News

Abuso del ritocco in chirurgia plastica

Lorenzetti ne parla a Pomeriggio 5

Il Professor Lorenzetti è stato ospite di Pomeriggio 5 di giovedì 13 dicembre, puntata nella quale ha dibattuto degli eccessi in chirurgia plastica con Barbara D'Urso e Samanta Asquini, Miss Chirurgia Estetica 2013. La discussione sull'argomento è partita da un servizio di Enrico Lucci delle Iene in cui sono stati presentati alcuni casi di richieste, purtroppo esaudite, di interventi di chirurgia plastica da parte di donne che, non ne avevano bisogno e che hanno esagerato nel "ritocchino". Lorenzetti è perentorio nel commentare il servizio di Enrico Lucci: "ho visto una serie di disastri, follie ed esagerazioni [...] una serie di mostri pazzeschi". Commentando le sei operazioni al naso alle quali si è sottoposta Miss Chirurgia Estetica 2013 per rimediare ad un intervento sbagliato, Lorenzetti sottolinea uno dei problemi più importanti della chirurgia plastica: "quando uno inizia male, è difficile raddrizzare tutto", se il primo intervento non è eseguito correttamente è problematico risolvere i problemi causati. Aumenta il numero dei pazienti che si sottopongono ad interventi secondari per riparare ad operazioni di chirurgia plastica andate male perché, sostiene Lorenzetti, manca la chiarezza nel colloquio pre-operatorio tra chirurgo e paziente. Dopo un secondo intermezzo del servizio di Enrico Lucci, al rientro in studio il Professor Lorenzetti è chiaro: "la chirurgia plastica non è questo, è qualcosa di elegante, di ben fatto, di consigliato bene. L'AICPE insiste molto su questo concetto perché noi vogliamo dare una qualità che è molto diversa da quella mostrata nel servizio". Per rivedere l'intervento del Professor Lorenzetti a Pomeriggio5 di giovedì 13 novembre 2014, clicca qui e posiziona il cursore al minuto 43.30.

Immagine di 43c2410b-3d5b-43c1-b12b-968ca7808a1f

Chirurgia estetica e smanie di giovinezza

Lorenzetti interviene a TG2 Costume e Società

Molto spesso si ricorre alla chirurgia plastica per dar provare a contrastare il passare degli anni, ma non sempre i risultati sono quelli sperati e capita spesso di trovarsi di fronte persone che hanno subito dei veri danni. Al riguardo, ha fatto discutere la recente apparizione pubblica di Renée Zellweger, che a 45 anni ha operato diversi ritocchi sul proprio volto che l'hanno portata a perdere molti dei tratti somatici della Bridget Jones divenuta tanto famosa al cinema. Trattando questo argomento, TG2 Costume e Società ospita un intervento del Professor Lorenzetti. Lorenzetti sottolinea che il chirurgo plastico deve saper spiegare e consigliare il paziente che qualche volta non comprende che gli eccessi vanno sempre evitati: "esistono dei canoni di bellezza ai quali il chirurgo plastico deve rifarsi sempre". Diverse donne dello spettacolo si sono sottoposte ad interventi di chirurgia estetica che, però, hanno spesso causato più danni che benefici, tanto che sono le stesse star internazionali a dirsi pentite. E gli uomini non fanno eccezione: nell'ultimo anno i ritocchi maschili sono cresciuti del 24%, con la tossina botulinica come intervento più richiesto per rilassare le rughe della fronte. Lorenzetti dichiara che insieme alla chirurgia della calvizie, l'uomo "chiede spesso un ringiovanimento dello sguardo con la blefaroplastica e molto spesso la rinoplastica". Gli intereventi al viso e allo sguardo sono tutti interventi minimi con incisioni ridotte e molto spesso ben nascoste, così come il ringiovanimento del volto, sostiene Lorenzetti: "anche un intervento molto richiesto come la mastoplastica additiva per l'aumento del volume del seno è oggi un'operazione assolutamente veloce". Per rimanere giovani, ricorda Lorenzetti, bisonga considerare innanzitutto il patrimonio genetico che ci viene trasmesso dai nostri genitori. Entrano poi in gioco altri fattori come l'alimentazione sbagliata, il peso in eccesso, l'abuso di alcool, una eccessiva esposizione al sole sono tutti elementi che possono incidere sull'invecchiamento. Per vedere l'intervento del Professor Lorenzetti a TG2 Cosutme e Società del 5 novembre 2014, posizionate il cursore del filmato di seguito al minuto 4.20.

