Rassegna stampa

Rassegna stampa chirurgo plastico Pietro Lorenzetti


Il Prof. Pietro Lorenzetti e la stampa. I suoi interventi sugli argomenti di attualità, i suoi consigli sulla bellezza, le sue esperienze in congressi nazionali ed internazionali.

 

Chirurgia plastica... con intelligenza

Lorenzetti interviene su PiuBenessere.it

Sono oltre vent’anni, quasi trenta per la verità, che mi occupo di chirurgia. La studio, la pratico, ne scrivo. Nel 2009 ho pubblicato il mio primo libro, “Intelligenza estetica”, una serie di riflessioni su altrettante storie emblematiche, ma accomunate da un unico punto di vista: l’approccio. Un approccio che rifugge gli eccessi, che mira a ottenere risultati naturali. Tanti anni fa si diceva che l’intervento migliore era quello che non si vedeva, mentre oggi ci siamo abituati, ahimè, a esempi di cattiva chirurgia, facce stravolte, errori grossolani. Dopo aver pubblicato quel libro sono stato più volte intervistato, invitato in trasmissioni tv e mi sono ritrovato a commentare il perché di questa ossessione per l’aspetto estetico, anche dal punto di vista sociale e antropologico. Ho sempre detto che un buon chirurgo plastico deve essere un ottimo conoscitore dell’anatomia e della meccanica… e avere anche doti di psicologo. «Che c’entra?», penserà qualcuno. Il punto è molto semplice: immaginiamo una ragazza di un metro e sessanta di altezza. Il suo corpo non le permette di sfoggiare una quinta misura di reggiseno, ma allora perché chirurghi senza scrupoli sottopongono le proprie pazienti a queste operazioni? Solo per soddisfare un capriccio? È sbagliato, bisogna indagare le motivazioni che spingono all’intervento e, in alcuni casi, noi chirurghi abbiamo l’obbligo di dire di no. Certo, nel corso degli anni ho visto donne, ma anche uomini, che dopo essersi sottoposti a un determinato intervento hanno cambiato il loro modo di camminare, di porsi con gli altri: ogni operazione di chirurgia plastica incide sul nostro essere, sul nostro carattere e forse sulla nostra anima. I personaggi dello spettacolo si rivolgono spesso alla chirurgia plastica: per necessità professionali non possono non mostrarsi al meglio, anche sottoponendosi a interventi leggeri di tanto in tanto. Chi lavora in quel mondo lo sa bene. Certo, l’aspetto è importante, ma chi punta solo sull’aspetto estetico ha vita breve. Una regola impietosa ma ben chiara nel mondo della moda, in cui la cura maniacale dell’estetica deve essere accompagnata ad una mentalità lucida e imprenditoriale. Le modelle più belle del mondo di successo sono diventate a fine carriera imprenditrici, mentre quelle che hanno puntato solo sulla bellezza sono finite a fare le commentatrici in qualche trasmissione di secondo ordine. E che dire del rapporto forse più complicato di tutti quando si parla di bellezza, ovvero quello tra madre e figlia? Ammetto che si tratta di un argomento a me molto caro, per questo lo scorso anno ho deciso di raccogliere alcuni casi di altrettante donne e raccontarli in un libro, Specchio delle mie brame: madri e figlie a confronto. Bellezza, estetica, fascino e seduzione: se fino a trent’anni fa accettare che una figlia crescesse era il segno del proprio declino naturale, oggi è un elemento di competizione, anche per via proprio della tv, e per accettarlo ci vuole molto equilibrio e maturità. In ogni caso, dal ritocchino occasionale a chi cerca la perfezione a tutti i costi deve valere una costante: ogni intervento di chirurgia plastica plasma il corpo del paziente e in quanto tale va portato avanti con criterio. E se quella famosa ragazza di un metro e sessanta ci chiede una mastoplastica additiva per raggiungere la quinta di reggiseno, è compito del chirurgo plastico farle comprendere il problema. Un problema che, altrimenti finirà indubbiamente per condizionarle la vita, dal punto di vista estetico, psicologico e, in futuro, posturale. Se non adotteremo questo approccio, in futuro ci ritroveremo ancora inevitabilmente a parlare degli eccessi della chirurgia plastica, degli errori, di cattiva chirurgia, di facce stravolte. A cura di Pietro Lorenzetti Fonte: PiuBenessere.it

