Aprile, chirurgia del seno

Chirurgia del seno

Gli interventi di modellamento del seno sono quelli maggiormente richiesti in chirurgia plastica.
L'equipe di esperti diretta dal Prof. Pietro Lorenzetti è in grado di intervenire per risolvere tutti i problemi estetici legati al seno.
L'aumento della forma tramite mastoplastica additiva, può spesso risolvere anche problemi psicologici legati alle ridotte dimensioni del seno. La mastoplastica riduttiva, che consente di dimunuire le dimensioni del seno, permette di risolvere molti problemi legati all'eccessivo peso che grava sulla colonna vertebrale. Il lifting del seno, o mastopessi, infine, ridona una forma e un aspetto complessivo giovanile al seno.

Mastoplastica e sicurezza, quando si lucra sulla salute del paziente

Estrtatto da "Intelligenza Estetica"

"Il seno dolente cambia forma, come se rientrasse nel torace, e si manifesta un'asimmetria tra le due mammelle. Il dolore è ormai lancinante e non si placa nemmeno con gli antidolorifici". È in questo stato che Miriam, ragazza di 28 anni, si presenta nello studio del Professor Pietro Lorenzetti, chiamato a rimediare ai danni causati da un intervento di mastoplastica additiva eseguito da un chirurgo plastico dalle credenziali ignote e che non ha operato secondo gli standard di sicurezza. Di seguito riportiamo la storia degli eventi che stavano per mettere a rischio la vita di Miriam. Miriam gestisce una profumeria, aperta con sacrificio. Tutti i membri della famiglia le hanno dato una piccola mano. Finita la scuola, per 5 anni aveva fatto la cameriera e risparmiato per realizzare il suo sogno. Sin da piccola è affascinata dal mondo dei cosmetici e dei profumi. Sei anni fa è riuscita nel suo intento: ha trovato un piccolo locale ma ben organizzato e ha aperto il suo negozio, piccolo ma molto grazioso, elegante. C’è il segno di una passione. Con il lavoro Miriam si realizza completamente, socializza, le clienti sono fedeli, lei le coccola. Si vede che mette passione in quello che fa. Poi un anno dopo, un rappresentante le presenta un tatuatore che si offre di lavorare una volta al mese nel suo negozio, in cambio avrà una provvigione. Ma prima vuole accertarsi di come lavori e si fa tatuare una linea di eye liner sulle palpebre superiori. Il risultato è soddisfacente, Miriam è una bella ragazza dal fascino esotico e con il suo lavoro apprende ogni giorno di più i segreti della bellezza. Le amiche e le clienti si affidano ai suoi consigli. È una vera professionista. Dopo alcuni mesi il tatuatore le presenta un giovane chirurgo, avvenente. Si crea una certa continuità di rapporto, sino a che lui non propone: «Se mi trovi qualche cliente in più, se le mandi a studio da me, potresti arrotondare gli incassi e poi, semmai un giorno volessi fare qualcosa, beh, non ti farei pagare una lira». Il mondo della cosmesi, come quello della chirurgia è pieno di stimoli e tentazioni. Per chi abbia avuto la possibilità di visitare una fiera di settore si sarà reso conto che si tratta di un club di ragazze bellissime, alte, magre, curatissime e impeccabili. In questo mondo, come in altri, non puoi rimanere indietro, devi essere sempre all’altezza e poi si dice, l’appetito vien mangiando e ci si abitua a pensare che in fondo, con un po’ di impegno, tutto sia migliorabile. Trappola mentale in cui cade anche Miriam che, dopo aver caldeggiato il giovane medico ad alcune clienti, cede alla tentazione di rifarsi il seno, giudicato piccolo. Detto fatto, il chirurgo, dalle credenziali ancora ignote, la opera in ambulatorio in anestesia locale. Fatto già gravissimo in quanto ogni intervento dovrebbe essere effettuato in una sala operatoria a norma. Se durante l’intervento non accade nulla di rilevante, i guai non tardano a manifestarsi. Nemmeno dieci mesi dopo Miriam comincia ad avvertire un certo fastidio che si trasforma presto in dolore e nell’impossibilità di muovere il braccio sinistro. Quando cerca il medico che l’ha operata lui si rende irraggiungibile. Nel corso dei successivi tre mesi il seno dolente cambia forma, come se rientrasse nel torace, e si manifesta un’asimmetria tra le due mammelle. Il dolore è ormai lancinante e non si placa nemmeno con gli antidolorifici. Miriam arriva nel mio studio stravolta, disperata. Praticamente non può più muovere il braccio. Mi basta un’occhiata per capire che sono di fronte a una situazione molto seria. La risonanza magnetica mostra la rottura della protesi con fuoriuscita di silicone liquido. La opero due giorni dopo, saltando la lista di attesa. La protesi era un prodotto di qualità decisamente scadente. Se consideriamo che un paio di buone protesi ne costa circa 700-800 e che un paio di alta gamma vanno oltre 1200, è facile immaginare che cosa sia stato inserito nell’organismo di questa ragazza. Un intervento di mastoplastica additiva si risolve generalmente in 30 minuti. Con Miriam ho perso il doppio del tempo in sala operatoria. Questa ragazza ha compiuto una leggerezza, ma il chirurgo che l’ha operata è un bandito! Tra l’altro la protesi destra era di una marca diversa dall’altra. Non facciamo che sensibilizzare le persone a pretendere di sapere cosa verrà loro impiantato, sia una protesi o un filler per riempire le rughe sul viso. Il modulo di consenso informato che Miriam ha firmato nel primo intervento non parla affatto della qualità delle protesi, né cita la possibilità di contrattura capsulare. Le inserisco delle nuove protesi, di quelle garantite per una durata estremamente prolungata. Mi spiego, le protesi non durano per sempre, ma alcune ditte molto serie le garantiscono per tutti gli eventi che a una protesi di buona qualità non devono accadere, come la rottura o la migrazione di materiale dall’interno. Chiudo l’intervento con un senso di rabbia mista ad amarezza perché a fronte di centinaia di chirurghi plastici ed estetici scrupolosi ci saranno sempre i furbetti da ambulatorio che non esitano a mettere a rischio la salute dei pazienti per qualche centinaio di euro in più. Tra l’altro, va detto che il chirurgo serio non applica alcun ricarico sulle protesi, se fa un buon lavoro è quello che pagherete, non ha bisogno di guadagnare su ciò che vi mette addosso. Visito Miriam l’indomani mattina. Ha un’aria stanca ma si sforza di sorridermi. Diciamo che ha capito di averla scampata, anche se solo per un pelo.