Immagine di 031f2f70-0429-4db9-9787-e9ae8c7745fa

Protesi mammarie: garanzie e tutele per i pazienti

Lorenzetti ne parla al TG5

Vengono impiantate dopo un'operazione di asportazione del seno per gravi forme tumorali, ma anche per interventi ricostruttivi di chirurgia estetica. Le protesi mammarie di ultima generazione devono essere impiantate secondo criteri estremamente rigorosi dettati da un disciplinare internazionale: materiali biocompatibili, strutture medico-chirurgiche dedicate, personale di sala operatoria qualificato. Tutto questo a tutela della salute dei pazienti. Su questo argomento è intervenuto il Professor Lorenzetti nel corso dell'edizione delle 8 del TG5 del 16 marzo 2014. Nel trattare l'argomento delle protesi mammarie vengono spesso registrate notizie di cronaca davvero drammatiche. Per quale motivo si verificano questi problemi? "Molto spesso non vengono utilizzati materiali, protesi di qualità" è la spiegazione immediata del Professor Lorenzetti. "Purtroppo ci sono tanti tipi di protesi che non hanno le caratteristiche di assoluta sicurezza. E' importante farsi spiegare bene dal chirurgo plastico quale protesi si stia impiantando, la qualità delle stesse e da quanti anni vengono utilizzate. Insomma, bisogna entrare nei dettagli", sottolinea Lorenzetti. Le linee guida per sottoporsi all'intervento di impianto di protesi mammarie dicono che l'operazione deve essere innazitutto dedicata a pazienti maggiorenni: "non operiamo pazienti di età inferiore ai 18 anni", evidenzia Lorenzetti. Inoltre, devono essere utilizzate "protesi di qualità assoluta, protesi anatomiche, collocate al di sotto del muscolo grande pettorale. Se abbiamo il buon senso di scegliere una protesi di dimensioni adeguate, non troppo grandi, l'intervento risulta esteticamente perfetto, ovvero la protesi non è né visibile, né palpabile". Lorenzetti evidenzia che l'uso di protesi è alcune volte legato ad operazioni che hanno riguardato l'asportazione di ghiandole mammarie a seguito del tumore della mammella. Il Professor Lorenzetti ricorda che tra le tutele per i pazienti ci sono anche quelle dettate dall'AICPE (Associazione Italiana Chirurghi Plastici Estetici) che proprio lo scorso fine settimana ha tenunto il suo annuale convegno a Firenze. "L'AICPE entra nel dettaglio dei singoli interventi, specificando la qualità del materiale, le caratteristiche che deve avere la sede in cui l'intervento deve essere eseguito e le tecniche consigliate". Per vedere l'intervento del Professor Lorenzetti al TG5 delle 8 del 16 marzo 2014, cliccate qui e posizionate il cursore del filmato al minuto 26.

Immagine di a4e6d98a-c072-4508-ab3a-9dafb356254c

Le star contro gli eccessi in chirurgia plastica

Lorenzetti ne ha parlato al TG2 Cosutme & Società

Ritorno alla bellezza naturale, ora anche le star si pentono di quel ritocco spesso troppo invasivo. Se ne è parlato a TG2 Costume & Società del 24 marzo 2014 con un servizio dedicato al tema in cui è intervenuto anche il Professor Lorenzetti. Inseguire la bellezza ad ogni costo e non accettare che viso e corpo si trasformino nel corso degli anni è un'ossessione che colpisce star e gente comune. Eppure la corsa al bisturi no limits pare essere passata di moda, riferisce il servizio. Il messaggio è 'belle sì ma non a qualsiasi costo', con il rischio di ritrovarsi un viso artificiale uguale alle altre. Lorenzetti sottolinea che non bisogna inseguire sogni e ideali di bellezza assoluti. "Se c'è realmente un problema, se c'è un difetto dalla nascita, se ci sono aspetti che si possono correggere è bene, ma senza esagerare". Secondo uno studio l'83% dei pazienti chiede un approccio non inviasivo della chirurgia estetica e la metà insegue risultati naturali, mentre il 60% delle donne ha imparato a convivere con le proprie rughe. Anche molte star dopo l'epoca di rifacimenti sfrenati si sono pentite pubblicamente. Il servizio, infatti, parla del rapporto con la chirurgia plastica di diverse star, da Mickey Rourke a Cher, da Melanie Griffith a Pamela Anderson, da Meg Ryan a Gwyneth Paltrow, da Nicole Kidman a Cameron Diaz, molte delle quali pentite degli eccessi in chirurgia plastica praticati nel corso degli anni. Lorenzetti invita alla riflessione su questi aspetti. "Anche il chirurgo deve far riflettere la paziente e spiegaretutto nei dettagli", in modo da far comprendere perfettamente tutti gli aspetti legati ad un intervento di chirurgia plastica. Nonostante tutto ci sono ancora persone che inseguno la perfezione dei miti del cinema e vorrebbero diventare come loro, magari sottoponendosi ad operazioni ripetute. Presentarsi in studio da un chirurgo plastico con la richiesta di assomigliare ad una star è per il Professor Lorenzetti già di per sè una ragione valida per non operare. "Non sono richieste normali, ma frutto di innamoramenti temporanei. Una paziente di questo tipo non è certamente candidata a sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica". Per vedere il servizio di TG2 Costume & Società clicca qui.

