Aggiornamenti scientifici

Aggiornamenti scientifici Prof. Pietro Lorenzetti


Una sezione dedicata agli studi di settore e agli aggiornamenti scientifici in chirurgia plastica e medicina estetica. Dalla sperimentazione di nuovi interventi alla condivisione di tecniche d'avanguardia passando per le applicazioni delle sostanze più utilizzate in medicina estetica.
Gli studi di settore esposti vengono scelti in base alla loro rilevanza scientifica e all'interesse per la comunità e gli esperti del settore. Tra questi ci sono anche approfondimenti su tematiche di attualità scientifica a cura del Professor Lorenzetti e del suo staff.

 

Mastoplastica: rimodellamento della tasca parzialmente sottomuscolare per l’inserimento delle protesi seno

Uno studio analizza l’anatomia dell’origine sternale del grande pettorale

Quando si effettua una mastoplastica additiva parzialmente sottomuscolare, il muscolo grande pettorale viene parzialmente manipolato per la copertura dell’impianto protesi e per creare la tasca che accoglie la protesi stessa. La comprensione della sua anatomia può consentire un miglior risultato e facilitare la creazione della tasca dell’impianto. In uno studio presentato sull’Aesthetic Surgery Journal, gli autori hanno valutato l’anatomia dell’origine sternale del grande pettorale per programmare la pianificazione dell’intervento chirurgico di mastoplastica additiva, contribuire alla creazione di una tecnica per il sottopettorale nella mastoplastica additiva e identificare i luoghi più comuni di ingresso per l’applicazione della protesi. Le origini sternali di 24 muscoli grande pettorale sono state sezionate ed esaminate su 15 cadaveri di sesso femminile con l’obiettivo di determinare la struttura e la larghezza del pettorale di origine sternale e la sua relazione con le posizioni dei perforanti per entrare all’interno della mammella. La larghezza media dell’origine sternale del grande pettorale era di 7,1 mm. Questa larghezza è stata abbassata leggermente dalla seconda nervatura al secondo spazio intercostale e quindi elevata progressivamente in direzione caudale verso la quinta costola. L’origine sternale termina ad una media di 5,4 mm dalla linea mediana, con la distanza massima all’altezza della quinta costola e una grande variabilità complessiva. Una fila di perforanti dall’interno dell’arteria mammaria ha attraversato lo spazio sotto il pettorale con una media di 2,7 cm dalla linea mediana. Lo studio ha verificato che l’origine sternale del grande pettorale era sottile e molto variabile. Il parziale distacco del muscolo pettorale viene ormai realizzato routinariamente, ma le evidenze di questo studio dimostrano che è fondamentale che tale procedura venga effettuata con cautela e da un chirurgo plastico di esperienza per poter essere effettuato nella maniera più corretta. Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: Aesthetic Surgery Journal)

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Valutare i risultati della mastoplastica additiva

Uno studio stabilisce un metodo semplice per analizzare oggettivamente la simmetria mammaria e la posizione del seno

Nonostante la grande varietà di tecniche di mastoplastica, la valutazione dell’esito rimane una questione controversa. Uno studio, pubblicato sull’Aesthetic Surgery Journal, ha ideato un metodo oggettivo per valutare la simmetria mammaria sulla base di un’analisi statistica delle misurazioni manuali oggettive del seno. Il metodo è stato validato applicandolo ai risultati di uno studio randomizzato controllato sulla correzione dell’asimmetria del seno. Lo studio ha preso in esame sessanta pazienti con ipoplasia al seno, una leggera asimmetria, inserite casualmente in uno di due gruppi. Ad un gruppo di pazienti è stato effettuato un impianto a volume fisso in un seno e un impianto regolabile nell’altro. Alle pazienti dell’altro gruppo sono stati applicati due impianti a volume fisso di diverse dimensioni. Le differenze di specifiche misurazioni del seno e del torace, effettuate prima dell’intervento chirurgico e durante follow-up, sono state analizzate statisticamente con il Wilcoxon rank test. La correzione dell’asimmetria ha comportato la riduzione delle differenze tra i valori del seno sinistro e di quello destro in ogni specifica misurazione. L’inserimento di un impianto regolabile su un lato ha prodotto un risultato migliore rispetto al collocamento di due protesi a volume fisso di diverse dimensioni. La soddisfazione di pazienti e medici è stata comunque elevata in entrambi i gruppi che sono stati sottoposti a mastoplastica additiva. Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: Aesthetic Surgery Journal)

