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Trattamenti estetici o chirurgia plastica? Cosa scegliere

Lorenzetti risponde alla domanda di una lettrice di Di Lei

La rivista Di Lei pubblica la risposta del Professor Lorenzetti alla domanda di una lettrice su come risolvere il problema delle borse sotto gli occhi.

DOMANDA
Ho un problema che mi assilla: le borse sotto gli occhi. Ho 46 anni e una pelle ancora discreta. Posso risolverlo con trattamenti ‘esterni’ o è necessario ricorrere alla chirurgia estetica? In questo secondo caso, i risultati sarebbero definitivi? Sabrina M., Milano

RISPOSTA​
Le cosiddette ‘borse’ sono un problema che insorge orientativamente dopo i 40 anni ma in alcuni casi a causa dell’ereditarietà o di fattori anatomici e costituzionali possono fare la loro comparsa a partire già dai 25-30 anni. Certamente si tratta di un inestetismo piuttosto evidente che contribuisce a dare allo sguardo e al volto un aspetto invecchiato.

Per capire cosa sono possiamo dire che sono come una piccola ‘ernia’ in cui il grasso depositato nella parte inferiore dell’occhio non è più contenuto adeguatamente dai tessuti sottostanti e quindi diventa visibile all’esterno. Sino ad alcuni anni fa, l’approccio era di eliminarle rimuovendo il grasso ma il risultato era quello di un occhio ancora più incavato e tutt’altro che giovanile.

Oggi il grasso viene spostato nel solco naso-palpebrale in modo da avere un aspetto dell’occhio pianeggiante. Non parliamo più di blefaroplastica inferiore ma di un riposizionamento usando lo stesso grasso del paziente. Il risultato appare estremamente gradevole e naturale con uno sforzo minimo. Si tratta infatti di un intervento che dura tre quarti d’ora circa e che può essere eseguito scegliendo tra due accessi: all’interno della congiuntiva, quando non ci sia pelle in eccesso da eliminare, oppure esterno se contestualmente è necessario eliminare una piccola porzione di tessuto. L’incisione esterna viene eseguita lungo una piega cutanea naturale e quindi la minuscola cicatrice risulta completamente invisibile.

I risultati sono di lunga durata, ma non è corretto dire che siano ‘definitivi’. Più correttamente possiamo dire che la paziente può godere dei benefici per alcuni decenni.

Pietro Lorenzetti

Fonte: DiLei.it

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