodi per valutare la soddisfazione dei pazienti rispetto alla neuromodulazione della regione glabellare attraverso la tossina botulinica di tipo A. Siccome l’uso della neuromodulazione estetica è cresciuto sia in termini di risultati positivi sia in quantità di procedure, si sono resi necessari strumenti più completi per valutare i risultati riferiti dai pazienti. Il FACE-Q è un metodo, recentemente convalidato, basato sull’opinione del paziente che può essere utilizzato per misurare la percezione dei pazienti rispetto alla neuromodulazione attraverso la tossina botulinica di tipo A. Un apposito studio ha, quindi, utilizzato il metodo FACE-Q per valutare la soddisfazione del paziente a seguito della neuromodulazione della regione glabellare dopo l’iniezione di tossina botulinica di tipo A. Cinquantasette pazienti di sesso femminile hanno completato il FACE-Q, il sondaggio che valuta la soddisfazione dei pazienti sull’aspetto del viso. Dopo aver risposto, i pazienti sono stati divisi in gruppi, ricevendo iniezioni di medicinali diversi per le rughe glabellari. Due settimane dopo l’iniezione, i pazienti hanno compilato nuovamente il FACE-Q. Le variazioni percentuali nelle risposte dei pazienti sono state organizzate per determinare quanto la neuromodulazione incida sulla soddisfazione dei pazienti in riferimento all’aspetto del viso. Le variazioni percentuali per ciascuno dei gruppi di medicinali sono state confrontate per determinare se la soddisfazione del paziente varia al variare del tipo di neurotossina. La soddisfazione del paziente riguardo all’aspetto complessivo del viso è aumentata del 28% a seguito della neuromodulazione. I pazienti hanno dichiarato di vedersi mediamente 5,6 anni più giovani dopo il trattamento. Non ci sono state differenze significative tra i gruppi di medicinale utilizzato. Il FACE-Q dimostra che i pazienti sono più soddisfatti per l’aspetto del loro viso e per l’età che dimostano dopo la neuromodulazione della loro regione glabellare. I pazienti si sono rivelati ugualmente soddisfatti del miglioramento del loro aspetto del viso, indipendentemente dalla neurotossina che gli è stata iniettata. Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: OxfordJournals.com)

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Gluteoplastica con grasso autologo

Gli esiti di uno studio condotto su 106 casi

Uno studio di alcuni chirurghi plastici ha valutato l’affidabilità della tecnica di utilizzo della liposuzione e dell’innesto di grasso nel gluteo per ottenere un rapporto di circa 0.7 tra vita e fianchi nelle donne. È stata condotta una valutazione prospettica su tutte le pazienti che si sono sottoposte alla gluteoplastica con tessuto adiposo autologo tra luglio 2010 e luglio del 2013. Le pazienti prese in considerazione nello studio non hanno avuto un cambiamento di peso superiore al 10% nel corso del periodo di follow-up. Per valutare i risultati è stato utilizzato il metodo fotografico, mentre il grado di soddisfazione (del paziente e del chirurgo) è stato giudicato su una scala da 1 (scarso esito) a 4 (miglioramento eccellente), monitorando anche l’accordo tra la soddisfazione del chirurgo e quella del paziente. La tecnica utilizzata ha previsto l’anestesia epidurale, l’infiltrazione tumescente, la liposuzione intorno alle natiche, la decantazione del grasso e l’innesto con iniezione posteriore su piani differenti. È stato analizzato un totale di 106 pazienti di età compresa tra 18 e 62 anni (media, 33 anni). L’indice di massa corporea preoperatoria era tra 19 e 31.6 kg / m2 (media 24,8 kg / m2). Il volume innestato ai glutei variava tra i 180 e 840 cc (media, 505 cc). Non ci sono state complicazioni medico chirurgiche rilevanti. 5 pazienti (4,7%) hanno riportato un sieroma nella zona donatrice. 103 pazienti si sono dette soddisfatte (97,1%). 1 paziente (0,94%) ha lamentato un riassorbimento di volume a 4 mesi dall’intervento. 2 pazienti (1,88%) ha chiesto di ridurre il volume laterale dei glutei e si sono sottoposte ad un intervento di revisione 6 mesi dopo la prima operazione. Questa tecnica di gluteoplastica è semplice e poco costosa, con una minima morbilità e ottimi risultati. Un buon esito dipende da una armoniosa combinazione tra l’eliminazione del grasso attraverso la liposuzione e l’innesto di grasso per scolpire glutei, con risultati duraturi. Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: Plastic and Reconstructive Surgery)

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La sensibilità del capezzolo dopo l’aumento del seno