L’obesità fa male ai pazienti e ai conti del sistema sanitario

Uno studio americano dimostra la correlazione tra pazienti obesi e necessità di cure dopo l’intervento di chirurgia plastica ambulatoriale

L'obesità è associata a maggiori tassi di complicanze chirurgiche. Per far fronte a queste dopo un intervento di chirurgia plastica ambulatoriale, i pazienti obesi si rivolgono per curarsi ai reparti di emergenza e possono potenzialmente richiedere il ricovero in ospedale, che potrebbe tradursi in un aumento dei costi di assistenza sanitaria. Lo studio di alcuni medici americani, pubblicato sul PSR Journal, ha puntato a determinare la relazione tra obesità, cure gravi richieste agli ospedali dopo le dimissioni e spese ospedaliere avvenute entro 30 giorni dalla chirurgia plastica ambulatoriale. Dai database di chirurgia ambulatoriale di quattro stati degli USA sono state individuate tutte procedure che hanno interessato pazienti adulti sottoposti a liposuzione, addominoplastica, riduzione del seno e blefaroplastica. I pazienti sono stati divisi a seconda della presenza o meno di obesità. Per confrontare la frequenza di cure ospedaliere d’emergenza, i gravi problemi di salute e le spese ospedaliere entro 30 giorni dall’intervento tra i due gruppi sono stati utilizzati modelli di regressione multivariata, con il controllo di variabili che potessero inficiare i dati. Il campione finale ha compreso 47.741 procedure, delle quali 2.052 (4,3 per cento) relative ad obesi. I pazienti obesi hanno avuto necessità di ricorrere a cure ospedaliere d’emergenza con maggiore frequenza (circa 7,3% contro 3,9%) o hanno avuto gravi problemi di salute (circa 3,2% rispetto al 0,9) entro 30 giorni dall’intervento. I pazienti obesi sottoposti a liposuzione, addominoplastica e riduzione del seno hanno inciso maggiormente sull’aumento delle spese ospedaliere rispetto a quelli non obesi. Lo studio americano giunge alla conclusione che i pazienti obesi che si sottopongono a comuni procedure di chirurgia plastica ambulatoriali comportano sostanzialmente maggiori oneri di assistenza sanitaria in parte attribuibili a eventi avversi più frequenti e alla necessità di assistenza sanitaria ospedaliera entro 30 giorni dall'intervento. Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: PRS Journal)

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Lifting del terzo medio del viso

