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La chimera della bellezza assoluta

Raggiungere la perfezione assoluta con la chirurgia plastica è utopia

Secondo il sondaggio ISAPS del 2015, l’Italia si posiziona al  nono posto tra i paesi in tutto il mondo per il numero di interventi estetici. L’intervento più richiesto è la mastoplastica additiva, seguito dalla liposuzione. Un dato assolutamente rilevante riguarda il numero complessivo di interventi svolti, aumentato di circa un milione rispetto all’anno precedente.

Partendo da questi numeri è importante tornare su un tema che, come sapete, mi sta molto a cuore: l’importanza di ricorrere alla chirurgia estetica nei casi in cui essa è necessaria, senza cadere negli eccessi. Si può infatti scegliere la chirurgia estetica per le motivazioni più varie, e queste possono essere più o meno legittime, ma è fondamentale rimanere sempre entro alcuni limiti per evitare di generare situazioni che, in alcuni casi, mettono addirittura a repentaglio la salute del paziente.  

Sono venuto a conoscenza recentemente del caso di Justin Jedlica, un ragazzo di 36 anni che ha subito già oltre 190 interventi di chirurgia estetica guadagnandosi l’appellativo di Ken umano. Ovviamente il numero di interventi cui il ragazzo si è sottoposto non ha nulla a che fare con necessità legate alla salute: Justin sta inseguendo un ideale, la perfezione, ben oltre i limiti della ragionevolezza. Per questo scopo Jedlica ha speso oltre 250.000 dollari in chirurgia plastica, affermando che si fermerà solo quando sarà di plastica al 100%.

justin jedlicaNon voglio fare lunghe considerazioni sulle scelte prese da questo ragazzo (anche se la componente psicologica mi pare centrale), né valutare l’operato “tecnico” dei “colleghi chirurghi” che le hanno assecondate in maniera irresponsabile.
Vorrei però evidenziare come grazie al mio lavoro ho avuto la possibilità di entrare a contatto con storie meravigliose di persone che tramite interventi più o meno invasivi hanno ritrovato il sorriso. Sperare di raggiungere la perfezione assoluta è utopia e la chirurgia plastica non può essere considerata un ponte per raggiungere questa chimera. 

Mi viene in mente la chiusura del mio libro Il chirurgo dell’anima: “vi auguro che la bellezza esteriore non sia mai una ossessione o un obbiettivo assillante, siate amici affettuosi e sinceri, figli rispettosi, amanti e coniugi fedeli e sarete, ve lo assicuro, bellissimi per sempre”.  

Pietro Lorenzetti

numero verde

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