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Evitare pentimenti ed errori in chirurgia plastica

Lorenzetti ne parla a TG5 Salute

Chirurgia plastica: aumentano le richieste e, contestualmente, anche la percentuale di insoddisfatti e le cause tra medici e pazienti. Per indagare su questo delicato argomento, la rubrica TG5 Salute curata da Luciano Onder ha interpellato il Professor Lorenzetti nel corso dell'edizione delle 13 del TG5 del 22 giugno. Lo scorso anno 250mila italiani si sono rivolti al chirurgo plastico, un numero in aumento anno dopo anno. Cresce anche il numero dei "pentiti", tanto che 1 su 5 torna dal chirurgo plastico poiché insoddisfatto del risultato o per rimediadre ai danni del precedente intervento. Lorenzetti spiega chiaramente che questo aumento è causato dalla superficialità con la quale si sceglie il chirurgo, dalle aspettative molto alte dei pazienti che credono di poter cambiare la propria vita con un intervento di chirurgia plastica e dai materiali utilizzati che possono essere scadenti e creare seri problemi dopo l'intervento. Una questione molto importante che genera molti "pentimenti" nella mastoplastica additiva per l'aumento del seno è quella dei volumi. Molto spesso si vedono in giro pazienti con volumi del seno troppo grandi, spiega Lorenzetti, frutto di protesi di dimensioni eccessive che appesantiscono inutilmente il seno e rendono davvero complicata la vita delle persone che le portano. Seppur di largo utilizzo, rapide ed indolori, anche le "punturine" di botulino ed acido ialuronico non sono prive di rischi. Si tratta di materiali interamente riassorbibili, sottolinea Lorenzetti, ovvero hanno una durata limitata nel tempo. Quello che può apparire un limite è, invece, un grande vantaggio poiché rappresenta un indicatore determinante sulla qualità e sulla sicurezza del materiale per il paziente. Bisogna, infine, diffidare sempre da promesse o soluzioni miracolose che si leggono su internet: è di fondamentale importanza che ci si rivolga ad uno specialista in chirurgia plastica che operi in strutture adeguate. Per vedere l'intervento del Professor Lorenzetti a TG5 Salute del 22 giugno 2016, clicca qui.

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Interventi dopo il dimagrimento

Lorenzetti ospite a Pomeriggio5

A Pomeriggio5 del 7 giungo 2016 si torna a parlare di diete, dimagrimento e pelle in eccesso dopo importanti perdite di peso. Un servizio iniziale presenta alcuni casi, sottolineando come solo il chirurgo plastico può eliminare tutta la pelle in eccesso. Ospite della trasmissione, il Professor Lorenzetti interviene in collegamento con una sua paziente appena operata proprio per l'asportazione della pelle in eccesso con interventi di addominoplastica, mastopessi con il sollevamento del seno, liposcultura ai fianchi e un lifting delle cosce per una durata complessiva della sessione operatoria di quasi sei ore. La discussione prosegue in studio con altri casi di dimagrimento frutto di diete serie e rigorose che hanno dato risultati solo grazie all'impegno dei pazienti nel corso di mesi ed anni. Il Professor Lorenzetti torna a parlare del caso della sua paziente. Aurelia era ingrassa di oltre 30 kg e dopo due gravidanze era riuscita a perdere circa 20 kg, ritrovandosi con della pelle in eccesso. La paziente era molto motivata e si è rivolta al chirurgo plastico, sentendo forte la necessità di effettuare questo ultimo passo per ritornare a sentirsi bene con se stessa. Gli interventi ai quali si è sottoposta sono consistiti in un'addominoplastica per rimuovere tutta la pelle a livello dell'addome, un lifting delle cosce, restringendole e rendendole perfettamente toniche. L'accumulo di grasso nei fianchi è stato invece affrontato con una grossa liposcultura che ha permesso di rimodellare i fianchi, riutilizzando il grasso estratto per migliorare altre parti del corpo. Il problema del seno cadente, invece, è stato risolto con una mastopessi con protesi. Un'operazione così lunga è stata possibile poiché Lorenzetti e la sua equipe hanno constatato nel corso dell'intervento che la paziente rispondeva perfettamente e non c'era alcun rischio per la sua sicurezza nel combinare più procedure. Lorenzetti sottolinea nuovamente che quando c'è molta pelle in eccesso a seguito di importanti dimagrimenti, questa da sola non si ritira. Allo stesso tempo, sicuramente quando si è più giovani è più elastica ed è più faclie che si contragga in maggiore quantità, fattore più difficile quando si va avanti con l'età e spesso rimane appesa alle zone in cui si è dimagrito. Il Professor Lorenzetti sottolinea in conclusione un concetto molto caro: è importante perdere peso perché si vive meglio, poi se non si vuole avere la pelle in eccesso è possibile toglierla, altrimenti ci si può convivere perfettamente. La chirurgia plastica non è necessaria per tutti, ma è per chi ne sente l'esigenza in maniera profonda, soprattutto per sentirsi bene con se stesso. Per vedere l'intervento del Professor Lorenzetti a Pomeriggio5 del 7 giugno 2016, clicca qui e posiziona il cursore al minuto 36.