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Aloni scuri attorno agli occhi, ecco cosa fare

Lorenzetti risponde alla domanda di una lettrice di Di Lei

Il magazine Di Lei pubblica la risposta del Professor Lorenzetti alla domanda di una lettrice sul tema estetico degli aloni scuri intorno agli occhi. DOMANDA Egregio Dottore, il mio problema è la pelle in eccesso sotto gli occhi – non eccessiva ma che appesantisce lo sguardo – dopo i 30 anni ho notato dei segni scuri che sono peggiorati e che comunque si accentuano la sera con la stanchezza sono piccole ernie la sinistra un pochino più accentuata – mi ha colpito il suo articolo [...] e mi piacerebbe sapere orientativamente a quanto ammonterebbe il costo dell’intervento quello con incisione esterna in quanto un pochino di pelle in eccesso c’è. Ho 54 anni e il viso senza una ruga (non ha mai fatto nulla solo buone creme) ma il contorno occhi è il mio cruccio. Gli aloni scuri li ho sempre avuti sono di carnagione molto scura. Grazie, Stefania. RISPOSTA Cara Stefania, la qualità della sua pelle è probabilmente una eredità di famiglia ma di certo l’età ha qualche effetto anche sul patrimonio migliore. La pelle in eccesso che riferisce è probabilmente dovuta alla perdita – fisiologica – di alcuni componenti essenziali del derma, il collagene e l’elastina che insieme alle strutture profonde della pelle forniscono il substrato di sostegno. Con il tempo la loro produzione va incontro ad un rallentamento e così la pelle perde elasticità e turgore. La pelle del contorno occhi inoltre è particolarmente delicata e nonostante sia possibile aiutarla mantenendo una idratazione costante con prodotti cosmetici e una corretta alimentazione si tratta di un processo che non è possibile arrestare, al massimo rallentare. La presenza di piccole ernie che peggiorano con la stanchezza impone di certo un approccio chirurgico che consiste nel riposizionamento del tessuto grasso uscito dalla sua sede. In passato le borse venivano rimosse, con il risultato di lasciare un occhio dall’aspetto ‘scavato’ e ancora più stanco. Oggi invece si tende a riutilizzare un tessuto comunque prezioso e rimodellarlo, se l’intervento è eseguito bene il risultato è estremamente naturale. Per ciò che riguarda l’accesso dell’intervento, esterno o intraoculare, è una questione che va valutata in sede di visita preoperatoria. [...] Il risultato è immediatamente visibile e l’eventuale gonfiore si riassorbe in pochi giorni con un risultato piuttosto duraturo, stimato in una decina d’anni. Va tenuto conto che poi il processo di invecchiamento continua il suo corso e quindi sarebbe scorretto dire che il risultato è definitivo. Le faccio molti auguri. Pietro Lorenzetti Fonte: DiLei.it

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La mastopessi con cicatrice a 'T' invertita