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Aumento del seno e minorenni, la storia di una paziente

Estrtatto da "Intelligenza Estetica"

Chirurgia del seno, un termine che racchiude diversi interventi volti a plasmare e modificare una delle zone per eccellenza della femminilità. Mastoplastica additiva, riduttiva e mastopessi sono le operazioni maggiormente richieste in chirurgia plastica, ma anche le più delicate per l'etica e la coscienza del chirurgo plastico, chiamato a valutare le motivazioni che si nascondo dietro la richiesta dell'intervento. Proprio la mediazione delle richieste, non sempre ragionevoli, di cui il chirurgo si fa carico, diviene un elemento fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia con la paziente e decidere se procedere o meno con l'operazione, come nel caso di Veronica, ragazza di 17 anni, che riportiamo di seguito. Una ragazza di oggi come molte: capelli lunghi, cerchietto, jeans attillati, ballerine, una t-shirt, una borsa firmata a forma di bauletto. Viene accompagnata dalla madre anche perché è minorenne. «Per i miei 17 anni ho chiesto di rifarmi il seno. Beh, i miei non erano d’accordo, ma dopo un po’ hanno accettato di pagare l’intervento». Chiedo a Veronica di spogliarsi. Ha un seno simmetrico e proporzionato, una seconda abbondante. Ma è troppo giovane, e lo dimostra anche il fatto che il suo ciclo mestruale non è affatto regolare. «Lo hanno fatto già tre delle mie amiche di classe. Vedesse che bello. Stanno veramente bene e anche i vestiti cadono meglio. Io non ho paura dell’intervento. Da piccola sono stata operata di tonsille e non ho sofferto affatto». La madre annuisce, fa qualche domanda di routine, ma sembra quasi essere lì solo per staccare un assegno. Non sembra preoccupata che la figlia subisca un intervento chirurgico. Il professionista ha il preciso dovere di sfruttare ogni indizio che possa sollevare qualche sospetto sulle reali motivazioni che stanno dietro a una richiesta di intervento. In questo caso il mio scetticismo è alimentato dall’idea che questo atteggiamento non sia quello più giusto per la situazione. Inoltre Veronica, che è pure molto carina, mi chiede di vedere le protesi. Le estraggo dal cassetto e gliene mostro alcune. Allunga una mano verso una troppo grande per lei, circa 375 cc che si aggiungerebbero al suo seno. Un eccesso. È in buona salute e se avesse solo tre anni in più potrei operarla, ma… decido di parlare con la madre e di chiederle il suo parere sulla grandezza della protesi. La signora sembra già stanca di quella che le pare una contrattazione troppo lunga: «Le dovrà portare lei, dottore, cosa vuole che le dica, quando si mette in testa una cosa… non c’è verso». Ecco che la madre mi ha fornito l’esatta dimensione del problema: niente più che un capriccio. Qualcosa da possedere per l’unica ragione che ce l’hanno tutte le altre, così come il braccialetto d’argento con il cuore che le pende dal polso. Non c’è dubbio che si debba aspettare e invito entrambe a pensarci ancora un po’, almeno sei mesi, meglio ancora un anno. Spiego che durante l’adolescenza importanti modificazioni ormonali potrebbero modificare il seno ancora “immaturo”. Veronica non è contenta di dover rinunciare, ma ha capito quello che le ho detto. Comunque le spiego dettagliatamente l’intervento e si rende conto che non è così semplice come le avevano raccontato. Ci salutiamo con una stretta di mano e, per dimostrarle la mia disponibilità, le fisso un appuntamento l’anno dopo. Il mio non è stato un rifiuto totale e se volesse potrebbe trovare facilmente un chirurgo consenziente, ma credo di aver instaurato con lei un rapporto di fiducia e che la prossima volta, se saremo convinti di procedere, faremo, insieme, la scelta migliore. Il chirurgo non è un mero esecutore di procedure standardizzate, in cui tutti i passaggi sono codificati e ripetibili da chiunque. Nel lavoro di un chirurgo plastico ci deve essere una percentuale di interpretazione personale, di senso estetico e di gusto. E dato che non si tratta di interventi curativi o necessari (ed è l’unico caso in chirurgia), l’opportunità e l’appropriatezza di effettuarli vanno valutate con attenzione.