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La regolamentazione della professione del chirurgo plastico

Necessarie maggiore tutele a difesa del paziente

Alcuni giorni fa, commentando la mia partecipazione a Medicina33 in cui ricordavo ai pazienti l'importanza di rivolgersi sempre a professionisti qualificati per evitare spiacevoli conseguenze, un collega su Facebook ha stimolato un mio intervento sull'argomento della sicurezza in chirurgia plastica. Data la delicatezza della questione, ho ritenuto opportuno prendermi qualche giorno per commentare con attenzione la questione da lui sollevata. Ecco di seguito il suo invito e la mia riflessione. Egregio collega, ho preso qualche giorno per riflettere con calma sulla questione da te posta. Mi scuso anticipatamente per la lunghezza della mia risposta, ma i termini seri della questione impongono un’analisi complessa ed elaborata. ​In premessa al mio ragionamento, voglio evidenziare che non ho né intenzione né motivo di difendere il mio operato. Parlano per me la Specializzazione Universitaria in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, le qualifiche conseguite all’estero, in particolare in Brasile, negli USA e in Francia, e i numerosi pazienti che continuano a ringraziarmi dopo anni per aver ritrovato serenità con sé stessi grazie al mio lavoro o che tornano per sottoporsi ad altri trattamenti. Se avessi avuto molti insuccessi, di certo non avrei tutte le richieste che ho oggi. Ma non sono qui a tessere le mie lodi, non sta a me farlo. Piuttosto, ritengo fondamentale rispondere alla tua sollecitazione stimolando una complessa riflessione sullo stato della nostra professione, sulla necessità di regolamentarla maggiormente e sull’importanza di tutelare primariamente l’interesse e la salute del paziente. Partiamo dalla considerazione che gli episodi negativi possono accadere nella carriera di tutti, altrimenti non avrebbe senso l’obbligo legislativo per ogni chirurgo di stipulare un’assicurazione che tuteli il paziente, innanzitutto, e il professionista. E come ben sai, nel caso della chirurgia plastica, i premi assicurativi hanno un costo enormemente superiore a quello di qualsiasi altra branca medica, proprio perché le compagnie sono ben a conoscenza del proliferare di incompetenti nel nostro lavoro. Venendo alla tua richiesta di pubblicare sul sito il numero di “denunce per malpractice”, ritengo che dichiarare semplicemente (e banalmente) questo dato sia piuttosto sterile come informazione in sé: si potrebbe avere anche solo una denuncia, ma magari il paziente ha subito danni gravissimi, se non irreparabili. E chi assicurerebbe al paziente che quel numero è reale? Pensi che medici con 20-30 denunce nella loro carriera, lo dichiarerebbero candidamente sul proprio sito? Il numero di denunce da solo non credo sia indicativo, ammesso che, come detto, possa essere considerato veritiero dal paziente. Inoltre, questo dato non aiuta a centrare i termini del problema e ad identificare la reale causa alla base di tanti errori ed orrori nella nostra professione. ​I termini della questione, a mio modo di vedere, sono altri ed attengono agli aspetti regolatori di accesso alla professione. Gli errori in chirurgia plastica si verificano primariamente a causa di una enorme lacuna normativa che evidenzio da anni. ​Come ben sai, tranne che per anestesisti e radiologi, oggi in Italia per esercitare in una branca medica specialistica è sufficiente essere laureati in Medicina e Chirurgia, abilitati alla professione ed essere iscritti all’albo dei medici. Non esiste alcuna legge che obblighi chi si dichiara oncologo, urologo, cardiologo, ecc., a