Articolo di Lorenzetti per Benessere.com

Riportiamo un articolo firmato dal Professor Lorenzetti per Benessere.com sulla mastopessi. La mastopessi con cicatrice a “T” invertita è l’intervento indicato per rimodellamento di un seno con una ptosi elevata. Si definisce ptosi una condizione in cui il seno si presenta rilassato e cadente con il complesso areola capezzolo più in basso rispetto alla sua posizione corretta. In letteratura scientifica sono identificati 4 gradi di ptosi in relazione alla loro gravità. Casi di grado più gravi si hanno quando la cute della mammella appoggi sul torace e il capezzolo sia più in basso entrambi per oltre tre centimetri sotto il solco sottomammario. Queste precise misurazioni, insieme ad un attento esame clinico delle mammelle, permettono al chirurgo di identificare fra le varie tecniche di mastopessi l’intervento più adatto per ottenere una forma armonica del seno e il miglior esito cicatriziale. La tecnica utilizzata nei casi di ptosi severe, ma talvolta anche per ptosi di grado moderato, è la mastopessi con cicatrice a “T” invertita con o senza l’ausilio di protesi mammarie. Nell’intervento viene scolpito e riposizionato il tessuto ptosico del polo inferiore. È generalmente necessario effettuare una giusta resezione della cute in eccesso, non solo verticalmente al di sotto dell’areola sino al solco sottomammario, ma anche orizzontalmente per un breve tratto lungo il solco stesso. Le cicatrici ben nascoste saranno in sede periareolare, verticale e trasversale estesa lungo il solco sottomammario, nel quale normalmente può rimanere nascosta. L’intervento è effettuato in day hospital, in anestesia locale, con sedazione. Il tempo operatorio è poco più di un’ora. La paziente può tornare alle normali attività quotidiane gradualmente nell’arco di una-due settimane. La maggiore estensione delle cicatrici, estetiche e ben nascoste all’interno di un normale bikini, permette di ripartire al meglio le tensioni presenti sui margini delle ferite. Per questo motivo talvolta sono preferibili cicatrici più estese ma di buona qualità e con una buona armonia della forma delle mammelle, piuttosto che cicatrici ridotte ad ogni costo ma slargate e con un esito globale non completamente soddisfacente. Il risultato è generalmente duraturo ma può essere alterato nel tempo da gravidanze, variazioni ponderali o dal normale e progressivo invecchiamento dei tessuti mammari. Fonte: Benessere.com

La chirurgia plastica dopo aver perso peso

Lorenzetti ne parla a Radio 1

Il Professor Lorenzetti è intervenuto nel corso della trasmissione Life di Radio1 per parlare di chirurgia plastica post dimagrimento, ospite della giornalista Annalisa Manduca. Per introdurre l’argomento viene riportata la testimonianza di una donna che dopo anni di obesità e diete fallite ha deciso a 42 anni di iniziare un percorso fatto di corretta alimentazione ed attività fisica. Si è trattato di un cammino lungo e faticoso che ha dato delle grandi soddisfazioni ma che, dopo aver perso circa 50 kg, ha fatto registrare anche un importante cedimento della cute con pelle in eccesso in diverse zone del corpo. La felicità per aver raggiunto il peso forma, testimonia la donna, è stata sostituita dalla difficoltà ad accettarsi con tutta quella pelle in eccesso causata dall’importante calo ponderale. A questo punto la donna si è sottoposta ad una serie di interventi di chirurgia plastica post dimagrimento: in una prima sessione operatoria si è provveduto ad effettuare lifting braccia, lifting cosce, addominoplastica e mastopessi additiva con l’impianto di protesi. I risultati estetici sono stati ottimi, tanto che, racconta la paziente, a breve si sottoporrà ad un’operazione di lifting circonferenziale per terminare un percorso pieno di soddisfazioni. Lorenzetti sostiene che la chirurgia post dimagrimento può essere a tutti gli effetti considerato un passaggio necessario: un paziente in forte sovrappeso è abituato a percepirsi in una determinato modo, ma quando perde moltissimi chili (30,40, 50, 60), si sente molto meglio fisicamente, respira meglio, si muove meglio, ma la vita quotidiana è fortemente condizionata dall’eccesso di pelle in diverse parti del corpo. Quando una persona perde peso ha, generalmente, problemi in alcuni specifici distretti del corpo come ad esempio pancia, fianchi, interno cosce, interno braccia e seno; con pazienti giovani, il viso, solitamente, si presenta in condizioni migliori. Non sempre tutti gli interventi possono essere fatti nella stessa sessione operatoria, ma in alcuni casi si possono abbinare sempre su indicazione del chirurgo e della sua equipe. Nella normalità, le operazioni vengono divise in due o in tre sessioni. Pazienti che perdono fino a 20 chili non hanno normalmente bisogno di tanti interventi per eliminare gli eccessi di pelle. Possono registrarsi problemi a livello di parete addominale, all’interno cosce e braccia. Il discorso cambia con persone che perdono oltre 30 chilogrammi, per le quali può essere necessario un lifting circonferenziale, ovvero eliminare la pelle in eccesso presente intorno a tutta la circonferenza del corpo e non solo in specifiche aree. Le donne, in particolare, quando perdono oltre 15 chili registrano uno svuotamento importante del seno. Per quanto concerne le richieste per questo tipo di interventi, uomini e donne si rivolgono praticamente in egual misura al chirurgo plastico per togliere la pelle in eccesso dopo il dimagrimento. È ovvio che con interventi così importanti le cicatrici siano presenti: è compito del chirurgo collocarle in maniera adeguata in modo che siano nascoste dal costume, dallo slip, dalle piegature della pelle, in zone meno visibili (come nel caso del lifting braccia). In ogni caso, il miglioramento della qualità della vita è talmente alto che difficilmente il paziente presta caso alle cicatrici che inevitabilmente vengono create. Le cicatrici, inoltre, sono l’unico segno dell’intervento, poiché il paziente non presenta alcun elemnto tangibile e visibile dei chili in eccesso che sono stati persi né della pelle che è stata eliminata. La durata e la possibilità di accorpare più interventi dipendono dalla situazione di partenza, dalle caratteristiche del paziente e dagli esami preoperatori. In linea di massima, cumulando i vari interventi si può arrivare anche ad 8 ore di operazione, distribuite in più sessioni. Come tutti gli interventi di chirurgia plastica, anche quelli post dimagrimento devono essere letti all’interno di un percorso motivazionale e di salute complessivo. Se un paziente ha perso peso da poco tempo, ad esempio, Lorenzetti consiglia sempre di attendere una stabilizzazione e la certezza di aver raggiunto l’obiettivo prefissato. Allo stesso tempo, sono da sconsigliare interventi combinati se non ci sono condizioni di salute e motivazioni forti che aiutano a superare meglio il post operatorio. Dopo un percorso di dimagrimento tanto impegnativo, il paziente è entrato già nell’ottica di modificare la propria alimentazione, stile di vita e aumentare l’attività fisica. Chiaramente questo percorso va continuato dopo le operazioni di chirurgia plastica post dimagrimento.

