Skip Navigation LinksHome pageNewsI rischi dei ritocchi "fai da te"

I rischi dei ritocchi "fai da te"

L'intervento del Prof.Lorenzetti sul tema
Iniettarsi in volto del silicone acquistato sul web per soli 10 dollari e spenderne 100mila per rimediare ai gravi danni che questo ha provocato. È solo una delle storie di chi è ricorso in malo modo ai trattamenti estetici "fai da te".
Una pratica che, grazie alla rete e al facile reperimento di materiali medici scadenti, sta prendendo piede tra chi vuole sottoporsi al classico ritocco spendendo cifre irrisorie.


Sul tema è intervenuto il Professor Lorenzetti che ha espresso la sua opinione riguardo l'argomento, mettendo in guardia dai rischi a cui si può andare incontro.


"Una pratica scioccante
- la definisce il Professore - e dai numerosi rischi, se è vero che oltre a cocktail di vitamine di dubbia provenienza, la gente si inietta nel viso praticamente di tutto, sino a filler che in quanto dispositivi medici devono essere maneggiati solo da medici e il botulino che è un vero e proprio farmaco".

Tra i motivi della pericolosità di questa "moda" vi è sicuramente la provenienza delle sostanze utilizzate, come il Prof. Lorenzetti spiega:

"Su Internet ormai è possibile acquistare praticamente di tutto tra cui kit completi di filler dall'origine dubbia, di estratti di tossina botulinica prodotti chissà dove e siringhe da insulina".


E sempre sul web si possono trovare immagini relative alla mappe del volto, o addirittura video-lezioni, indicanti i punti di iniezione attraverso i quali inoculare le sostanze reprite in rete o in strutture estetiche compiacenti.

A riguardo, il Professore sottolinea come bisogna ribadire con forza che "i trattamenti estetici mini-invasivi sono sicuri solo finché sono eseguiti: da mani esperte, con prodotti sicuri e in ambienti medici".

Ma cosa c'è davvero in prodotti che arrivano in una scatola anonima con la dicitura cocktail di vitamine, biostimolatori, filler, booster?
È la domanda che il Prof. Lorenzetti si pone e alla quale la risposta è chiara: "prodotti che non rispondono ad alcun criterio regolatorio del Ue, americano o italiano", provenienti da Cina, Shanghai, Hong Kong, i Paesi che esportano tossina botulinica falsificata.


In allegato potete scaricare gli articoli contenenti l'intervento del Professore

numero verde

Prenota una visita