Studio sul trattamento delle sporgenze della regione zigomatico - malare

Protusioni della regione sottopalpebrale o malare possono essere conseguenza di un edema cronico che le determina. Lo sviluppo di un edema in tale regione è generalmente una condizione ereditaria e può manifestarsi come un’antiestetica sporgenza della regione zigomatico - malare. Le tecniche tradizionali, come una blefaroplastica inferiore da sola, non sembrano essere efficaci e non sono esplicitamente adatte per il trattamento delle protusioni proprie delle regione zigomatico - malare, mentre un lifting verticale del terzo superiore sottoperiosteo associato ad una blefaroplastica inferiore è in grado di superare queste difficoltà e raggiungere il risultato voluto. Tra il 2006 e il 2007, 12 pazienti (3 uomini e 9 donne di età media di 47 anni) sono stati sottoposti a lifting del terzo superiore verticale sottoperiosteo in combinazione con un blefaroplastica inferiore per il trattamento specifico di tali protusioni malari. Questa procedura include blefaroplastiche inferiori simultanee, scollamento sottoperiosteo e mobilizzazione del tessuto al di sotto del sistema muscolo aponeurotico superficiale (SMAS). Tutti i pazienti sono guariti senza complicazioni e senza grossi problemi postoperatori. Il risultato chirurgico è stato valutato in base all’analisi delle fotografie effettuate prima e dopo l’intervento e l’analisi delle misurazioni pre e postoperatorie. La tecnica utilizzata ha portato ad un ringiovanimento importante e definitivo del terzo medio e delle protusioni malari. Il lifting verticale del terzo medio superiore sottoperiosteo ha sospeso e collocato nuovamente le regioni del volto al di sotto del bordo orbitale inferiore. Liberando il tessuto della guancia dall’osso sottostante, sembrano inoltre essere migliorate le caratteristiche di permeabilità del setto malare evitando così la ricomparsa delle antiestetiche sporgenze zigomatico - malari. Si tratta di una tecnica affidabile per migliorare le sporgenze malarie e le borse palpebrali spesso associate. Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: Springer - Aesthetic Plastic Surgery)

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Riduzione del seno VS riduzione del seno più protesi

Uno studio comparativo con analisi e risultati del dott. E. Swanson

Nelle pazienti con seno grande che si sottopongono ad una mastoplastica riduttiva, capita spesso di asportare una certa porzione di tessuto mammario, ripristinando il giusto volume e la corretta proiezione del complesso areola-capezzolo mediante l’inserimento di una protesi. Proprio su questo argomento il PRS Global Open pubblica un interessante studio del Dott. Eric Swanson. La riduzione del seno (mastoplastica riduttiva) è un intervento noto per fornire un miglioramento fisico alle pazienti. Tuttavia, delle analisi evidenziano che questa procedura è da sola meno efficace per ripristinare la pienezza del polo superiore, che può essere invece aumentato tramite l’impianto di protesi al seno. Il dott. Swanson ha realizzato uno studio per determinare l’efficacia e la sicurezza di questo trattamento combinato. Questo studio retrospettivo si compone di tre parti: uno studio clinico; la misurazione del seno; la produzione dei risultati Sono stati valutati i casi di 80 donne sottoposte a riduzione del seno (56) o a riduzione del seno più impianto di protesi (24). Tutte le protesi mammarie sono state inserite sotto il muscolo. Tutte le pazienti sono state trattate con la stessa tecnica di mastoplastica riduttiva con peduncolo mediale, sistemando, appunto, il peduncolo nel mezzo del cono mammario e riposizionando il capezzolo durante la fase operatoria. Le misurazioni sono state effettuate comparando le fotografie realizzate prima dell’operazione a quelle scattate almeno 3 mesi dopo l’intervento chirurgico. Sono quindi stati valutati i casi di 56 pazienti. I risultati testimoniano che: non c’è alcuna differenza significativa tra i due gruppi di pazienti (solo riduzione VS riduzione e impianto protesi) in termini di complicanze post operatorie o di percentuali di reintervento; in entrambe le procedure sono stati alzati il cono mammario e il livello del polo inferiore ed è aumentato il rapporto parenchimale del seno (zona superiore / zona inferiore del seno); tutti le pazienti intervistate che hanno inserito le protesi contemporaneamente alla riduzione del seno si sono dette soddisfatte della loro decisione; in entrambi i gruppi sono stati ridotte le conseguenze fisiche e i disturbi dell’intervento; nei casi della sola riduzione del seno, la soddisfazione delle pazienti è stata del 92,5%, mentre è arrivata al 93,8% per coloro che hanno aggiunto anche il posizionamento delle protesi; entrambi i gruppi hanno riferito di un miglioramento nella qualità della vita. Questo studio giunge alla conclusione che la mastoplastica riduttiva con peduncolo mediale può essere combinata in sicurezza ed efficacia con le protesi mammarie nelle pazienti che ricercano la pienezza del polo superiore. Testo riadattato dal Prof. Pietro Lorenzetti (Fonte: PRS Global Open)

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