Immagine di 6514508c-0bc9-45f3-85a2-c6b514e2581b

Trapianto di capelli contro l'alopecia

Il Professor Lorenzetti interviene a Medicina33 dal nuovo studio di Milano

Nuove tecniche e risultati del trapianto di capelli per la cura dell'alopecia nell'uomo. Se ne è parlato a Medicina33 del 27 marzo 2014 in un servizio che ha visto protagonista il Professor Lorenzetti, direttamente dal nuovo studio di Milano in Viale Majno, 3. La clavizie colpisce fino all'80% degli uomini e, se c'è chi l'affronta portando i capelli corti o a zero, c'è anche chi ne fa un vero e proprio cruccio, anche tra le donne. La forma più comune è l'alopecia androgenetica. Lorenzetti spiega che l'uomo perde i capelli per un'azione ormonale, quando il testoterone si trasforma nella sua forma attiva, il 5 diidrotestosterone, dannoso per il cuoio capelluto. Generalmente ciò avviene su tutto il cranio ad eccezione della nuca, dove i bulbi continuano a vivere e, di conseguenza, i capelli crescono. E' proprio in questa regione che vengono prelevati i bulbi per poter restaurare i capelli anche nelle zone carenti. Nel corso del servizio viene intervistato Giuseppe, un paziente 25enne del Professor Lorenzetti, che ha avuto i primi segni di calvizie quando era appena maggiorenne: i capelli erano sempre più corti e sottili e continuavano a cadere. Un mese fa ha scelto di sottoporsi all'autotrapianto. "I bulbi che si trapiantano dai qauli verranno poi fuori i capelli", sostiene Lorenzetti, "hanno una capacità genetica molto forte. Provengono da una regione molto resistente, quella della nuca, e trapiantati nella regione ricevente hanno una lunga durata". La sensibilità del cuoio capelluto agli squilibri del testosterone è di origine genetica, anche il padre di Giuseppe, infatti, soffre dello stesso problema. Questo disturbo interessa anche le donne per le quali, come si può immaginare, il disagio è ancora più marcato. Fondamentalmente l'uomo affetto da alopecia perde la linea frontale e riporta un arretramento totale dei capelli. Diversamente la donna mantiene la linea frontale, ma i suoi capelli diventano molto più radi dalla linea frontale indietro. Terapie mediche a base di farmaci ormai abbastanza conosciuti permettono di fermare la caduta dei capelli. I farmaci, però, vanno presi con continuità ed hanno come alternativa proprio la chirurgia estetica con l'autotrapianto. "La novità nella chirurgia della calvizie è rappresentata da una tecnica chiamata fue", riferisce Lorenzetti. "Questa tecnica permette di estrarre la singola unità follicolare, il singolo bulbo, senza lasciare cicatrici. In precedenza, invece, veniva prelevata una striscia di cuoio capelluto che veniva preparata dall'equipe suddividendola in tanti piccoli innesti singoli che si andavano a reimpiantare". Questa tecnica generava, ovviamente, una cicatrice, una ferita chirurgica vera e propria e dei punti di sutura, una modalità meno soft di quella attuale. La nuova tecnica fue permette, però, di estrarre e reimpiantare un numero di bulbi inferiore rispetto a quella tradizionale. "Con la tecnica del prelievo del cuoio capelluto, riuscivamo ad estrarre anche 3000-3500 unità follicolari, mentre con la fue se ne ottengono circa la metà", conferma Lorenzetti. Di conseguenza, per ottenere lo stesso risultato e la stessa intensità sono necessarie due sedute operatorie. La tecnica più adatta si valuta caso per caso anche in base a quanti innesti sono necessari. Il lavoro è lungo e minuzioso, il reimpianto avviene praticando dei minuscoli fori sul cuoio capelluto, è necessaria l'anestesia locale e ci vogliono anche 6-7 ore per ottenere un buon risultato. Nessuna cicatrice, né antidolorifici nel post operatorio, ma bisogna avere una buona dose di pazienza. Prima di vedere i risultati, infatti, esiste un periodo di "black-out" di circa 90 giorni, evidenzia Lorenzetti. Poi la crescita avverrà, come è normale, a circa 1 cm al mese, e i capelli potranno essere trattati e tagliati normalmente. Per vedere il servizio di Medicina33 sul trapianto di capelli con il Professor Lorenzetti, clicca qui.

Immagine di 5ab05a92-c144-4673-b048-91425236cdba
Totale: 251
Prenota una visita Icona biscotto Le tue preferenze relative alla cookie policy