Cambiamenti di sensibilità oggettivi a seguito dell’aumento del seno

A seguito dell’aumento del seno possono verificarsi variazioni della sensibilità. Descrivere al paziente l'incidenza dell’avvenimento, il motivo e l'andamento del fenomeno è importante ai fini del consenso informato. Uno studio si è prefisso l'obiettivo di esaminare i cambiamenti nella sensibilità a seguito dell’aumento del seno e l'influenza delle variazioni nel volume del seno dovute all’impianto di protesi. Sono stati valutati i cambiamenti nella sensibilità da parte di 162 pazienti sottoposte ad aumento del seno. A questo fine è stato utilizzato il test monofilamento di Semmes Weinstein prima dell’intervento chirurgico, e a 2, 6 e 12 settimane dopo l’operazione. Misurazioni morfometriche hanno permesso di calcolare il volume del seno e la variazione percentuale dello stesso volume prodotta dall’impianto. A 12 settimane dall’operazione, la maggior parte delle donne (92,5%) ha riottenuto la stessa sensibilità che aveva prima dell'intervento in tutte le aree del seno, ad eccezione dei quadranti inferiori esterni (16,15%). Sempre a 12 settimane dall'operazione, il 4% della zona capezzolo-areolare (NAC) non è riuscito tornare ai livelli di sensibilità pre-operatori. Le pazienti più giovani o coloro che avevano un elevato indice di massa corporea e una quantità di tessuto molle misurabile più spesso hanno manifestato maggiore predisposizione a deficit sensoriali. L’aumento del seno in questi casi ha prodotto variazioni di volume dovute all’impianto della protesi tra il 12,1% e il 102,7%. All'interno di questi limiti non è stata riscontrata alcuna associazione tra l’aumento percentuale del volume del seno e deficit di sensibilità. Lo studio dimostra che per aumenti di volume fino al 102% della massa iniziale del seno, la perdita di sensibilità a 12 settimane dopo l’intervento è del 4% nella zona capezzolo-areolare. La zona in cui più facilmente si registra una diminuzione della sensibilità è quella del quadrante inferiore esterno (16,15%), a causa dell’incisione nella piega sottomammaria. Questi dati forniscono un utile parametro per monitorare il recupero del paziente a seguito dell’aumento del seno. Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: Aesthetic Surgery Journal)

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Risollevamento del sopracciglio e ringiovanimento della fronte

Lo studio di Lorenzetti, Napoli e Vescera pubblicato su ISAPS News

L’efficacia della procedura di lifting del sopracciglio combinata con la blefaroplastica della palpebra superiore e inferiore è l’argomento di uno studio realizzato dal Professor Pietro Lorenzetti e dai dottori Simone Napoli e Leonardo Vescera e pubblicato sul volume 10, numero 1 della prestigiosa rivista ISAPS News. Riportiamo di seguito la traduzione dell’articolo scientifico. In chirurgia estetica, il terzo superiore del viso deve essere considerato un’unità estetica estesa. In tutti i pazienti che si richiedono la blefaroplastica dovrebbero essere valutate anche la fronte, le sopracciglia e le palpebre. La posizione del sopracciglio è definita da un delicato equilibrio tra i muscoli che alzano la fronte e quelli che la abbassano. I lifting del sopracciglio possono essere realizzati chirurgicamente con una vasta gamma di procedure di sollevamento del sopracciglio, oppure chimicamente (insieme con il trattamento di rhytids dinamiche) attraverso la chemio denervazione selettiva. Nella valutazione complessiva della ptosi del sopracciglio deve essere eseguita anche una analisi della posizione della palpebra superiore. Spesso può essere presente una ptosi del sopracciglio indipendentemente dalla presenza o meno di una ptosi palpebrale associata. Nel nostro studio abbiamo cercato di migliorare i risultati in pazienti che presentavano significativi abbassamenti delle palpebre superiori bilaterali e la ptosi frontale con l’ausilio di procedure di lifting del sopracciglio combinato con la blefaroplastica della palpebra superiore. Gli obiettivi di questi trattamenti includono il ripristino di posizione, la simmetria e la stabilità delle sopracciglia. In generale, la maggior parte dei pazienti desiderano un aspetto della palpebra superiore simile a quello che avevano in gioventù. La nostra tecnica comprende il lifting temporale attraverso un’incisione leggermente più grande appena dietro l’attaccatura dei capelli, l’innalzamento nel piano subperiostale e l’innalzamento temporale e frontale con suture assorbibili. Quando la blefaroplastica alla palpebra superiore è combinata con un lifting frontale, il disegno dell’escissione di pelle della palpebra superiore è fondamentale per evitare l’incompleta chiusura della palpebrale dopo l’operazione. In alcune circostanze, nella palpebra inferiore dovrebbero essere valutate la presenza di borse malari, grasso erniato e solchi lacrimali. Potrebbe essere necessario riposizionare il grasso dell’ernia orbitale della palpebra inferiore nella piega nasale con il miglioramento dell’aspetto del solco lacrimale. Per completare il trattamento del terzo superiore del viso, un rallentamento della mimica facciale a livello della muscolatura frontale, comprendente muscolo corrugatore del sopracciglio e muscolo procero, mediante iniezioni di tossina botulinica permette un miglioramento di tutte le rughe dinamiche presenti in questa unità estetica. È stata eseguita una revisione retrospettiva di 50 pazienti che nell’ultimo anno hanno subito il lifting temporale frontale in combinazione con la blefaroplastica della palpebra superiore e inferiore. Il follow up postoperatorio è durato fino a due anni dopo l’intervento di chirurgia plastica. È stata effettuata una valutazione pre e post-operatoria della ptosi del sopracciglio. In tutti i pazienti non è stata riscontrata alcuna asimmetria, logoftalmo o malposizionamento della plapebra inferiore con ectropion. In tutti i pazienti è stato osservato il miglioramento della ptosi del sopracciglio, la creazione di un aspetto ben definito della piega del solco lacrimale della palpebra superiore e l’erniazione della palpebra inferiore. Il lifting temporale resta una tecnica sicura ed efficace per il ringiovanimento della fronte. La blefaroplastica superiore e inferiore, attraverso una varietà di tecniche diverse, può produrre risultati efficaci per il ringiovanimento della regione periorbitale. In particolare, per quanto riguarda la blefaroplastica inferiore va notato che spesso, quando l’ernia di grasso della palpebra inferiore viene rimossa, può verificarsi uno svuotamento della palpebra, specialmente nei pazienti che presentano una deformità lacrima trogolo. Il riposizionamento del grasso nella palpebra inferiore può impedire l’eccessivo svuotamento di quest’ultima.

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