specializzarsi all’università per esercitare la professione. Converrai con il sottoscritto che si tratta di una vera e propria lacuna normativa che, in sé, può potenzialmente mettere a gran rischio la salute dei pazienti. È pur vero, fortunatamente, che la maggior parte dei nostri colleghi che operano in questi ambiti provengono da un percorso accademico di specializzazione, spesso richiesto dalle strutture pubbliche e private in cui operano a garanzia della qualità e della sicurezza dei pazienti. Purtroppo, questo non è sempre vero per i chirurghi plastici, soprattutto per coloro che esercitano come liberi professionisti. L’usuale quanto erronea omologazione tra “medicina estetica” e “chirurgia plastica” ha portato sempre più medici estetici ad improvvisarsi chirurgi plastici. Per capirci, chi fino al giorno prima faceva le “punturine” di tossina botulinica, il giorno dopo ha cominciato a fare la mastoplastica, l’addominoplastica, il lifting, ecc., “facendosi bastare” uno dei tanti corsi e corsetti che si trovano sul mercato, modesti sia per costi che per impegno di studio. Insomma, ci sono tantissimi che dalle iniezioni al sopracciglio sono passati, senza alcuna preparazione universitaria, a “tagliare e cucire” il corpo delle persone. Questa è, purtroppo, la vera ragione per la quale circa il 50% dei miei pazienti si rivolge al sottoscritto a causa di interventi precedenti andati male: si sono sottoposti ad operazioni in strutture non all’altezza, affidandosi a “chirurghi plastici” che si fregiano di questa qualifica senza aver conseguito alcuna specializzazione accademica. Ritengo che si debba fare ancora molto nella tutela dei pazienti che si sottopongono ad operazioni di chirurgia plastica e a trattamenti di medicina estetica, innanzitutto stimolandoli ad informasi sulla pratica chirurgica che richiedono e sul professionista a cui si rivolgono. Ma queste tutele, più che rimandate alla sola valutazione del paziente stesso (che spesso si lascia, purtroppo, attirare solo dal prezzo), o alla “buona volontà” del chirurgo, dovrebbero venire da una più stringente regolamentazione del settore, con regole più ferree imposte dalle istituzioni per l’accesso alla professione. Ed è per questo che mi batto, da anni, anche all’interno di organi istituzionali come l’AICPE. Alla luce di queste considerazioni, sono convinto che converrai con me sulla necessità di ripetere costantemente il “mantra del chirurgo plastico esperto”, come lo definisci tu. Quando mi trovo a parlare in pubblico delle questioni legate alla sicurezza dei pazienti in chirurgia plastica, specifico costantemente che bisogna sempre rivolgersi a medici chirurghi in possesso di una Specializzazione Universitaria in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica. A questo requisito, che ritengo minimo per la sicurezza del paziente, va aggiunta possibilmente l’esperienza del chirurgo plastico, il suo senso estetico e, non ultima, la sua capacità di capire le reali motivazioni che spingono all’intervento. Sì, lo ammetto questo è il mio “mantra”, ne vado molto orgoglioso e ti invito, caro collega, a ripeterlo costantemente anche tu qualora ti dovessero capitare occasioni di visibilità pubblica. Personalmente ritengo che sia mio compito professionale e morale. Lo devo ai pazienti, alla loro sicurezza, oltre che a me stesso e ai sacrifici che ho fatto per studiare e specializzarmi, dopo un lungo e faticoso percorso accademico, in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica. Cordialmente, Pietro Lorenzetti

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Affidarsi ad un chirurgo plastico esperto per evitare rischi