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Protesi per mastoplastica, videointervista

Il Professor Lorenzetti ne parla ne L'intervento del mese di aprile

Tra gli interventi estetici quello di mastoplastica additiva per l'aumento del seno è il maggiormente conosciuto. Proprio di questo intervento parla il Professor Lorenzetti in una videointervista che apre la discussione di aprile sugli interventi al seno della rubrica "L'intervento del mese". Lorenzetti esordisce sfatando un falso mito: è assolutamente falso che un uomo sia in grado di riconoscere una protesi al seno di una donna se l'intervento è stato eseguito correttamente dal chirurgo. Sulla riuscita dell'operazione pesano diversi fattori, tra i quali il più importante consiste nella scelta di una protesi di volume adeguato alla paziente, che sia completamente coperta dal tessuto. Se l'intervento viene eseguito in quest'ottica, la protesi non è visibile né palpabile, mentre se la scelta della protesi è sbagliata, puntando su volumi eccessivi, diventa visibile sia lateralmente che medialmente ed anche palpabile. La parola d'ordine, in questo caso, è quindi "volume": adeguato alla struttura fisica e alle esigenze della paziente. Riguardo alle protesi tonde per il seno, il Professor Lorenzetti ha le idee chiare: questo tipo di soluzione non offre un aspetto naturale al seno. E' quindi da prediligere una protesi anatomica che offre al seno un aspetto molto più naturale. La moda delle protesi tonde appartiene a una concezione più antica della chirurgia plastica, quando non erano ancora sviluppate le protesi anatomiche e ci si accontentava di quelle tonde. Lorenzetti sostiene che, visti i progressi fatti in questo campo, le protesi tonde andrebbero oggi messe da parte perché offrono un risultato estetico inferiore rispetto a quelle anatomiche. Se è vero che una protesi tonda non ruota o se ruota non fa percepite la differenza, è altrettanto vero che il risultato estetico di una protesi anatomica è molto superiore e il chirurgo plastico deve consigliare sempre alla paziente la soluzione migliore, indipendentemente dalla difficoltà dell'intervento. Le vecchie protesi avevano una "data di scadenza", dovevano essere sostituite dopo un determinato periodo di tempo. Le vecchie protesi fatte di silicone liquido sono state impiantate per moltissimi anni con risultati normalmente molto buoni, che si conservano ancora oggi. Le nuove protesi fatte di gel al silicone altamente coesivo, che non permettono la fuoriuscita di liquidi in caso di rottura, dovrebbero durare molto più tempo anche se è difficile dire e stabilire, ad oggi, quanto di preciso. Queste protesi, infatti, sono in commercio da poco più di dieci anni, ed appare quindi difficile effettuare una previsione di questo genere. Riguardo alle nuove protesi al silicone, Lorenzetti sottolinea che sono più sicure rispetto alla contrazione capsulare o indurimento del seno. In pratica, è più difficile che l'organismo possa rigettare le protesi al gel coesivo di silicone rispetto alle vecchie protesi a silicone liquido. Inoltre, sulla riduzione di contrattura capsulare per le nuove protesi, pesa anche la collocazione delle stesse. Mentre in precedenza venivano collocate sotto le ghiandole, oggi vengono poste sotto il muscolo. Altro fattore che limita il rigetto è la superficie della protesi: mentre quelle vecchie erano lisce, quelle moderne hanno una superficie testurizzata, rugosa che contribuisce all'accettazione della protesi da parte dell'organismo. Sebbene non ci sia una spiegazione univoca sulla causa della contrattura capsulare, il Professor Lorenzetti ritiene che sia dovuto sia alla qualità della protesi impiantata, sia alla qualità dell'intervento, che se eseguito correttamente, in strutture qualificate e da mani esperte, influisce sulla qualità del risultato finale. Risparmiare sul costo delle protesi al seno non è affatto una buona idea. Lorenzetti sostiene che non è immaginabile risparmiare poche centinaia di euro per qualcosa che si deve mettere all'interno del proprio corpo ed essere portata per molti anni. Inoltre, l'impianto di protesi ed interventi a prezzi bassissimi sono pericolosi perché spesso sono indice di possibili problemi che si possono presentare negli anni successivi all'intervento. Bisogna quindi affidarsi ad aziende di alta specializzazione, con esperienze di vari decenni. La mastoplastica additiva è pur sempre un intervento chirurgico che non deve essere inteso come un'attività banale.

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