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L'intervento di lipofilling

Lorenzetti scrive su Benessere.com

Seconda parte dell'articolo sul lipofilling scritto dal Professor Lorenzetti per il portale Benessere.com. Leggi qui la prima parte. Durante la prima fase dell’intervento il tessuto adiposo viene prelevato mediante microcannule facendo attenzione ad utilizzare una bassa pressione di aspirazione per non danneggiare gli adipociti, successivamente viene purificato separando la componente adiposa pura dalle componenti accessorie oleose ed ematiche. Il grasso ottenuto è quindi pronto per essere innestato nella sede ricevente, facendo attenzione a porre tutte le cellule adipose infiltrate in piccole quantità e a diretto contatto con tessuti ben vascolarizzati mediante la formazione di molteplici piccolissimi canali. L’intervento può durare da 30 minuti a 2 ore sulla base dell’estensione e del numero delle zone da trattare. Le zone di prelievo vengono coperte con medicazioni compressive per ridurre al minimo gli edemi e le eventuali ecchimosi. Le aree innestate vengono protette con particolari medicazioni per evitare il più possibile, nelle prime ore, traumi della zona o migrazione del grasso impiantato. L’intervento di lipofilling non è doloroso e non lascia cicatrici visibili. Nelle settimane successive si ha un graduale ritorno alle normali attività lavorative e sociali. I risultati visibili già alcune settimane dall’intervento si assestano definitivamente nel giro di sei mesi. Una piccola percentuale variabile dal 5 al 20 % di tessuto adiposo innestato può andare incontro a riassorbimento nei mesi successivi all’intervento. La procedura è agevolmente ripetibile. Il risultato di un intervento di lipofilling del corpo è generalmente molto soddisfacente. Inoltre, grazie alla ricchezza in cellule staminali propria del tessuto adiposo, il lipofilling determina un miglioramento estetico globale della regione trattata. Pietro Lorenzetti

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