Lorenzetti parla di sicurezza a Medicina33

Rimodellare il seno cadente dopo un forte dimagrimento può apparire un intervento semplice. E lo è, ammesso che ci si affidi a mani esperte. A Medicina33 del 18 maggio 2016 si è parlato, infatti, di errori in chirurguia plastica quando ci si affida a mani non esperte. La discussione parte dal caso di Lia, una paziente che, prima di conoscere il Professor Lorenzetti, si era sottoposta ad un lifting del seno. Lia racconta di essersi accorta che qualcosa non andasse per il verso giusto subito dopo l'intervento: i drenaggi, infatti, ricorda la paziente, erano asciutti. Poco dopo è salita la febbre, si sono presentati dei forti dolori ed il seno era molto gonfio e nero. Dopo due mesi le cicatrici si erano completamente aperte e i muscoli erano esposti. Per correggere questo danno è iniziato quindi un calvario lungo ben cinque interventi. Lorenzetti sottolinea immediatamente che un reintervento, necessario per correggere un primo errore, è ovviamente molto più complesso di una prima operazione. Innanzitutto, si lavora su dei tessuti che sono già stati trattati chirurgicamente e che quindi reagiscono in maniera diversa da un intervento primario e, inoltre, si devono utilizzare altri materiali necessari per rimendiare al "danno" fatto, come cartilagene e grasso prelevati da altre zone del corpo del paziente. Se a tutto questo si somma la normale difficoltà del paziente di riaffidarsi ad un chirurgo plastico dopo il cattivo esito della prima operazione, appare evidente quanto sia importante valutare bene tutti gli aspetti prima di un qualsiasi intervento di chirurgia estetica. Una protesi mal collocata, ad esempio, rappresenta uno degli errori più frequenti negli interventi al seno. Una tasca molto grande può far muovere la protesi, mentre se questa resta intrappolata sotto il muscolo, si muoverà in maniera innaturale ad ogni contrazione. Senza contare le circostanze in cui, affidandosi a mani non esperte, le cicatrici restano particolarmente visibili. La liposcultura è un altro intervento che è difficilmente correggibile se mal eseguito. Se vengono effettuate delle aspirazioni troppo aggressive, sottolinea Lorenzetti, possono crearsi degli avvallamenti sul corpo del paziente con un risultato assolutamente antiestetico. Per quanto riguarda gli interventi al volto, un lifting del viso eseguito male, ad esempio, può intaccare le terminazioni nervose, incidendo sui movimenti del volto, in alcuni casi anche con paralisi transitorie. In certe circostanze, si può arrivare anche alla morte del tessuto poiché si cerca di asportare troppa pelle rispetto a quella necessaria. In alcuni casi si può addirittura rischiare la vita. Ad esempio, quando ci si sottopone ad interventi in ambienti non idonei, quando si fa un utilizzo esagerato di anestetici locali, si possono verificare delle aritmie cardiache con rischi elevatissimi per i pazienti. Quindi è importantissimo che tutti gli interventi di chirurgia estetica vengano svolti in ambienti assolutamente adeguati. Infine, bisogna diffidare dagli interventi low cost, con offerte su internet a prezzi stracciati.

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Migliorare il lato B con la gluteoplastica

Lorenzetti partecipa al dibattito di Pomeriggio 5

A Pomeriggio5 del 18 maggio 2016 si è parlato di gluteoplastica e di protesi per migliorare la forma del sedere. Il lato B della modella Gracia de Torres è lo spunto per parlare dell'argomento sul quale in collegamento dallo studio di Nuova Villa Claudia di Roma interviene anche il Professor Lorenzetti. Lorenzetti mostra in collegamento le protesi glutee, di forma diversa rispetto a quella mammaria e con le quali si confronta quotidianamente da tantissimi anni per le richieste di gluteoplastica. Le attuali protesi, a differenza di quelle del passato che erano tonde, hanno un polo più grande dell'altro che consente un posizionamento differente a seconda che si voglia dare volume alla parte inferiore o a quella superiore del gluteo. A differenza di quanto dichiarato dall'interessata, Lorenzetti è convinto che il lato B di Gracia de Torres sia l'esito di una gluteoplastica poiché la protesi diviene visibile se si fanno alcuni movimenti. Nel caso della modella spagnola, la ragione della visibilità della protesi sta nel fatto che c'è poco spazio, la tasca è molto stretta e quando viene contratto il muscolo, il bordo della protesi si evidenzia in maniera innaturale. Sottolineando la bellezza complessiva della modella, Lorenzetti sottolinea che la gluteoplastica è un intervento che dà grandi soddisfazioni poiché i risultati sono solitamente ottimi se l'operazione viene ben eseguita da un chirurgo esperto. Per vedere l'intervento del Professor Lorenzetti a Pomeriggio 5 del 18 maggio 2016, clicca qui e posiziona il cursore al minuto 34.

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