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Danni permanenti da filler, la storia di Agnese

Estrtatto da "Intelligenza Estetica"
Agnese sarà costretta a convivere con il suo danno. È questa la triste sintesi della storia di Agnese, 43 anni, sottopostasi nel 2000 a un trattamento delle labbra a base di filler che, nel corso degli anni, le ha procurato una serie di danni ancora oggi visibili e non completamente risolvibili.
Un vero e proprio calvario causato dalla scarsa qualità dei materiali utilizzati, manipolati da una figura che non era né un chirurgo plastico, né un dermatologo.
Errori di scelta che Agnese ha commesso soprattutto per una mancanza di informazioni che, fino a pochi anni fa,  caratterizzava i trattamenti a base di filler. Di seguito la storia completa.

Quella di Agnese è una brutta storia iniziata 8 anni fa, quando probabilmente l’informazione sulla chirurgia plastica era meno diffusa, e i filler erano qualcosa di nuovo. Ad Agnese nel 2000 viene impiantato prima del silicone liquido nelle labbra che le induce una grave reazione allergica.
Dopo una lunga cura a base di cortisone, lo stesso medico, che accerto non essere un dermatologo o un chirurgo plastico, decide di correggere le imperfezioni iniettando un filler permanente non meglio identificato.
Il disastro si evidenzia solo alcuni mesi dopo con la comparsa di una serie di granulomi. Comincia quello che non ho dubbi a definire un calvario.
Dieci interventi chirurgici per rimuovere i granulomi. Oramai è tristemente noto che i filler permanenti sono fonte di numerosi problemi e il loro utilizzo dovrebbe essere evitato.
Questi materiali sono infatti estranei all’organismo e vanno spesso incontro a rigetto da parte del sistema immunitario, inoltre non sono stabili e tendono a migrare in altre zone del viso. Iniettare due filler differenti nella stessa zona, poi, è un vero e proprio azzardo, per non parlare del fatto che le labbra sono un punto estremamente delicato e riccamente vascolarizzato quindi più di altri soggetto a reazioni immunitarie.

Quando Agnese si rivolge a me avverte ancora noduli alle labbra chiaramente dolenti di cui probabilmente non riuscirà mai a liberarsi completamente.
Le labbra hanno assunto una forma asimmetrica che riesce a camuffare solo con un trucco sapiente. Inutile dire che negli ultimi otto anni ha sofferto moltissimo e questa vicenda l’ha resa estremamente diffidente. Non fa che colpevolizzarsi per la sua ingenuità e io credo che abbia pagato un prezzo troppo alto per la sua leggerezza. Non posso fare altro che pianificare altri due interventi per tentare di eliminare il metacrilato e continuare nella mia attività di informazione sui rischi dei filler permanenti che andrebbero semplicemente evitati.
Purtroppo anche nel mio mestiere non ci sono sempre storie a lieto fine. Agnese sarà costretta a convivere con il suo danno.
Decide comunque di aprire un sito internet di informazione sulla sua vicenda per mettere in guardia le altre donne tentate da un intervento prospettato come definitivo. Mi offro di aiutarla e di essere garante scientifico della sua iniziativa, anche attraverso una raccolta di materiale scientifico sull’argomento. In questo modo la paziente sente di poter dare un senso al suo incidente e riuscirà meglio a elaborare l’accaduto. Da parte mia potrò, tentando di intervenire dall’interno delle labbra, rimuovere i granulomi più grandi comparsi ma trattandosi di sfere minuscole sarà impossibile togliere tutta la sostanza, con la quale Agnese dovrà convivere per sempre.

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